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I cani negli Stati Uniti

Quest’estate siamo stati una settimana in vacanza negli Stati Uniti, qualche giorno a Washington e qualche giorno a New York. Obanino è rimasto tutto contento a casa coccolato e viziato dai suoi amici S. e J. per cui ci è sembrato non si sia nemmeno accorto che non c’eravamo (ma al ritorno ci ha festeggiati!).

Visto che a noi lui mancava molto e ci piacciono tanto i cani, ci era impossibile non fermarci ad ogni cane che passava e abbiamo notato una cosa che ci ha colpito molto. Negli Stati Uniti i cani non stanno mica tanto bene.

Elaboriamo.

A Washington tutti i proprietari che abbiamo incontrati erano molto amichevoli e super contenti che volessimo fare conoscenza con il loro quadrupede, a New York invece a parte un paio di occasioni siamo stati accolti con musi lunghi, grugniti e aria seccata. Ma questo riguarda gli umani per cui è meno importante.

Quello che ci ha colpiti molto è come sono gestiti i cani, e da questo punto di vista le due città non ci sono apparse tanto diverse:

– Divieto di accesso ai cani ovunque, negozi, caffè, alberghi, ristoranti, e a New York nei ristoranti addirittura divieto di accesso pure dove ci sono posti all’aperto

– Nonostante i parchi e i prati bellissimi ed enormi, obbligo di guinzaglio ovunque. Ed ecco spiegati gli occhi tristi e il comportamento mogio dei quadrupedi costretti ad una vita in cui non possono esprimersi nè giocare.

– A New York, abbiamo visto l’aberrazione di aree cani di pochi metri quadrati con ammassate dentro tante povere creature impossibilitate quasi a muoversi

– Sempre a New York sono diffusissimi spazi che definiremmo asili per cani, in cui il proprietario lascia il suo animale la mattina e poi lo riprende la sera. L’idea sarebbe anche  bella se non fosse che, almeno quelli che abbiamo visto, numerosi cani sono tenuti insieme in uno stanzone in cui c’è qualche gioco, uno spazio centrale vuoto e una fila di lettini. I cani sono sistemati sui lettini e quando arriva il loro turno sono sollevati di peso e sistemati nello spazio centrale dedicato al ‘gioco’. Ci siamo chiesti cosa danno loro per tenerli fermi e calmi sui lettini in attesa del loro turno mentre gli altri interagiscono ma abbiamo preferito non indagare.

– I maschi quasi tutti castrati, perchè ‘così danno meno problemi’

– Diffusissimi quei collari tortura per cui nel momento in cui il cane tira anche poco al guinzaglio si infilano spunzoni di metallo nel collo.

– Diffusi i collari elettrici

– I cani non abbaiano. Lì per lì non ci si fa caso ma poi ci si rende conto che non è normale.

– I cani non giocano e non interagiscono,. All’aperto li si incontra che camminano come rigidi automi a fianco dei loro proprietari

– Sul totale dei cani, ce ne sono pochissimi di taglia media e grande. E considerato che negli Stati Uniti è tutto enorme, è molto strano.

– Hanno creato Australian Shepherd in formato mini

– Tantissimi cani che abbiamo incontrato avevano gli occhi azzurri. Non abbiamo alcun modo di confermarlo, ma ci è venuto il sospetto che non sia un casuale frutto della natura.

Visto questo quadro desolante ci si è stretto il cuore per i quadrupedi indifesi costretti a vivere così. Allo stesso tempo una parte di testa si è un po’ riempita di orgoglio perchè mentre su quasi tutto il resto l’Italia sfigura in modo imbarazzante, almeno su come trattiamo i nostri migliori amici a quattrozampe qualcuno di noi (ad esempio Torino) ha molto da insegnare.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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