I cani sono creature straordinarie che fanno tantissimo per gli umani. Un settore relativamente poco noto e che ci colpisce moltissimo è quello dei programmi di assistenza in cui è prevista la presenza dei cani.
Abbiamo intervistato Marcello Galimberti, Presidente AIUCA (Associazione Italiana Utilizzo Cani d’Assistenza per Pet Therapy), professionista della conduzione di animali in programmi assistiti e istruttore Delta Society Pet Partners.
D (Dogdeliver): E’ vero che i cani sono animali ancora più speciali di quanto possa pensare il più affezionato dei proprietari?
G (Marcello Galimberti): Direi di sì anche perché negli animali sono ancora presenti quei valori che molti uomini hanno dimenticato
D: Cosa li rende così speciali rispetto agli altri animali?
G: Ritengo che tutti gli animali siano “speciali” a modo loro. Forse i cani, così come i gatti, a differenza di altri animali domestici vivono nelle nostre case. Inoltre, i cani, coprono anche ruoli che aiutano l’uomo ad essere maggiormente autonomo (cani per i non vedenti, cani per persone con handicap motorio, cani per persone non udenti…)
D: Cosa possono fare i cani per aiutare le persone con bisogni particolari?
G: E’ necessario fare una distinzione tra coloro che necessitano di un cane addestrato per rendere la propria vita più indipendente, per cui parliamo di persone con un handicap fisico e/o comunque in grado di gestire ed accudire un cane e di persone che potrebbero beneficiare della presenza di un cane se inseriti in un programma assistito dall’animale.
D: Cosa si intende per programma assistito dall’animale?
G: Si intendono una serie di incontri strutturati che prevedono il coinvolgimento di un animale con lo scopo di favorire il raggiungimento di obiettivi precedentemente definiti. In base agli obiettivi gli interventi si distinguono in: attività, terapia o educazione assistita dall’animale.
D. Quali tipi di problemi possono beneficiare particolarmente da un programma assistito dell’animale?
G: Non sono le patologie o i problemi di una persona che possono beneficiare di tali programmi. Sono i professionisti (medici, psicologi, fisioterapisti, educatori professionali, psicomotricisti, insegnanti…) che hanno in carico il paziente o il fruitore del programma che possono essere facilitati nel proprio lavoro. La presenza dell’animale ma soprattutto ciò che trasmette (le emozioni) diventa strumento che facilita l’intervento del professionista.
D: Ci può spiegare cosa rende i cani indicati per i programmi assistiti dall’animale? Immaginiamo ci siano ragioni legati alla loro natura oltre al loro vivere in casa con noi.
G: Innanzitutto sono animali sociali quindi capaci di vivere con altri esseri viventi, non giudicano, non ci contraddicono, non mentono, non si preoccupano di come una persona appare o di quello che dice. Sono tutti aspetti, insieme ad altri, che permettono di stabilire una relazione senza alcuna discriminazione.
D: I cani come possono favorire gli interventi dei terapeuti?
G: permettendo loro di “fare il cane”. La risposta può sembrare banale o un gioco di parole ma in realtà è così. Se permettiamo al cane di potersi esprimere per ciò che è, beneficeremo di tutti quegli aspetti che ho riportato nelle domande precedenti.
D: I cani hanno bisogno di una formazione specifica per la pet therapy?
G: Sì, ma soprattutto chi li dovrà gestire: il Conduttore dell’Animale.
D: Ci può dire qualcosa sul tipo di formazione che fanno i cani per poter fare assistenza alle terapie e quale tipo di formazione esiste per il conduttore?
G: la formazione che AIUCA propone, riguarda per lo più il conduttore che è il garante del benessere psicofisico dell’animale coinvolto nel programma. Questi, imparerà la comunicazione e i processi di apprendimento del cane; la gestione degli stimoli; a prevedere le reazioni dell’animale e canalizzarle e non reprimerle; ad accettare il proprio cane per quello che è con la consapevolezza che il cane perfetto non esiste e proprio per questo, il nostro cane, è il più speciale di tutti!
D: Tutti i cani possono fare la pet therapy o ci sono alcune razze particolarmente predisposte?
G: Sì, se parliamo di razze alcune sono più predisposte di altre ma voglio ricordare che anche i meticci possono andare benissimo!
D: Può indicarci i paesi in cui l’uso della pet therapy è più diffuso e avanzato?
G: Quando ho iniziato, nel lontano 1990, gli Stati Uniti d’America erano senz’altro più avanti di altri Paesi. Oggi, direi che anche noi europei abbiamo raggiunto un ottimo livello.
D: Nella sua esperienza, come è la situazione in Italia rispetto alla conoscenza, e diffusione della pet therapy?
G: A differenza del resto d’Europa e degli USA in Italia c’è ancora molta confusione e soprattutto la tendenza a complicare e quindi rallentare o addirittura rendere quasi impossibile la realizzazione di tali programmi oltre all’errore di pensare che sia una disciplina cinofila!
D: Lei è presidente della AIUCA, ci può spiegare di cosa si occupa l’Associazione?
G: Da 25 anni ci occupiamo di formare “Conduttori di animali”; di sviluppare progetti negli ospedali, case di riposo, centri psichiatrici, scuole, asili, comunità di recupero, centri di riabilitazione, CSE, CDD…; di diffondere un corretto approccio all’animale; di collaborare con centri di ricerca e le università per una diffusione scientifica riguardo l’efficacia dei programmi assistiti dagli animali.
D: Se ci permette, chiuderemmo con una domanda personale, come è arrivato ad occuparsi di pet therapy?
G: dalla passione per i cani, dal desiderio di permettere alle persone di poter beneficiare della compagnia di un animale senza però che quest’ultimo ne pagasse le conseguenze e grazie al suggerimento di un’allevatrice, madame Helene Reynier che mi chiese se volevo aiutarla in questa impresa.
Grazie infinite