Oggi ci occupiamo di un argomento che riguarda gli animali in generale e alla fine vedremo perchè interessa noi in quanto proprietari di cane.
Le emozioni che provano gli animali e il loro essere senzienti.
Per senzienza si intende la capacità di sentire (non in senso acustico) e di ricevere e rispondere a stimoli in modo consapevole, percependoli con la propria interiorità. In altre parole, senzienti sono gli esseri capaci di provare emozioni e di sentire il dolore.
In tanti sostengono che gli animali si comportano come se fossero senzienti e come se provassero emozioni ma in realtà non lo sono e non le provano perchè emozioni e senzienza sono uniche degli umani. (In modo del tutto ascientifico mi chiedo come si possa in buona coscienza sostenere una cosa simile. Se uno sembra che abbia e si comporta come se avesse, perchè non dovrebbe essere ed avere veramente? Boh).
A questi risponde tra gli altri Mark Bekoff dicendo che nessuno hai mai potuto dimostrare che gli animali non provano emozioni e non sentono dolore (soffrono sia emotivamente sia fisicamente) e che sostenere l’eccezionalismo umano (il credere che gli umani si differenziano da tutti gli altri animali e che il creato esiste solo per servirli) è tragico.
Bekoff spiega che gli umani non sono gli unici animali a provare numerose emozioni. Le emozioni servono da ‘colla sociale’, e da catalizzatori sociali per cui è una perdita di tempo chiedersi se animali sociali come i cani, gli scimpanzè, gli elefanti o altri provano dolore, gioia, felicità, gelosia, rabbia, etc. E’ indubbio che le provano, dice.
Visto questo, invita in modo deciso a cambiare il modo di vedere e vivere gli animali.
Dice che bisogna rendersi conto che gli animali hanno un valore intrinseco indipendente dal valore strumentale che gli umani attribuiscono loro e che si deve pensare in termini di benessere animale perchè solo così si da valore alla vita di ciascun individuo animale e solo così quello che sappiamo sulle emozioni e sulla sensienza degli animali si può tradurre nella consapevolezza diffusa che ci sono modi di trattare gli animali che sono abuso, e in quanto tali sono intollerabili, e allo stesso tempo, si può concretizzare nella diffusione di attività mirate al loro benessere.
Un’altra cosa che ci dice Berkoff è che è un errore negare il valore dell’antropomorfismo (ossia, l’attribuire tratti umani, emozioni e intenzioni ad entità non umane (ad esempio agli animali non umani) perchè attribuire agli animali caratteristiche umane non equivale a sostenere che gli animali sono umani ma ci aiuta a capirli meglio e quindi anche a trattarli meglio. A questo proposito è allucinante pensare quanti ancora negano il valore dell’antropomorfismo. Con uno mi sono ahimè imbattuta. E’ un veterinario e ricercatore con cui mi avevano messa in contatto perchè volevo fare un articolo sulle malattie psicosomatiche nei cani che mi ha scritto che non si può dire che i cani ne soffrono perchè così facendo li si antropomorfizza. Peccato che i cani soffrono di ansia, stress, insicurezza, paura, preoccupazioni, emozioni che anche gli umani provano e che negli umani è scientificamente provato avere effetti (negativi) sul fisico e causare malattie. Se lo stato mentale influisce su quello fisico negli umani, perchè negare che sia lo stesso per i cani? Lo sa il Cielo. Una risposta possibile è che è sicuramente molto più facile riempire di cortisone e antibiotici un cane che soffre ad esempio di colite o di dermatite (per poi fregarsene quando non funzionano) piuttosto che impegnarsi per capirne il carattere e la personalità, come si sente nella vita, identificare l’eventuale causa mentale del malessere fisico e lavorare sul doppio fronte mentale e fisico per raggiungere uno stato di equilibrio e benessere.
Ma torniamo a Bekoff che continua dicendo che è molto più importante considerare cosa sentono gli animali più di quello che sanno e, nel dubbio, supporre che provano di più che di meno e che la scienza ci dice chiaramente che gli animali provano sentimenti ed emozioni e sono senzienti, che esserne consapevoli è un dovere così come proteggere i milioni di creature indifese che soffrono a mano degli umani.
Probabilmente, arrivati a questo punto è chiaro perchè ci siamo soffermati su questo argomento.
Il fatto è che tra gli animali c’è il Cane, l’animale più vicino agli umani che esiste (l’unico, come scrive il celebre etologo Irenäus Eibl-Eibesfeldt, che vive con noi non solo accanto a noi) e nonostante provino emozioni e siano esseri senzienti, sono diffusamente trattati con medodi e strumenti che ne causano dolore, fisico e mentale.
Prima ancora delle ragioni scientifiche ed etologiche per cui metodi e strumenti coercitivi sono un errore (ne abbiamo trattato tra gli altri qui, qui, qui, qui e qui), c’è l’orrore di ricorrere a pratiche (la tecnica come qualcuno ama chiamarle) che consapevolmente arrecano dolore fisico ed emozionale ai cani, causando loro danni spesso irreparabili. E’ uno dei peggiori tradimenti della relazione dei cani con gli umani.