I cani sono tutti diversi uno dall’altro, hanno carattere e personalità, provano sentimenti ed emozioni, vivono stati d’animo, hanno un codice di comportamento, canino, diverso dalle leggi umane, comunicano tanto ma se anche capiscono le parole non le usano per comunicare, hanno esigenze fisiche, mentali ed emotive importanti, i loro comportamenti sono espressione della loro genetica (che da loro l”impostazione’ su come interpretare e affrontare le situazioni), delle loro esperienze e dei loro stato d’animo per cui si può dire che sono comunicazioni, leggono e interpretano gli umani come nessun altro, il legame che si crea con i proprietari è comparabile a quello tra figli e genitori.
In poche parole, i cani sono molto complessi e capirli e gestirli correttamente è difficile e molto impegnativo.
Ciononostante sono diffusissimi, solo nelle case italiane si calcola ce ne siano più di 7 milioni e un motivo importante per cui ce ne sono così tanti è che gli umani pensano che i cani siano semplici e quando non ne sono contenti scaricano su di loro ogni responsabilità.
Se il proprietario non è contento è colpa del cane, così va il ragionamento.
‘Il cane è un problema’
I motivi per cui i proprietari dicono che il cane è un problema sono diversi, ad esempio:
- abbaia quando suonano alla porta
- non gli piacciono gli altri cani
- si sporca quando esce
- ha tirato sul il pelo mentre giocava con un altro cane
- non posso più invitare nessuno a casa perchè non li fa entrare
- non vuole uscire perchè è terrorizzata
- morde tutti
- protegge i suoi giochi
- etc. etc.
I proprietari considerano il cane un problema, ma la realtà è molto più complicat:a: Alcuni comportamenti sono normali per i cani; altri sono comportamenti problematici mentre altri sono problemi comportamentali. La differenza è fondamentale.
Il cane si sporca quando esce? Anche se è vissuto come un problema dai proprietari, è normale; non può e non deve essere considerato un problema.
I comportamenti problematici sono comportamenti con cui i proprietari hanno difficoltà ma non sono problemi del cane, sono problemi di gestione, di ambiente e/o di circostanze pertanto hanno una dimensione di relatività: ad esempio
- il cane da guardia che impedisce agli ospiti di entrare in casa fa ciò per cui è nato; se è vissuto come un problema, il problema sono le scelte e la gestione sbagliata dei suoi proprietari;
- il cane che lasciato solo a gestire le situazioni le affronta con manifestazioni aggressive – messo in difficoltà e senza sostegno da parte dei suoi umani fa quello che pensa lo aiuti, il problema non è lui/lei ma la gestione sbagliata dei proprietari.
I problemi comportamentali sono tutt’altro. Detto in modo molto semplificato, sono comportamenti non normali per i cani, per cui il problema è il cane.
In sunto, ‘il cane è un problema‘ nasconde realtà intrinsicamente diverse: può trattarsi di comportamento normale, comportamento problematico o di problema comportamentale. Comportamento problematico e problema comportamentale sono due cose profondamente diverse; come tali devono essere prima correttamente identificate e poi correttamente affrontate.
‘Mettere a posto il cane’
Nel momento in cui vivono il cane, essere che considerano semplice, come un problema, tanti proprietari vogliono una soluzione semplice e rapida – a cui pensano in termini di ‘mettere a posto’ il cane – e, possibilmente, da delegare ad altri.
Una soluzione rapida e facile vuole un problema facile
Perchè possa esserci una soluzione rapida e facile serve che il problema che si affronta sia facile.
Per i cani che, diciamo genericamente, ‘non vanno bene’ ne è stato trovato uno che svolge perfettamente il ruolo: la ragione dei loro comportamenti è la dominanza, la soluzione della quale è la sottomissione, che si ottiene con la forza, con strumenti e metodi coercitivi (la ‘tecnica’. come li definisce qualcuno).
Non torniamo oggi sulla questione coercizione di cui abbiamo trattato più volte (tra gli altri qui, qui e qui), ci soffermiamo invece sulla dominanza, concetto delicatissimo e ampiamente abusato.
Se ne è occupato tra gli altri il Professor Clive Wynne, direttore del Canine Science Collaboratory della Arizona State University, in un recente studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology.
E’ scientificamente dimostrato che i metodi e gli strumenti coercitivi provocano gravi danni ai cani e pregiudicano la relazione umano-canina’
Una questione controversa
La struttura sociale gerarchica si ritrova comunemente, ma non inevitabilmente spiega il Professor Wynne, nei gruppi sociali. I cani, come gli umani, sono animali sociali per cui, ricorda, la questione se tra di loro esista una gerarchia sociale è legittima. E’ molto controversa a causa dell’uso sbagliato del termine dominanza da parte di certi ‘educatori/addestratori’ che la sfruttano come giustificazione per i metodi che adottano nell’addestramento dei cani.
La dominanza in etologia
In etologia, dominanza è la tendenza di alcuni individui in un gruppo sociale ad avere accesso preferenziale, in modo almeno parzialmente costante, a risorse limitate come possono essere un rifugio, il cibo, o il partner sessuale. Gli individui che hanno accesso costante a risorse limitate sono noti come ‘dominanti’, quelli che hanno consistentemente meno accesso alle risorse, sono ‘subordinati’.
Wynne spiega che gerarchie di dominanza possono formare un ordine di rango costante e per indicare ed etichettare la posizione dei diversi individui nella gerarchia sono usate lettere greche (alfa, beta, etc.).
