Home Vita con il Cane E’ una buona idea prendere due cuccioli di cane dalla stessa cucciolata?

E’ una buona idea prendere due cuccioli di cane dalla stessa cucciolata?

Qualche tempo abbiamo visto che avere due cani non è come averne uno.

Su The Bark ho trovato un articolo che si occupa di un tema correlato di cui non si sente mai parlare ma che è utile affrontare: cosa comporta prendere due fratellini, maschi o femmine, di una stessa cucciolata.

E’ l’argomento di oggi.

I piccoletti sono meravigliosi e può capitare che vedendoli insieme ci si faccia prendere dall’entusiasmo e si decida di prendere due fratellini (o sorelline o un fratellino e una sorellina).

Posto che, come abbiamo visto, avere due cani non è come averne uno, è una buona idea prendere due piccoli di una stessa cucciolata?

Secondo gli esperti, educatori, veterinari e comportamentalisti citati nell’articolo, la risposta è che i rischi non valgono la candela.

In altre parole, meglio prendere un cucciolino, dedicarsi alla sua crescita e allo sviluppo di quel fenomeno straordinario che è la relazione umano-canina e poi, se si desidera, prendere un altro cane.

Il problema è quella che chiamano la ‘Sindrome della cucciolata‘ che si manifesta con problemi comportamentali nelle fasi fondamentali dello sviluppo dei piccoli, tra cui paurosità verso il nuovo (persone, altri cani, stimoli, situazioni, etc.), intensa ansia quando sono separati anche per poco tempo, e difficoltà di apprendimento.

Nell’articolo è ricordato che ovviamente tanti fattori influenzano il comportamento dei cani e non tutti i fratellini cresciuti insieme sviluperanno il problema ma è sufficientemente diffuso da dover essere presentato e preso in considerazione.

La questione è la seguente: quando due piccoli di una stessa cucciolata vanno a vivere insieme nella stessa famiglia si rilevano frequentemente problemi comportamentali importanti tra cui uno sviluppo inadeguato di competenze sociali e di comunicazione, difficoltà di apprendimento, dipendenza emotiva e paurosità verso tutto ciò (altri cani, persone, posti, situazioni) che non è noto.

Una ragione del problema, spiega la comportamentalista Patricia B. McConnell, è che i piccoli sono tanto impegnati ad interagire uno con l’altro che anche il proprietario diventa una specie di terzo incomodo che ha difficoltà a relazionarsi con loro per cui ciò che è necessario al corretto sviluppo dei piccoli diventa molto più difficile – dall’attirare e tenere la loro attenzione, all’insegnare anche le regole più basic. Non solo, la McConnell dice anche che nella sua esperienza è più comune il bullismo e l’aggressività tra fratelli/sorelle che non tra cani che non lo sono.

Gli esperti spiegano che il forte legame che esiste tra i due piccoli è così forte che è come se si chiudessero al mondo esterno e questo impedisce loro di ‘assorbire e cogliere le sfumature della comunicazione canina e umana e visto che la paura è la reazione sponteanea dei cani a stimoli strani o che non conoscono, la comprensione ‘corrotta’ del mondo che li circonda porta come conseguenza che non sviluppano le competenze necessarie per affrontare la vita in modo sereno‘.

La comportamentalista Nicole Wilde evidenzia come l’iperattaccamento tra i due piccoli impedisce uno sviluppo sociale corretto e causa oltre ai problemi di comunicazione anche una dipendenza emotiva per cui anche una brevissima separazione uno dall’altro causa grande malessere.

Ian Dunbar, il famoso veterinario, educatore e comportamentalista, definisce due fratellini presi insieme ‘A disaster waiting to happen‘ (un disastro in attesa di avvenire) quando chi li prende pensa che le interazioni tra di loro siano tutto ciò di cui hanno bisogno, per cui i piccoli non sono adeguatamente e correttamente socializzati, con altri cani, con altre persone, con i proprietari addirittura e non sono esposti al mondo.

La D.ssa Melissa Bain della University of California, Davis, veterinaria comportamentalista, che ritiene non sia corretto parlare di sindrome, sostiene che i problemi nei piccoli compaiono quando i proprietari trattano i cuccioli come se fossero un essere solo a 8 zampe e non come due individui separati e unici quali invece sono.

Quando la situazione si presenta non deve essere sottovalutata e richiede l’intervento di un educatore cinofilo professionista, serio e preparato. Spesso la soluzione, per il bene dei piccoli, è trovare un’altra casa per uno dei due.

Detto questo, se il proprietario è seriamente intenzionato ad avere due piccoli fratelli non è impossibile, spiegano gli esperti.

Deve impegnarsi – consapevole che l’impegno è veramente importante – per farli crescere e sviluppare in modo autonomo, facendo fare loro separatamente le esperienze di vita di cui hanno bisogno – dall’imparare a stare in casa da soli (nel rispetto della esigenza dei cani di non essere lasciati soli a lungo) alle uscite alle visite dal veterinario.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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