I cani vedono e vivono il mondo in modo diverso da noi.
E’ necessario e utile considerare come lo vivono e lo vedono perchè permette di capire tanti loro comportamenti ed esigenze ed è la premessa necessaria per relazionarsi in modo corretto con loro.
Vediamo.
La posizione da cui vedono e vivono il mondo
E’ veramente difficile che ci si soffermi a considerare la posizione da cui i cani vivono e vedono il mondo ma nel momento in cui lo si fa ci si rende conto di tante cose dei nostri quadrupedi. Il fatto è che i cani vedono e vivono il mondo dal basso. La distanza ridotta dal terreno ha implicazioni sociali – ad esempio, devi avere un buon senso di te per non lasciarti intimidire dall’essere sovrastato, ma non solo, immaginiamo come può essere l’esperienza di un cane in una strada molto affollata o in un mercato o in un centro commerciale in ora di punta in cui non vede nulla se non un mare di gambe da cui rischia anche di essere schiacciato. Diciamo che le probabilità che si senta a disagio, per non dire proprio in pericolo, non sono poche. Tenerlo in considerazione fa si che si gestisca il cane in modo da evitargli inutili stress. La distanza ridotta dal terreno ha anche implicazioni fisiche – ad esempio d’estate i cani risentono non solo del calore dell’aria ma anche di quello che sale dall’asfalto a cui sono molto ravvicinati (ne abbiamo parlato più in dettaglio qui), motivo per cui sono ancora più a rischio del colpo di calore degli umani.
I miei umani: i miei genitori, la mia guida, il mio rifugio
Altro che dominanza e sottomissione, per i cani i loro umani sono i loro genitori, la loro guida, le figure di riferimento, il rifugio, il safe heaven, il porto sicuro che da loro la forza di andare alla scoperta del mondo. Lo scambio di sguardi tra cani e umani genera una alzamento del livello di ossitocina in entrambi – lo stesso fenomeno che avviene nella mamma umana quando guarda i figli umani neonati. Il rapporto tra cani e umani è tale che, è scientificamente provato, è comparabile a quello tra figli e genitori.
Il mondo è fatto di odori
I cani hanno i sensi che hanno gli umani ma sviluppati ed usati diversamente. La differenza più significativa è che il senso principale dei cani, quello con cui conoscono e si orientano nel mondo, è l’olfatto, che è un vero prodigio sensoriale. Il loro naso è così sensibile che addirittura odorano lo stato d’animo degli umani. Odorando il sottocoda degli altri cani raccolgono informazioni su di loro – ad esempio il sesso, la dieta, lo stato d’animo, lo stato di salute, etc – e odorando le pipì per strada si informano sui fatti della zona (è il motivo per cui è così importante che le uscite siano ben gestite e che il guinzaglio sia tenuto morbido e lungo). L’uso dell’olfatto è una delle forme di attivazione ed impegno mentale più importanti e soddisfacenti per i cani. E così fondamentale che i proprietari devono dare ai loro quadrupedi una vita in cui questo senso è adeguatamente esercitato.
La maleducazione? Anche no
Il rapporto dei cani con le buone maniere (canine) è un aspetto della loro vita che gli umani tendono a ignorare ma è importantissimo perchè è alla base di tanti comportamenti dei pelosi che sono male interpretati dagli umani. Il fatto è che i cani hanno un codice di comportamento molto rigoroso, che imparano fin da piccolissimi dalla mamma e dalle interazioni con i fratellini e nel mondo dei cani la maleducazione non è ben accetta e quando si manifesta, al villano viene ricordato che le buone maniere non sono un’opinione. Dove è la difficoltà? Che quello che è maleducato per i cani e quindi, da parte degli altri cani, necessario di intervento, e da parte dei proprietari richiederebbe lavoro per correggere/educare, non è detto che sia (ri)conosciuto come tale dagli umani che o lasciano correre o addirittura alimentano il comportamento. Tanti problemi tra cani e tra proprietari ci sono proprio per la cattiva gestione dei cani caninamente maleducati e la interpretazione sbagliata delle situazioni che generano. Un super classico è ‘Il mio vuole giocare con tutti‘ con cui il sorridente proprietario spiega il suo cane che corre dritto verso gli altri, magari abbaiando e saltando e quando arriva vicino inizia anche a saltare addosso. Altro che giocare… Si tratta di gran maleducazione e se uno lo sapesse in primis controllerebbe il suo animale per evitare che dia fastidio in giro e in secundis non si sorprenderebbe nè si arrabbierebbe se e quando viene accolto con la severità con cui nel mondo dei cani si trattano i villani.
