Chiedere non vuol dire ottenere. Vale per gli umani e vale per i cani eppure nella relazione con i quadrupedi, i bipedi sembrano non considerarlo.
L’idea è che ai cani si comanda e loro obbediscono.
Quando non lo fanno ci sono problemi. Se l’animale è (relativamente) fortunato viene giudicato ottuso, stupido, o magari testardo ma il più delle più volte non sono fortunati e vengono sentenziati dominanti e da sottomettere.
Di dominanza e sottomissione abbiamo parlato tra gli altri qui e qui, oggi ci soffermiamo su alcune delle vere ragioni per cui i cani non fanno quello che viene chiesto loro.
Vediamo tre tra le principali.
Il cane non capisce cosa vuole l’umano
Una delle ragioni principali per cui i cani non fanno quello che si chiede loro è perchè non capiscono la richiesta. E non è che non capiscono perchè sono stupidi.
Un motivo per cui possono non capire è che non conoscono bene la richiesta, l’insegnamento non è stato sufficiente o la richiesta viene fatta in un contesto diverso rispetto a quello in cui è normalmente avanzata. E’ anche possibile che ci siano distrazioni nuove e diverse.
Insegnare alla creatura una richiesta in più situazioni serve al peloso per riconoscerla in più contesti e quindi per poterla replicare.
Un altro motivo per cui possono non rispondere a una richiesta è che il modo in cui viene presentata non è il più adatto per loro (questo vale particolarmente nelle fasi di insegnamento). C’è chi si trova bene con le parole, chi ha più naturalezza con i gesti, chi rende meglio con un misto di gesti e parole o magari qualche altro modo. Comunicare nel modo più adatto alle specificità della creatura facilita ovviamente la comprensione e quindi poi la soddisfazione reciproca.
Un po’ come descrive Larson nella sua meravigliosa vignetta
Come è fatta la richiesta
Vogliamo parlare delle vere intenzioni dell’umano che chiede? Abbiamo visto che gli umani comunicano con i cani anche senza accorgersene e spesso succede che gli umani chiedano al cane di fare qualcosa ma quella richiesta non coincida con le vere intenzioni, che sono quelle a cui il cane risponde. C’è poco da sorprendersi se ci sono incomprensioni.
E come dimenticarsi del modo in cui è fatta la richiesta. Stress, paura, rabbia, ansia, preoccupazione, negatività in generale portano il cane a concentrarsi sullo stato d’animo dell’umano più che su quello che chiede.
La motivazione
‘Lo dico io e quindi lo devi fare‘. Anche no. Come dicevamo all’inizio, non basta chiedere per ottenere.
C’è la questione del come è fatta la richiesta, della intenzione vera dietro la richiesta, e c’è la questione del perchè il cane dovrebbe rispondere, quale gratificazione ottiene dal fare quello che gli viene chiesto?
L’idea generale è che la gratificazione principale dei cani sia il cibo, motivo per cui gli snackini sono regolarmente usati per premiare i cani che si comportano ‘bene’. Se anche il cibo è tendenzialmente molto apprezzato (anche se non da tutti e non per tutti ha lo stesso valore), non è l’unica motivazione.
Quanti sanno che è scientificamente provato che per i cani l’apprezzamento dei loro umani vale più di qualsiasi altra cosa, anche del cibo?
Quanto lontano possono portare complimenti, carezze, attenzioni, e attività fatte insieme con l’umano! Più lontano ancora di un sacchetto di salsiccine.
Le distrazioni
Oh le distrazioni!
Come si fa a resistere al richiamo della pozza fangosa o delle produzioni selvatiche o dell’uccellino che svolazza sull’albero o della pipì di femmina in calore? Impossibile. Anche per i cani vale il famoso aforisma di Oscar Wilde ‘Posso resistere a tutto meno che alle tentazioni‘.
Le tentazioni sono un bel problema sia nella fase iniziale dell’apprendimento (fase inziale perchè, come per gli umani, anche per i cani nella vita c’è sempre da imparare) sia più avanti quando ci si trova in situazioni in cui è essenziale che il cane ascolti ma ha ben altro per la testa.
Nella fase dell’apprendimento il peso delle distrazioni va calcolato e gestito. Un metodo è introdurre i vari insegnamenti in ambienti con poche o nessuna distrazione e poi, per evitare il problema di cui al punto iniziale, progressivamente lavorare in contesti più naturali.
A richieste imparate e relazione solida, alcune tentazioni peseranno più dell’umano e le sue richieste, altre meno, e bisogna metterlo in conto.
Uno dei motivi per cui si deve sempre avere controllo dei cani è che non si può mai avere la certezza che non si presenti qualcosa che li faccia scattare tanto da non sentire più niente e nessuno e così facendo mettano in pericolo se stessi e/o altri.