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Riabbracceremo i nostri cani in Paradiso?

Uno dei primi film che ho visto (non perchè fossi giovane ma perchè una Spada nella Roccia in tenera età mi aveva traumatizzata per cui ho messo anni e anni per tornare al cinema (no comment…) ) è stato un cartone animato sui cani.

Si chiama All Dogs Go To Heaven. Tutti i cani vanno in Paradiso.

Che bel titolo.

Devo dire che mi piace pensare che i cani vadano in Paradiso e mi piace immaginare che ci si ritroverà lì.

Sarà vero?

Per non dare opinioni personali che lasciano il tempo che trovano ho cercato risposte in giro e mi sono imbattuta in un articolo di Stanley Coren proprio su questo argomento, molto interessante e utile.

Per parlare di una religione vicina a noi, si può dire che con il Cristianesimo i cani sono stati –  idealmente, non realmente – cacciati dal Paradiso perchè dal Papa in giù si negava che avessero anima, sentimenti, intelligenza o coscienza.

Giusto per fare un esempio, nel Zoroastrismo, il mondo dei vivi e quello dei morti è separato da un ponte che si chiama Chinvat controllato da due cani (speciali perchè hanno 4 occhi ciascuno) che, essendo cani, conoscono bene gli umani e per andare in Paradiso bisogna superare la loro valutazione. Nel Zoroastrismo, addirittura, chi uccide i cani, uccide la propria coscienza e la propria spiritualità.

I cani erano importanti per gli Egizi. Coren ricorda di Ramsese III sepolto con Kami, il suo cane preferito, che aveva ricevuto tutti gli onori dovuti ad un grande uomo, come una bara, velo, incenso, vasi di unguento, e la pergamena rituale di cui aveva bisogno per entrare in paradiso.

Tornando a noi e al cristianesimo.

Sembra che la figlia di Martin Lutero abbia chiesto al padre se il loro cane Tolplen sarebbe andato in paradiso e la risposta che ricevette non sia stata diretta ma comunque molto rassicurante.  Il celebre teologo padre del protestantesimo, si sarebbe piegato sul cane, gli avrebbe accarezzato la testa e gli avrebbe detto, ‘Non temere, piccolo cane. Quando verrà la Resurrezione, anche tu indosserai una coda d’oro‘.

Ugualmente, secondo la tradizione popolare irlandese, San Patrick, il santo patrono dell’Irlanda,  ripagò Hossain che lo aveva aiutato a fondare la chiesa cristiana nell’isola assicurandogli che i suoi cani sarebbero andati in paradiso con lui.

Venendo a tempi più recenti, Coren (che ovviamente ama molto i cani) racconta che la risposta per lui migliore alla questione dei cani e del paradiso la ha ricevuta da un ministro battista di nome Salomon che aveva incontrato camminando per strada in Kentucky, negli Stati Uniti, ed a cui si era avvicinato attratto dai bellissimi cani che erano con lui e con cui si era messo a parlare di vari argomenti.

Di fronte a una birra Coren gli chiese se, da uomo di chiesa, il ministro pensava che ci saranno cani in paradiso.

Salomon gli sorrise e gli disse:

Lascia che ti dica, fratello, è veramente arrogante da parte nostra dire che solo gli umani hanno un’anima – che solo gli umani possono andare in paradiso. Siamo forse speciali perchè ci alziamo e camminiamo su due gambe? E’ la nostra bocca più vicina all’orecchio del Signore di quanto sia la bocca dei cani semplicemente perchè le sue zampe anteriori sono sul terreno e le nostre sono in aria? Ci meritiamo una qualche salvezza speciale, o di avere una vita dopo la morte riservata solo per noi, solo perchè agitiamo la lingua e non la coda? Non penso. Se un cane è buono, mantiene la fede come dovrebbe fare un cane, facendo quello che i cani devono fare, c’è qualche motivo per cui non dovrebbe andare in paradiso? E ancora più di quello, Dio nella sua immensa bontà, cercherebbe di convincerci che una esistenza senza la compagnia dei cani potrebbe essere paradiso? No, signore, se non ci sono cani in paradiso io non ci voglio stare. Le dico, i cani sono una benedizione, e visto che il paradiso è per i beati, ci sono sicuramente molti più cani che persone dentro le Porte del Paradiso’.

Venendo ancora più vicino a noi, Papa Paolo VI ha dichiarato ‘Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo‘.

Per quanto mi riguarda, ci credo.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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