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L’identikit del cattivo proprietario di cane

La vita con il cane è bellissima ma anche molto impegnativa: ci sono i quadrupedi con il loro carattere, la loro personalità, la loro comunicazione, la loro salute e le loro numerose ed importante esigenze e c’è il mondo esterno – ci sono gli ostili ai cani e quelli che non li accettano, e ci sono anche gli altri proprietari (e accompagnatori, che per comodità di lettura raggruppiamo sotto il termine proprietari), alcuni dei quali sono una vera fortuna (non è un caso che grazie ai cani si fanno conoscenze che diventano amicizie profonde) mentre altri, i cattivi proprietari, sono un problema.

L’identikit del cattivo proprietario è l’argomento di oggi.

Un profilo comune

L’essere cattivo proprietario di cane supera ogni barriera di origine, età, nazionalità, sesso e tipo di cane: un uomo inglese di 60 anni con un husky, una donna francese di mezza età con un bouledogue e un’adolescente italiana con un maltese che altrimenti non avrebbero nulla in comune sono uniti dal modo in cui si comportano quando si tratta di cane. Tutto il mondo è paese vale anche in caso di male gestione di quattrozampe.

Comportamenti tipici

Qualche esempio di comportamenti tipici del cattivo proprietario di cane:

C’è una piazza piena di gente? Al cattivo proprietario di cane non importa, scioglie il suo animale e inizia a lanciargli la palla. Il pensiero che, nell’enfasi del rincorrere la palla il cane possa sbattere contro qualcuno, far cadere un anziano, abbattere un bambino o si faccia male lui/lei, non lo sfiora.

Il cane è un bullo, non sa relazionarsi correttamente con gli altri e provoca problemi a chiunque incontra? Al cattivo proprietario non importa nulla, magari se ne vanta anche ‘il mio è dominante‘, lo inserisce serafico in area cani, lo porta sciolto ovunque. La realtà di fondo è che cerca le risse perchè è convinto che il suo avrebbe la meglio sugli altri.

Il cane è un classico provocatore che lancia il sasso e ritira la zampa? Il cattivo proprietario non lo sa, non ne accorge, o magari lo sa ma non gli fa nessuna differenza: il cane va sciolto, sempre, comunque e ovunque, importuna e disturba, e i problemi che provoca sono degli altri.

La femmina è in calore? Il cattivo proprietario di cane la inserisce in area cani, la porta sciolta per strada, esce in orari comodi (l’equivalente dell’ora di punta del trasporto pubblico) e quando i maschi che la sentono (naturalmente ed ovviamente) impazziscono, il problema è loro e dei loro proprietari. Guai a far notare che è rischioso, anche per la femmina, portarla in giro in quelle condizioni.

Il mio è maschio e ha problemi con gli altri maschi‘, annuncia mentre il suo cane sciolto corre verso il tuo, maschio, legato. La – stupidità? arroganza? demenzialità? altro? – del cattivo proprietario a volte supera la più fervida immaginazione.

La razza fa il cane

Il maltese è aggressivo ma è bianco e di piccola taglia e quindi la proprietaria si sente legittimata a lasciarlo sciolto anche se va a provocare, se non addirittura attaccare, chiunque vede mettendosi così in pericolo e mettendo in difficoltà gli altri cani e gli altri proprietari che vogliono evitare tragedie.

Il cane attacca per far male qualsiasi maschio che vede ma è portato sempre sciolto perchè ‘è un labrador‘ (e quindi è buono). Peccato che alle spalle abbia una serie di vittime che nemmeno Jack lo Squartatore.

Il cane si avvicina rigido come un bastone, sguardo fisso, l’atteggiamento è chiaramente minaccioso > ‘Richiama il Suo cane per favore‘ > ‘Il mio è buono, è un Golden‘ > rissa. Invece di scusarsi, il cattivo proprietario prende esempio dal suo cane e aggredisce a sua volta (vd punto che segue).