Le gerarchie sociali sono mantenute con segnali formali non aggressivi nè di minaccia e compresi dalle parti come indicativi dello status di ciascuno
Gli etologi hanno stabilito che le gerarchie sociali sono comunemente mantenute con segnali di status superiore e inferiore, noti come segnali di dominanza formale e subordinazione. Sono segnali formali non aggressivi nè di minaccia e sono compresi dalle parti come indicanti lo status relativo (dominante o subordinato) di ciascuno.
I cani non sono lupi
Chi (ab)usa del termine dominanza applicandolo ai cani evoca i branchi di lupi che, sostengono, sono organizzati in strutture gerarchiche basate sul conflitto e mantenute con la violenza.
La realtà dei lupi però non è così, non solo, ci dice Wynne, è ormai riconosciuto che la struttura sociale dei cani (liberi) è diversa da quella dei lupi, più flessibile – ci sono gruppi la cui dimensione varia dal singolo individuo a più di venti – e con una struttura gerarchica più estrema di quella dei lupi.
I cani sono più competitivi tra di loro e cooperano di meno per la soluzione di problemi di quanto facciano i lupi
Diversi studi hanno osservato che i gruppi di cani possono essere molto gerarchici e che, a differenza dei lupi, i cani sono tendenzialmente molto competitivi e riluttanti nel condividere le risorse.
Una ragione ipotizzata è che per sopravvivere e uccidere la preda, i lupi hanno bisogno di cooperare con gli altri membri del loro gruppo e quello che uccidono è spesso più di quanto un solo individuo può consumare per cui collaborano nella caccia e poi condividono quello che uccidono, mentre i cani – che non cacciano per nutrirsi ma frugano alla ricerca di cibo scartato/reso disponibile dagli umani – non hanno bisogno di cooperare per mangiare e non hanno motivo di condividere i frutti della loro ricerca; anzi, la presenza di altri genera competizione.
La ‘super dominanza’
I cani hanno straordinarie capacità adattive che sono alla base del successo che hanno nel vivere nel mondo degli umani e, evidenzia Wynne, gli umani sono in una posizione che definisce di ‘super dominanza‘, hanno il controllo completo sulle risorse di cui i cani hanno bisogno e, se i proprietari sono generosi e capaci di gestire quelle risorse, i cani non solo sanno già chi occupa quale posto nella scala gerarchica ma sono anche contenti della situazione.
Impostare la relazione in modo antagonistico e conflittuale e ricorrere alla violenza per imporsi su di loro, quindi, non solo è inutile, non ha proprio senso.
Quando ci sono problemi
Non si può negare che ci sono situazioni che possiamo definire di sfida da parte del cane nei confronti dei membri umani della famiglia ma, a differenza di quello che sostengono gli adepti della sottomissione e della coercizione, non si tratta dell’espressione della natura dominante del cane quanto piuttosto del sintomo di un malessere riconducibile ai proprietari inadeguati.
Detta in modo più chiaro: alcuni dei cani che non hanno niente, che fanno vite inadeguate e insoddisfacenti, possono cercare di prevalere nel tentativo così di riempire il vuoto della loro esistenza.
I cani che si sentono apprezzati e amati, che hanno una vita soddisfacente fisicamente, mentalmente ed emotivamente non hanno ragione di farlo e non lo fanno.
I problemi di status – e, notare bene che si tratta di status non di dominanza – in famiglia nascono quando gli umani non sono capaci di gestire risorse e ambiente, non sanno dare regole e cercano di imporsi ricorrendo alla violenza.
Fare così, però non è segno di forza, al contrario è segno del loro fallimento come genitori (quali sono i proprietari per i cani), come guida e come leader.
E’ scientificamente provato che alcuni metodi per educare i cani sono più efficaci, oltre che moralmente ed eticamente superiori
Riassumendo
I cani hanno straordinarie capacità adattive che li hanno resi di grande successo nel mondo degli umani. Ciò detto, devono imparare come ci si aspetta che si comportino nel mondo e nell’ambiente in cui sono inseriti, devono essere educati e preparati alla vita e compito di farlo è dei loro proprietari.
Il legame che si crea tra cani e proprietari è comparabile a quello tra figli e genitori
Ogni cane nella sua unicità, con il suo carattere, la sua personalità, i suoi gusti, i suoi perchè e le sue motivazioni, ha bisogno di essere capito e guidato nella vita con gli umani e compito di farlo è dei suoi proprietari.
I cani non parlano ma sono grandi comunicatori e compito dei proprietari è capire il linguaggio del suo cane e imparare a comunicare con il cane e anche usare correttamente le gratificazioni.
I cani (intesi come pets) sono totalmente dominati dagli umani: senza gli umani non possono fare nulla, nemmeno mangiare, bere, uscire, fare la pipì, per non parlare di accoppiarsi.
Problemi in famiglia nascono quando gli umani non sanno gestire risorse e ambiente e non sanno dare regole e per compensare cercano di imporsi con la forza. Il ricorso alla forza è segno del loro fallimento come genitori, come guida e come leader.
E’ scientificamente provato che l’uso della forza e della violenza per imporsi sui cani è solo apparentemente efficace e compromette gravemente il cane e la relazione umano-canina.
L’uso della forza e della violenza per relazionarsi con i cani è il segno del fallimento degli umani nel loro ruolo di leader e guida.
Grazie a Sara De Cristofaro, educatore cinofilo, preparatore cani allerta diabete e autrice del best-seller Senti chi Abbaia per l’aiuto