con Sara de Cristofaro, educatore cinofilo e autrice del best-seller Senti chi Abbaia
‘Non chiedere cosa il tuo Paese può fare per te – chiedi cosa puoi fare tu per il tuo Paese’. E’ una delle frasi pronunciate da JFK rimaste nella memoria storica.
E che ci importa? A noi interessano i cani non la politica.
Bastano un paio di ritocchi e la frase diventa ‘Non chiedere cosa può fare il Cane per te – ma chiedi cosa puoi fare tu per il tuo Cane’ e ci interessa.
E’ doveroso cominciare a chiedersi cosa possiamo fare per i cani e non concentrarsi sempre su cosa possono fare loro per noi, se non altro per la relazione che hanno con noi.
La risposta alla domanda alla fine è molto semplice: cosa possiamo fare per i cani è finalmente trattarli con l’attenzione e il rispetto che si dovrebbe avere per il migliore amico.
E’ l’argomento di oggi.
Cosa rende i cani così speciali
Uno dei motivi per cui i cani sono così speciali sono le interazioni tanto strette che hanno con gli umani, una specie diversa, con una anatomia e fisiologia diverse, con modalità sensoriali diverse e comportamenti e cognizione diversi.
Come riescono?
Parte della risposta si trova nella straordinaria abilità, che i cani hanno sviluppato nel corso della loro evoluzione (tanto stretta che si può parlare di co-evoluzione tra cani e umani) di ‘sentire’ e capire gli umani.
Sono tanto bravi a capire gli umani un po’ perchè sono abili nella comunicazione intraspecifica (tra cani, quindi) e un po’ perchè hanno capacità filogenetiche e ontogenetiche di comunicazione tra specie diverse.
Accanto a quello che viene chiamato anche bagaglio evolutivo, ossia le capacità genetiche sviluppate nel corso della evoluzione accanto agli umani, ogni cane sviluppa la sua propria ‘eccezionale sensibilità’, come la chiamano gli studiosi, agli umani ad un livello individuale ontogenetico.
In altre parole, l’evoluzione ha dotato i cani delle abilità e della propensione a capire e adattarsi agli umani ma per poter stabilire e mantenere relazioni stabili individualizzate, ogni cane ha bisogno di imparare individualmente dagli umani con cui sono in stretto contatto. Una esperienza enorme in questo senso la hanno i cani di casa, i pets.
Gli umani: un libro aperto
I cani sanno come si sentono gli umani: sono felici se siamo contenti, si rabbuiano se siamo tristi, si preoccupano e si allertano se sentono tensione nervosa, etc. E’ una delle caratteristiche che li rende tanto speciali.
Riuscire a discriminare tra le espressioni di emozione in una specie diversa, infatti, è molto difficile – ad esempio, sollevare le labbra e mostrare i denti è un segnale ostile nella comunicazione canina, gli umani invece aprono la bocca e mostrano i denti quando ridono e sorridono e vedendo gli umani aprire la bocca e mostrare i denti, i cani capiscono che quelle espressioni sono positive.
Non solo, riescono a leggere tutto il contesto, capiscono quando sono guardati amorevolmente o perchè si è arrabbiati. Ciò perchè oltre che visualmente, gli umani trasmettono le loro emozioni anche vocalmente (e olfattivamente, come abbiamo visto in passato).
I cani discriminano, apprendono da ciascuna e categorizzano le espressioni emotive degli umani ed integrano le informazioni vocali e visive che raccolgono e formano rappresentazioni multimodali degli umani, di come si sentono e di quali intenzioni hanno. Usano poi le informazioni che colgono dagli umani per farsi una idea delle situazioni e adattano i loro comportamenti.
Oltre alla competenza nel leggere i comportamenti, i cani sono sensibili agli stati mentali degli umani, ad esempio, si fidano del loro punto vista, diverso dal loro.
Da notare che i cani ricordano il viso dei loro umani quando ne sentono la voce.
La vicinanza conta
I cani sono bravissimi, come abbiamo visto prima, ad imparare da segnali comportamentali, gesturali e vocali, sia direttamente osservabili sia molto sottili e questa abilità ha un grosso valore adattivo per la vita nell’ambiente umano.
