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Cani: come e quando sono stati addomesticati

In un interessante articolo pubblicato sulla rivista Frontiers in Veterinary Science, il Professor James A. Serpell della School of Veterinary Medicine della University of Pennsylvania negli USA, tratta dell’origine dei nostri cani

E’ l’argomento di cui ci occupiamo oggi.

Tanto tempo fa

Secondo le scoperte più recenti, i nostri cani sono originati dai lupi tra 40.000 e 15.000 anni fa, si presume in una o più regioni d’Europa e/o dell’Asia, in un processo di domesticazione che ha anticipato di 4.000-5.000 anni la domesticazione di specie di cibo e bestiame come le pecore e le capre.

Diverse teorie sulla domesticazione

I fatti relativi alla domesticazione dei lupi risalgono a così tanto tempo fa che non possiamo sapere con certezza cosa è successo.

Non ci sono record scritti nè orali ma gli studiosi elaborano ipotesi e teoria sulla base degli elementi e delle conoscenze disponibili.

Le teorie prevalenti su come è iniziata la straordinaria relazione umano-canina sono due, quasi opposte una all’altra.

La teoria della facile fonte di cibo

Una teoria, il cui padre originario è stato Konrad Lorenz, è quella che potremmo chiamare della autodomesticazione.

Secondo questa teoria i lupi si sarebbero di fatto domesticati da soli per una questione di comodità del cibo: si sarebbero avvicinati alle estremità degli insediamenti umani attratti dai rifiuti (carcasse, avanzi, deiezioni umane) lasciati dagli umani e con il tempo la loro permanenza inizialmente temporanea si sarebbe prolungata fino a stabilizzarsi.

In questo processo, gli umani sarebbero stati sostanzialmente protagonisti passivi: avrebbero inizialmente tollerato la presenza dei lupi adulti nelle vicinanze e con il tempo si sarebbero accorti della loro utilità – ad esempio l’avvertire di un pericolo in arrivo o le loro superiori capacità nel tracciare e inseguire la selvaggina – e avrebbero iniziato a trattare in modo preferenziale gli individui che avevano maggiormente questi tratti e così facendo avrebbero inconsapevolmente dato inizio ad un processo di selezione che è risultato nella divergenza genetica e poi nella piena domesticazione.

Qualche dubbio relativo alla teoria della autodomesticazione

Secondo il Prof. Serpell la teoria della autodomesticazione è molto improbabile.

Un motivo è che in quello che si chiama il Vecchio Mondo (Africa, Europa, Asia e Australasia) la popolazione umana era tra i 2 e gli 8 milioni di persone (nella sola Europa si pensa ci fossero meno di 30.000 individui) per una densità di 2-12 persone per 100Km quadrati. In altre parole, troppi pochi umani e troppi pochi rifiuti per mantenere animali come i lupi che hanno bisogno di grandi quantità di cibo altamente proteico al giorno per potersi riprodurre con successo.

Ci sono poi altre due questioni da considerare:

  • Una questione culturale legata alla gestione dei resti di animali uccisi. E’ infatti plausibile che anche in quelle popolazioni le prede uccise e i loro resti dovessero essere trattate con rispetto – non farlo è ancora adesso associato a sfortuna e malattie. E’ difficile quindi pensare che fossero normalmente gettate e lasciate ai predatori, tra cui i lupi
  • Questioni di sicurezza: i lupi, anche quelli abituati agli umani, sono pericolosi per gli umani anche ai giorni nostri per cui è difficile immaginare che nel Pleistocele gli umani fossero tranquilli avendo vicino lupi abituati agli umani per cui non ne avevano paura, ma non socializzati.

L’esistenza di popolazioni di scavengers canini è indubbia – ci sono anche adesso – ma, ritiene Serpell, è stato uno sviluppo relativamente recente nella evoluzione del Cane, avvenuto almeno 7.000 anni dopo la domesticazione.

L’altra teoria sulla domesticazione

Come accennavamo all’inizio, l’altra teoria sulla domesticazione del cane è praticamente all’opposto di quella appena descritta.

I suoi sostenitori ritengono, infatti, che i lupi non si siano autodomesticati ma che ci sia stata una specifica volontà umana nella loro domesticazione.

La teoria della adozione

L’altra teoria sulla domesticazione dei lupi attribuisce agli umani un ruolo attivo nel processo di domesticazione. Ritiene infatti che gli umani avrebbero deliberatamente preso i cuccioli di lupo per allevarli – una vera e propria adozione di individui di specie diversa – e se anche la maggioranza di questi animali sarebbe tornata allo stato selvatico, un certo numero di loro avrebbe avuto tratti socialmente desiderabili (docilità, capacità di essere addestrati, propensione ad affiliarsi con gli umani, robustezza, una tendenza a cercare conforto o sicurezza, essere utili) – per cui sarebbero stati oggetto di particolari attenzioni da parte degli umani e sarebbero rimasti con loro.

