Bastano poche gocce e a Obanino viene inflitta quella che per lui è una tortura ancora peggiore della spazzola, l’impermeabile. Sente che si sta per uscire e accorre poi vede l’infame copertura e le prime gambe che incontra, che siano umane o di legno non importa, le usa per nascondersi ma è tutto inutile, viene inseguito, agguantato, e solo quando è sistemato come un salame può uscire.
Visto che già da solo è poco colorato (ahahahhah) abbiamo optato per un sobrio (ahhahahaa 2) impermeabile giallo fosforescente e il primo che gli avevamo comprato era anche piccolo di un paio di taglie per cui la pelliccia gli usciva da tutte le parti. Diciamo che non gli donava e lo abbiamo tanto preso in giro per il suo look.
A parte le risate, la questione dell’impermeabile è in realtà delicata.
L’impermeabile serve veramente (= protegge l’animale e previene problemi, ad esempio dolori ossei) o è solo una umanizzazione del cane?
Al giardino la popolazione canina è più o meno divisa egualmente tra chi lo sfoggia e chi no.
I contrari sono generalmente uomini – abbiamo scoperto che ci sono anche quelli che pur non portando fuori il quadrupede impediscono di comprarlo – e il motivo è una opposizione di principio al cane con l’impermeabile. Da donna, il primo pensiero che abbiamo è che pensino che la copertura non sia maschia, il secondo è che si possono permettere di dedicarsi all’orgoglio maschile e di non considerare l’eventuale praticità di una scelta rispetto all’altra perchè non si occupano di asciugare l’animale quando torna a casa fradicio. Ma è solo una teoria.
Noi siamo di quelli partiti agnostici senza usarlo e poi convertiti.
Eduard era un torello e se anche asciugarlo era un po’ una rottura di scatole (era un meticcio di Pastore Belga e Terranova per cui il pelo era super folto e lungo) non aveva problemi con il phon per cui alla fine non abbiamo mai sentito il bisogno di coprirlo.
Con Oban è cambiato tutto. E’ molto delicato, pur essendo molto giovane ha già le vertebre calcificate, odia il phon, noi non abbiamo più la pazienza di passare il tempo che serve per asciugarlo e dulcis in fundo, il veterinario l’ha suggerito. Risultato, esce come un salame insacchettato in un impermeabile fosforescente. Lui si vergogna ma la praticità è innegabile, tornare a casa con solo la parte inferiore delle zampe e il sottopancia da asciugare è veramente un’altra vita, ed è rassicurante sapere che le ossa sono riparate.
Ma la vita è ironica e Obanino può sghignazzare anche lui ogni volta che piove.
Bisognosa di qualcosa che la proteggesse dall’acqua, la sua umana si è dotata di una giacca tecnica di cui andava molto molto fiera, poi un giorno (il primo attesissimo giorno di pioggia della stagione) ci siamo presentati al giardino, lui nel suo impermeabile, io nella mia giacca nuova, e ad accoglierci abbiamo trovato gli amici che ridevano. Il motivo? Eravamo vestiti uguali… Senza rendermene conto ho comprato una giacca uguale al suo impermeabile! 🙂 🙂