Per via dei programmi di domesticazione usati dagli umani per produrre compagni che lavorassero con o per loro e che obbedissero ai loro comandi i cani hanno acquisito una speciale sensibilità ai gesti, le vocalizzazioni e i comportamenti umani, tanto che nessun altro animale, nemmeno gli scimpanzè (i parenti più vicini agli umani) nè i lupi (i parenti più vicini dei cani) comprendono e usano le comunicazioni umane con la flessibilità e competenza dei cani.
Si parla quindi di inculturazione filogenetica dei cani che è avvenuta nel corso di migliaia di anni ed è continuata ed amplificata con ogni cane, che acquista una enorme quantità di esperienza vivendo con gli umani.
In sunto, geneticamente predisposti a capire gli umani, per interagire e riuscire a rispondere e collaborare con loro, i cani hanno però bisogno di vivere con gli umani così da poterli osservare e imparare da ciò che osservano.
La overimitation (o super imitazione)
E’ stato osservato che i cani nei confronti degli umani hanno quella che si chiama overimitation (o super imitazione) ossia il copiare azioni non necessarie o irrilevanti.
Fino a qualche tempo si riteneva che questa forma di imitazione fosse esclusiva degli umani e si pensa abbia un ruolo chiave nella accumulazione della cultura umana nel corso del tempo.
Una ipotesi per la super imitazione da parte degli umani è che soddisfi anche motivazioni sociali: super imitare sarebbe un tentativo di ‘affiliarsi o essere come il modello’, spiegano gli scienziati.
Che i cani facciano overimitation è considerato un segno di quanto sono profondamente acculturati nel mondo umano.
Ci sono diverse spiegazioni ipotizzate per cui fanno super-imitazione:
- Si ritiene che la super-imitazione sia motivata dalla affiliazione ad umani con cui hanno un legame stretto. In altre parole, anche per i cani la super imitazione soddisferebbe motivazioni sociali.
- Un’altra ragione sarebbe preservare e coltivare il legame con i loro umani.
- Un’altra ancora sarebbe la fiducia: si ipotizza che i cani si fidino in modo tanto profondo dei loro umani da fare (almeno fino ad un certo punto) tutto ciò che questi propongono ed elaborano una loro strategia solo dopo un po’ che quella proposta dagli umani si è rivelata inefficiente.
Genitori e figli – il legame genitori/figli
Il legame di attaccamento tra cani e proprietari è comparabile a quello tra genitori e figli.
Questo legame affiliativo cambia il comportamento del cane (proprio come cambia quello dei bambini) in diversi modi, stimola il sistema di cura dei proprietari ed influisce sul modo in cui il cane esplora gli oggetti e riesce in task cognitivi (lo stesso avviene con i bambini).
Non solo, il legame con i proprietari cambia (come nei bambini) la attitudine generale del cane nei confronti degli umani, ed è selettivo (ad esempio, i cani prestano maggiore attenzione alle azioni del loro caregiver rispetto a quelle di altri umani anche se sono familiari).
In poche parole:
Chi sono i cani, le loro caratteristiche, le loro straordinarie capacità di comprensione degli umani, la loro disponibilità e fiducia nei confronti degli umani non sono casuali, sono frutto della domesticazione, del lavoro che gli umani hanno fatto per modellare i cani a loro uso e vivere nel mondo umano può essere molto faticoso per i cani.
In conclusione
Gli umani sono in gran parte responsabili per chi diventano i cani e hanno il dovere e la responsabilità di dare ai cani una vita in cui possono prosperare ed in cui le loro esigenze, fisiche, mentali ed emotive sono soddisfatte.
Cosa vuol dire:
- Il primo obbligo degli umani è non tradire la fiducia del cane
- Lasciare al cane un margine di libertà di scelta
- Mettere il cane in condizione di mettere in atto i suoi comportamenti naturali, tipici dei cani e tipici della sua razza (o mix di..): tra cui annusare, scavare buche, nuotare, seguire la preda, etc.
- Impegnare il cane in modo corretto, fisicamente e mentalmente
- Rispettare e apprezzare il cane per chi è, nella sua unicità ed individualità
- Adottare metodi educativi etici e rispettosi del cane e del suo benessere fisico, mentale ed emotivo