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5 comportamenti difficili dei cani

#1.  Mangia tutto quello che trova, anche le cose più immonde

I cani sono geneticamente predisposti a mangiare sempre e qualsiasi cosa; in altre parole, mangiare tutto quello che trovano è un comportamento naturale per loro. Ciò detto, nel mondo contemporaneo ci sono questioni di sicurezza – basti pensare al pericolo dei bocconcini assassini -, di salute – c’è veramente di tutto in giro – e di schifo – i cani non hanno problemi a mangiare le produzioni altrui (anche umane). Come si può intervenire? In primis accertarsi dal veterinario che non ci siano carenze nutrizionali, poi che il cane non mangi troppo poco a casa, e poi controllare con attenzione dove va e prevenire…. Da evitare scrupolosamente di farli uscire di casa subito dopo aver mangiato perchè correre e giocare a pancia piena li espone al rischio gravissimo di torsione dello stomaco, dalle conseguenze spesso fatali.

#2. Paura verso cose, persone, situazioni

La paura è difficile da gestire quasi quanto l’aggressività. Le cause possono essere diverse, non ultima la genetica, il cane è nato pauroso (per i diversi tipi di paura, cliccare qui).

Cosa NON fare: non sgridare, non forzare, non imporre situazioni che provocano ansia, non ignorare la paura.

Cosa fare: confortare il cane che ha paura, condurlo dolcemente, con estrema pazienza e con tanti premi quando avanza ad affrontare quello che lo spaventa (ad esempio le scale, un pavimento che non conosce, etc.).

Per le paure che rendono la vita difficile o addirittura impossibile – uscire di casa, attraversare la strada, camminare, le persone  – rivolgersi necessariamente ad un educatore cinofilo (professionista e serio! non smetteremo mai di ripeterlo).

#3. Non risponde, si fa i fatti suoi

Per rispondere, il cane deve conoscere il richiamo, e sta al suo umano insegnarglielo; conviene iniziare in casa dove non ci sono distrazioni, chiamarlo una volta, al massimo due (ripetendo più volte, il richiamo perde valore), appena si gira e arriva premiarlo, ripetere nei giorni/settimane seguenti. Appena possibile, ed in condizioni di sicurezza, esegire l’esercizio anche all’esterno, in presenza di distrazioni crescenti (al giardino, con altre persone, con altri cani, alla spiaggia, etc. etc.)

Importante: A. Il richiamo non va ripetuto più di una-due volte altrimenti diventa un suono qualsiasi senza valore e come tale è ignorato; B. ogni arrivo > un premio; C. Il richiamo equivale alla scelta tra una cosa sicuramente interessante (il gioco, un altro cane, qualcosa da odorare, etc.) e qualcosa che è molto probabile sarà molto meno interessante – il guinzaglio, il ritorno a casa, etc.; D. I cani sono animali da branco che seguono il loro leader, per cui bisogna resistere la tentazione di andare loro incontro, cosa che potrebbe portarli a pensare che hanno sbagliato direzione e quindi a girarsi e tornare da dove venivano visto che lì si sta dirigendo il padrone, e invece aspettarli fissi in un punto o addirittura avviarsi nella direzione opposta. Nel caso si rendesse necessario avvicinarsi al cane, farlo quando non sta guardando.

Detto tutto questo, è utile ricordare che ogni ogni cane ha il suo carattere e la sua personalità e che ci sono quelli che appena sentono il richiamo scattano e quelli che pur conoscendo benissimo il richiamo rispondono quando sono pronti (i.e., quando hanno finito di fare quello in cui sono impegnati).

#4. A casa da solo è un delirio (ad esempio distrugge la casa, abbaia all’infinito, si autolesiona)

I cani equilibrati, come gli umani d’altronde, imparano a stare da soli senza problemi (per un’intervista all’educatrice cinofila Cinzia Stefanini su qual è il modo migliore per gestire le ore in cui stanno da soli a casa, cliccare qui). Quando un cane non sa stare da solo, e lo può manifestare in tanti modi diversi, ad esempio distruggendo la casa, oppure abbaiando all’infinito, oppure autolesionandosi, è un grosso problema.

Molto spesso la responsabilità è del proprietario. Prendendo il caso più semplice, un cane che non si è sfogato, che è carico di energia mentale e fisica, a cui non è stato dato un modo ‘legittimo’ per esprimersi che viene lasciato a casa da solo per ore e ore troverà come impegnarsi – e quindi potrebe decidere di mordere i mobili, oppure leccarsi o mordersi fino a farsi male, oppure devastare il giardino, le possibilità sono infinite come la sua fantasia. Quale è la soluzione in questi casi? Lasciare il cane a casa solo dopo averlo fatto esercitare adeguatamente, un cane stanco e soddisfatto è sicuramente più ben disposto verso un sonnellino di uno che non ha mosso una zampa o una cellula celebrale, e lasciarlo con qualcosa da fare, ad esempio un Kong ripieno di cibo, oppure un osso da rosicchiare, che li diverte, li impegna e li stanca. Nei casi in cui l’incapacità di rimanere da solo dipenda da altre ragioni ben più complesse del semplice eccesso di energia come ad esempio l’insicurezza del rapporto con il proprietario , è necessario rivolgersi ad un educatore cinofilo (professionista e serio).

#5. Tira al guinzaglio

Il classico dei classici. Generalmente i cani tirano perchè sono pieni di energia e/o vogliono andare da qualche parte, magari vogliono tantissimo andare al giardino oppure sono stanchi e vogliono tornare a casa. Quando invece sono soddisfatti si ‘calmano’ e si adattano al passo del loro umano. Cosa si può fare perchè le uscite in generale non siano una maratona alla velocità dei 100m? Premettiamo che non è facilissimo e che, come con quasi tutto quello che riguarda i cani, ci vuole pazienza ma qualche risultato si può ottenere.

Metodo 1: appena il cane inizia a tirare, fermarsi, quando gira la testa come per chiedere ‘beh cosa sta succedendo’, riprendere a camminare e premiarlo quando va al passo. Appena tira, fermarsi di nuovo, aspettare, riprendere… e così via. Il pregio, per chi ha avuto la pazienza di seguirlo, è che il metodo funziona; il difetto, andare ovunque è una via crucis…

Metodo 2: far sedere il cane alla propria sinistra e con la mano piena di snackini tenerla all’altezza del suo naso e camminando nella direzione desiderata dargliene uno ogni 5-6 secondi. Appena tira o cambia direzione, bloccare la fornitura di squisitezze. Richiamarlo gentilmente, farlo sedere, e ricominciare a camminare dispensando snack; smettere appena accelera o cambia direzione, e ripetere il procedimento.

Metodo 3:  appena il cane inizia a tirare, girarsi in modo deciso e andare nella direzione opposta. Appena il cane si gira per raggiungerci, complimentarlo e quando arriva, girarsi e riprendere a camminare nella direzione originale (premiandolo se rimane vicino). Appena tira di nuovo, ripetere il procedimento descritto prima.

Strumenti essenziali: la pettorina (non il collare, e men che mai il collare a strozzo), guinzaglio lungo (ad esempio questo) o una corda lunga adattata a guinzaglio – non i guinzaglio flexi.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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