ll nostro Eduard era meraviglioso e adorava gli umani, appena ne vedeva uno che gli dava un po’ di attenzioni prima gli si appoggiava con tutto il corpo alle gambe e poi si stendeva per terra a pancia in su per farsi accarezzare.
Ha sempre ricevuto con immenso piacere le attenzioni che gli venivano date ma non le ha mai cercate, ad esempio non è mai saltato addosso a nessuno. Se qualcuno non lo guardava invece, tirava dritto. Non si è mai girato nemmeno a guardare chi gli passava vicino a meno che non si fermassero per accarezzarlo.
Eppure quando eravamo a Roma ci è capitato tantissime volte di incrociare persone che sibilavano ‘la museruola! al cane la museruola!, oppure che saltavano come se avessero visto un leone al guinzaglio, oppure che incrociandoci iniziavano a strisciare contro i muri oppure, ancora più strano, signore che appena lo vedevano si stringevano al petto la borsetta e acceleravano il passo come se fossimo lì per rapinarle.
Eduard era un meticcio di terranova e pastore belga che oltre alla straordinaria pacatezza, aveva un muso dolcissimo, occhi marroni molto melanconici e una splendida, folta e morbidissima pelliccia. In poche parole, un peluche in formato grande.
Il cane era indifferente alle villanie degli umani che incrociavamo ma la sua umana no e il sangue le ribolliva ogni volta che assisteva a questi comportamenti assurdi.
E poi con sconcerto abbiamo scoperto la verità sulla colpa di Eduard: era nero e la gente ha spontaneamente un’opinione negativa nei confronti dei cani scuri.
Anche a livello inconscio i cani di pelo scuro sono associati ad aggressività e cattiveria, pericolo in generale.
Una conseguenza serissima è che i cani neri hanno molte più difficoltà ad essere adottati di quelli di altro colore, per cui rimangono nei canili molto più a lungo e hanno molte più probabilità di ‘finire male’ dei loro simili di colore chiaro.
Pazzesco in assoluto. Incredibile se si pensa che tre razze di cani tra le più dolci che esistano, terranova, flat coated e labrador, sono nere. Incomprensbile se si pensa ad esempio che il rischio di essere morsi da un jack russel, piccolo e bianco, è molto molto più elevato di quello di essere morsi da un terranova, un flat coated o un labrador, grandi e neri.
Viene spontaneo chiedersi se si può fare qualcosa per contrastare questo fenomeno, e altri egualmente insensati.
Secondo dati recenti, c’è almeno un cane nella maggioranza delle famiglie italiane, e con alcune rarissime eccezioni, il livello di ignoranza, cattiva informazione e cattiva gestione per quello che li riguarda – dai ministeri alle amministrazioni comunali passando per tutto ciò che c’è in mezzo di pubblico e di privato – è scandoloso.
Che piaccia o no al 43,4% che non li ha, i cani fanno parte della vita del Paese e non è ostracizzando loro e i loro padroni, reprimendone la libertà di movimento, emanando liste di ‘cani pericolosi’, imponendo divieti e vincoli di ogni genere, che si pongono le basi per una serena e civile convivenza.
Quello che serve è una corretta educazione a tappeto di tutta la popolazione sui cani e la loro vita con gli umani.
Per chi li ha e chi li desidera, perchè impari a gestire un compagno di vita che deve convivere con gli uomini secondo le loro regole pur avendone altre di natura.
Per quelli che li disprezzano, perchè ormai sono in minoranza e non possono più permettersi di credere che i cani sono cattivi perchè sono neri, o sono buoni perchè sono piccoli, o che vanno tenuti lontano perchè portano malattie, o che vanno chiusi in gabbia perchè mordono, e tutte le altre follie che raccontano.
Chiudiamo con una delle tante scene molto spiacevoli a cui abbiamo assistito e che ci ha particolarmente colpito: una madre che per placare il figlio capriccioso lo minacciava che se non la smetteva il cane che gli stava passando vicino (e che si faceva bellamente i fatti suoi) lo avrebbe morso. E’ successo a Milano qualche anno fa, ed è stato così brutto che ce lo ricordiamo ancora come se fosse avvenuto stamattina.