Hanno un codice di comportamento
Abbiamo visto prima, i cani hanno un codice di comportamento, è molto rigoroso, è universale, riguarda la specie, e lo imparano fin da piccolissimi quando sono con la mamma e con i fratellini. Stare con la mamma, una brava mamma (anche tra i cani ci sono le brave e le cattive mamme), è fondamentale per i cucciolini, permette loro di crescere sereni ed equilibrati e fornisce loro i fondamenti per sviluppare le competenze necessarie per affrontare la vita. Il punto sulle leggi dei cani è che sono diverse da quelle degli umani e dobbiamo ringraziare la super adattabilità dei quadrupedi che riescano a vivere in modo complessivamente tanto sereno nel mondo degli umani, in cui le loro regole sono raramente riconosciute e praticamente mai accettate. Facciamo l’esempio del morso. Mordere non è un reato nel codice di comportamento canino (il che non equivale a dire che si morde a caso). I piccoli imparano dalla mamma e dai fratellini ad usare correttamente il morso e ci sono situazioni per cui, caninamente, il morso serve ed è usato. Per gli umani, sempre pronti a giudicare i cani, oltretutto secondo criteri umani, il morso è un problema e il cane che morde è in assoluto cattivo. Per gli umani è così ma caninamente non è corretto e, ad esempio, il cane punito perchè, caninamente, ha usato il morso quando serviva è messo in difficoltà. Stiamo inneggiando ai cani che mordono? No, assolutamente. Stiamo però dicendo, attenzione, una azione per noi inaccettabile come il morso, per i cani è normale e per il bene della serena convivenza tra cani e umani i proprietari devono esserne consapevoli e devono gestire cani e situazioni di conseguenza.
Apprezzano il positivo e sfuggono il negativo
Un filone, seguitissimo, di gestione dei cani si basa sul credo della dominanza e della coercizione – i cani sono dominanti, gli umani devono sottometterli con la forza. Grosso e importante particolare è che è scientificamente provato che i cani non sono dominanti nel modo in cui il termine dominanza è usato dagli umani, per cui sottometterli con la forza se anche può soddisfare il desiderio perverso degli umani di abusare chi è più debole non ha basi nella etologia degli animali e in più non ha alcuna giusitificazione nella relazione dei cani con gli umani, anzi (ne abbiamo parlato, tra gli altri, qui, qui, qui e qui). Non solo, è scientificamente provato che i cani sfuggono il negativo e rispondono positivamente al positivo.
Hanno una opinione positiva degli umani, fino a che…
I cani nascono avendo una buona opinione degli umani – a priori pensano che siano gentili, cooperativi e pronti ad aiutare – ma possono cambiare idea se nelle esperienza di vita e di interazione con loro scoprono che in realtà non sono così (ne abbiamo parlato con più dettaglio qui).
Essere avvicinati e toccati da chiunque? Anche no
Una idea diffusa è che i cani amino essere avvicinati e accarezzati. Ci sono cani che effettivamente apprezzano le attenzioni affettuose degli umani, anche di quelli che non conoscono, ma ce ne sono altrettanti, molti più di quelli che si immagina, per cui essere avvicinati e toccati è penoso. Una delle prime forme di rispetto nei confronti dei cani, quindi, è considerare la loro sensibilità nei confronti delle attenzioni e non invadere il loro spazio personale. Chi è riservato apprezzerà la cortesia, chi vuole le attenzioni sa come richiederle 🙂 . Da notare che per i cani c’è grande differenza tra proprietari e persone a cui sono legati e persone che non conoscono o con cui non hanno familiarità. Dai primi accettano e tollerano cose che da altri non sopportano.
Meglio i complimenti delle squisitezze
Con i cani (come per gli umani, se ci si pensa), per ottenere non basta chiedere. Bisogna chiedere bene e il cane deve essere motivato a rispondere. Il cibo è considerato il motivatore principale – il cane fa quello che gli chiedo > gli do un premietto in cibo > è contento > ripete il comportamento = successo – ed effettivamente i Cani (intesi come specie) sono parziali al mangiare tanto che si dice che la strada per il cuore del cane passa dallo stomaco. In realtà, è stato scoperto che per i cani più importante del cibo sono i complimenti e l’apprezzamento dei loro umani.
Basta una parola, anzi no
La vicinanza dei cani agli umani è sbalorditiva e la comunicazione è uno dei contesti in cui si esprime. Comunicare con i cani è facilissimo e difficilissimo allo stesso tempo: loro capiscono le parole ma recepiscono come comunicazione tanto tanto di più. I cani leggono le vere intenzioni degli umani e capiscono degli umani gesti che per nessun altro animale hanno senso, nemmeno per i nostri cugini primati. Vivono osservando gli umani e per loro ogni espressione, anche un solo sopracciglio sollevato, ha un significato. Ecco perchè è allo stesso tempo facile e difficile comunicare con loro: a comunicare ci vuol niente – ogni cosa che facciamo, ogni espressione che abbiamo, il tono con cui parliamo, le parole che diciamo, la postura che abbiamo quando parliamo, sono una comunicazione – tutto altro discorso è comunicare quello che si vuole e in modo da essere ascoltati dai cani.