Ancora tremolini sulle zampe, con croccantini così piccini che sembrano chicchi di riso e se sono ammorbiditi nell’acqua è ancora meglio, timorosi di tutto o quasi, come è possibile che questi cuccioletti siano difficili coinquilini?
Iniziamo dall’ovvio: la produzione di pipì e di numero 2. Il piccolo cane quando è ansioso non fa niente. Uscire non lo rilassa visto che è una fonte di scoperte per cui cosa fa? Resta tappato come una bottiglia di spumante per tutto il tempo del giro all’aria e appena si riapre la porta di casa voilà, svela che sotto il tappo c’era di tutto. Corri quindi a prendere straccio e prodotti di pulizia, ma senza farsi vedere dalla piccola cloaca, non sia mai che associ la produzione in casa ad attenzioni nei suoi confronti (sono la cosa che gli piace di più al mondo) e c’è il rischio che il vizio diventi abitudine. Alcuni sono fortunati perchè il cucciolo ha imparato che il pannolone o i giornali stesi per terra sono per lui, altri sono meno fortunati e sono costretti ad assistere con orrore mentre si scarica sul tappeto e solo quando ha finito con suprema nonchalance spostarlo e pulire senza farsi vedere (c’è un motivo di cui ci occuperemo prima o poi, per cui i cani quando devono fare pipì, depositare o vomitare cercano i tappeti). Tutto questo senza sgridarlo nonostante la tentazione perchè si rischia che associ la produzione alla sgridata, e cada in confusione su cosa deve fare. Tra le due, meglio un cucciolo cagone in casa che un adulto con problemi a liberarsi per trauma infantile… La prima settimana così più o meno si tollera, quando diventano più settimane e poi mesi si inizia a sognarlo grande.
Per noi un’altra fonte di stress sono stati collare e guinzaglio. Per una settimana da quando è arrivato non ha avuto nè l’uno nè l’altro e trotterellava tranquillo dietro di noi, bravissimo. Ad un certo punto abbiamo deciso che forse sarebbe stato più sicuro tenerlo legato e ci siamo dotati di un mini collarino e relativo guinzaglietto mai immaginano la reazione che avrebbero scatenato. Al collare, dopo i primi segni di fastidio si è abituato, mentre ha stabilito che il guinzaglio era il suo peggior nemico e ha iniziato a rifiutarsi di camminare. Fare anche 100m era un delirio, e questa storia è durata più di due mesi. Cosa si fa, cosa non si fa? La reazione, e lo diciamo proprio con il cuore in mano e pieno di amore perchè gli vogliamo veramente bene, era di tirarlo fino a che esausto non avesse deciso di usare le zampe, ma no, sbagliatissimo! Bisognava convincerlo, si convincere questo cuccioletto di 3 mesi ad andare dove gli dicevamo. La nostra pazienza è stata pesantemente testata. E che dire quando ha iniziato a riconoscere la via verso il giardino per cui quel pezzo di strada lo faceva a tutta velocità e appena giravamo l’angolo tornava ad essere una boa?
Altra cosa è che quando dorme il piccolo non va svegliato, non sappiamo perchè, ci è stato detto dall’allevatore e dal veterinario, ci siamo fidati e non siamo andati a fondo della questione. Fatto è che magari dorme quando si avrebbe il tempo di portarlo fuori ed è sveglio – e voglioso di attenzioni – a notte fonda. Quante storie ci sono di persone che per il primo anno di età del loro amato quadrupede hanno avuto problemi a dormire perchè la creatura era nottambula? Molte più di quanto ci si immaginerebbe… E diciamo anche che la passione di svegliare i padroni ad orari infelici per essere coccolati può rimanere anche da più grandicelli. Noi abbiamo risolto in tempi relativamente brevi ignorandolo quando arrivava alla ricerca di attenzioni notturne, ma non viene proprio naturale sentire un frugolino piagnucolare e fare finta di niente aspettando che si plachi da solo.
E dulcis in fundo, la casa come un gioco. Qui le esperienze variano da cane a cane, ce ne sono di più distruttivi e di meno, ma la tendenza generale dei cuccioli è scoprire con i denti quello che è a portata di zampa. C’è chi ama tutto – e quindi in pericolo sono divani, tavolini, sedie, scarpe, lacci, suppellettili, in generale tutto quello che c’è in casa – e chi è più selettivo, solo i tessili ad esempio – e quindi attenzione a pantofole, tende, coperte, divani….La tentazione di lanciare un ululato di furia quando aprendo la porta si trova il piccoletto scondizolante circondato da macerie è forte, fortissima, ma va tenuta a bada. Non ha alcuna utilità sgridare il cane che ha distrutto la casa ed è venuto ad accogliere felice il suo padrone che torna a casa – non associa la sgridata alla devastazione ma la associa all’essere arrivato alla porta a salutare e l’unico effetto che si ottiene è non essere mai più festeggiati al rientro a casa.
E con questo arriviamo al perchè facciamo tutto quello che facciamo per i nostri piccoletti a quattro zampe: la codina che scodinzola felice, la linguetta che si allunga per dare un bacetto, il muso che si appoggia sfinito sui piedi dopo una giornata di scoperte riempie il cuore di calore e tenerezza come poche altre cose al mondo.