Gli individui che avevano questi tratti più sviluppati sarebbero stati trattati particolarmente bene dagli umani, come effetto avrebbero avuto maggiori probabilità di riprodursi di più e di conseguenza avrebbero avuto maggiori probabilità di trasferire ai loro discendenti questi tratti domestici desiderabili.

L’interpretazione della teoria

Il Professor Serpell privilegia la teoria della domesticazione da parte degli umani.

Scrive che i lupi socializzati con gli umani fin dalla primissima età – lupi domestici, se vogliamo – molto probabilmente erano considerati membri del nucleo familiare e grazie alla loro precoce esperienza di socializzazione con umani non sarebbero stati un pericolo per nessuno di loro, nemmeno i bambini, a differenza dei lupi adulti semplicemente abituati agli umani ma non socializzati (quelli della teoria della autodomesticazione per intenderci) e la loro affinità con la famiglia umana adottiva si sarebbe manifestata anche in una motivazione a difendere attivamente il gruppo da minacce esterne.

Non solo, quasi tutti gli usi pratici e le funzioni del Cane domestico che gli hanno dato un valore aggiunto per tutta la storia umana (incluso compagnia, caccia, protezione, conduzione e trasporto) si basano sull’esistenza di legami sociali amichevoli e cooperativi con gli umani e per funzionare ed essere duraturi questi legami sociali richiedono una socializzazione precoce ed intensa con le persone (o il loro bestiame); per averli non basta la sola abitudine e la perdita di risposte di paura e di evitamento.

In altre parole, la cooperazione del lupo-cane con gli umani non ci sarebbe stata se non avesse avuto legami sociali amichevoli e cooperativi con gli umani e perchè questi legami siano possibili ci deve essere una socializzazione intensa e fin dalla più tenera età.

A ciò si aggiunge che la ipotesi della adozione di individui di specie diversa offre un meccanismo per la assimilazione degli animali selvatici nel mondo sociale umano, un passo essenziale nel processo di domesticazione.

Da lupo a Cane

Il Professor Serpell teorizza che la domesticazione del lupo sia stata un prodotto che definisce raro e straordinario di condizioni ecologiche ottimali che hanno permesso agli umani e ai loro lupi domestici di coesistere e coevolvere nel corso di generazioni.

Una volta che questa relazione si è cementata e i lupi vivevano e si riproducevano interamente nel mondo umano è probabile che la selezione inconsapevole di tratti comportamentali di tipo canino sia stata molto rapida e irreversibile.

La relazione umano-animale senza precedenti che è nata da questo processo si è diffusa rapidamente in tutte le popolazioni del mondo e da quel momento, nel corso di decine di migliaia di anni, è sopravvissuta e si è diversificata influenzando anche in modi fondamentali la traiettoria culturale ed evolutiva della specie umana.

In sunto

Secondo il Professor Serpell la teoria che la domesticazione del cane dal lupo sia originata dal lupo che si è avvicinato agli umani per nutrirsi dei rifiuti da questi lasciati non tiene per diverse ragioni:

  • La popolazione umana in quella epoca era troppo scarsa, troppo dispersa e troppo nomadica per generare sufficienti scarti edibili per sostenere una popolazione di lupi dedicata a mangiare scarti
  • Le proibizioni rituali contro il lasciare o lo sprecare i resti di animali cacciati avrebbe limitato l’accesso dei lupi selvatici alle fonti di cibo antropogeniche
  • I rischi posti dai lupi abituati agli umani ma non socializzati avrebbe scoraggiato gli umani dal permettere a questi animali di avvicinarsi o frequentare i loro insediamenti alla ricerca di cibo.

La teoria della pratica di adottare cuccioli di lupo e tenerli come amati animali domestici sarebbe invece una teoria alternativa valida per spiegare la domesticazione:

  • I cuccioli di lupo socializzati, non di rado addirittura allattati al seno dalle donne, non avrebbero mai posto un rischio significativo per gli umani con cui avevano familiarità
  • Una volta che questi animali ormai di famiglia hanno iniziato a trascorrere la loro intera vita con i loro gruppi familiari umani adottivi e hanno prodotto discendenti che sono sopravvissuti e che avevano tratti affiliativi simili, si sono create le condizioni per la completa domesticazione e per la selezione inconsapevole da parte degli umani di altre varianti comportamentali vantaggiose nei quadrupedi.
  • Perchè possa essersi sviluppata la partnership che ha reso il Cane di valore per gli umani era necessario ci fossero legami sociali amichevoli e cooperativi e questi sono possibili solo con una socializzazione precoce e intensiva.

Alla fine, è teorizzabile che il tenere un animale di casa, una attività comune nelle comunità umane di quell’era probabilmente derivata dall’alloparenting, ha dato accidentalmente vita ad una relazione umano-animale biologicamente unica e senza precenti come è quella umano-canina; relazione che si è rapidamente sparsa attraverso le culture umane in tutto il mondo.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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