Sono solo tre esempi ma danno una buona idea del problema: a differenza di quello che pensa il cattivo proprietario, razza, taglia e colore non dicono nulla su come si comporta e su come è il cane e non legittima a lasciarlo incontrollato, libero di fare quello che vuole.

Aggressività

Una caratteristica del cattivo proprietario di cane è l’aggressività che rovescia su quelli a cui causa problemi. Per alcuni è aggressività attiva, per altri è aggressività passiva, ma comunque di aggressività si tratta ed è orrenda.

Fuga

Il cattivo proprietario di cane si caratterizza anche per la codardia. Il modo in cui (non) gestisce il suo animale rende inevitabile che causi problemi, non di rado risse, e quando accadono o non si fa vedere o magari interviene per bloccare il suo cane ma appena lo prende, scappa e chissene dei danni che hanno causato e del male che ha fatto.

Noi le abbiamo vissute tutte e solo una volta (suppongo perchè impietosita) è intervenuta quella che gli americani chiamano Poetic Justice (la giustizia poetica): un meticcio di pastore tedesco sciolto ha malamente aggredito Oban (3 morsi, come ci siamo accorti una volta tornati a casa), la proprietaria lo ha preso, lo ha legato e si è allontanata a tutta velocità. Non si era però accorta che la scena era avvenuta di fronte a due vigili della polizia locale che l’hanno richiamata e fermata.

La parabola della pagliuzza e della trave

Un classico del cattivo proprietario è giudicare i cani degli altri.

Peccato che ogni cane ha la sua genetica, il suo carattere, la sua personalità, il suo stile di vita (che può essere adeguato o non adeguato), la sua storia, il suo modo di vedere e affrontare il mondo e che i comportamenti sono comunicazioni e, come ormai abbiamo visto tante volte, che le comunicazioni dei cani sono estremamente complesse e saperle interpretare correttamente richiede grande preparazione ed esperienza, che i comuni proprietari è difficile che abbiano.

Sicuro che quel cane cattivissimo è veramente così e che il proprio angelo sia veramente quel patatone di cui ci si vanta tanto? Al cattivo proprietario il dubbio non viene mai. Prima di sparare giudizi sarebbe invece il caso che ripensasse alla famosa parabola del vedere la pagliuzza negli occhi degli altri e non la trave nei propri, scoprirebbe qualcosa di utile.

Irresponsabile

Gestire correttamente il cane richiede

  • conoscerlo
  • saperlo interpretare correttamente
  • avere almeno un po’ di comprensione dei comportamenti e della comunicazione dei cani in generale
  • anche se si è convinti che il proprio cane è buonissimo e bravissimo, essere sempre attenti all’ambiente in cui ci si muove
  • capire il contesto e leggere i segnali
  • anticipare, per prevenire, le situazioni spiacevoli e di rischio, di cui si può essere fautori o vittime.

Il cattivo proprietario di cane non lo fa: è sempre al telefono, chiacchiera con altri umani, non si preoccupa nè si interessa di chi c’è intorno, di cosa ha fatto in passato il proprio cane, di cosa fa in quel momento, i segnali che invia, le reazioni che provoca il suo passaggio.

Che sia perchè

  • il mio è buono
  • il mio vuole giocare con tutti
  • ‘il mio è buono e vuole giocare con tutti
  • i cani se la vedono da soli
  • Fossero entrambi sciolti non ci sarebbero problemi
  • o altre ragioni

non controllare il proprio cane, dare per scontato che quello che fa va bene e non agire per prevenire situazioni di disagio e tensione è irresponsabile.

Se lo (ri)conosci forse lo eviti

Il cattivo proprietario è dietro ogni angolo, in ogni prato, ogni area cani, ogni strada, ogni giardino; ha migliaia di aspetti e vesti e l’unico modo per riconoscerlo è come si comporta. La sconfortante verità è che riuscire ad evitarlo è più fortuna che abilità.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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