L’educazione del Cane, alcuni punti fondamentali
L’educazione, prima ancora di essere una esigenza dei proprietari, è una esigenza dei Cani.
I Cani hanno bisogno di sapere cosa ci si aspetta da loro e di conoscere le regole della vita insieme (oltre ad essere preparati alla vita). Il Cane che non sa è un Cane in difficoltà e il suo disagio si manifesta in comportamenti difficili che causano attrito con gli umani e influenzano negativamente sia la relazione sia la convivenza umano-canina.
Cosa vuol dire veramente educare il Cane
L’educazione è un tema bollente; il significato stesso di educazione e i metodi per educare sono oggetto di discussione.
Educare però non vuol dire cambiare il Cane. Educare vuol dire insegnare al Cane le competenze di cui ha bisogno per vivere serenamente nel mondo umano in cui è inserito, nel pieno rispetto della sua natura e della sua predisposizione individuale e di razza.
In altre parole, il Cane educato è il Cane che, essendo sé stesso, ha le competenze per vivere serenamente nel mondo umano.
La differenza semantica è fondamentale e lo è altrettanto nella sua dimensione pratica, nei metodi per educare.
Metodi per educare il Cane
Chi ‘educa’/addestra per forzare il Cane a conformarsi alla volontà umana usa forza, violenza, paura, punizione positiva e intimidazione associate a pratiche e strumenti che causano dolore (quelli che sono comunemente definiti ‘metodi coercitivi’, o ‘tecnica’ come pensano di abbellirli gli adepti) che annullano il Cane e ne inibiscono i comportamenti (da cui la falsa impressione di successo).
Scelta, rinforzo positivo, punizione negativa, comunicazione e ripetizioni sono i mezzi di chi ha come obiettivo insegnare al Cane rispettandone natura, esigenze ed individualità.
I metodi coercitivi sono superati, la loro validità ed efficacia sono scientificamente confutati e sono una drammatica realtà i danni, spesso irreparabili, che causano al Cane, ai suoi problemi, e alla relazione umano-canina.
La scienza più moderna, le conoscenze sui Cani, la loro natura, la loro cognizione, la loro relazione con gli umani è alla base dei metodi che usano scelta, comunicazione, rinforzo positivo, punizione negativa.
La comportamentalista Sally Gutteridge, in un interessantissimo articolo sul suo blog, spiega come funziona l’apprendimento dei Cani e come usare la scelta per insegnare e modificare i comportamenti.
Prima di tutto, i fondamentali
I fondamentali del Cane sono che stia bene in salute e che le sue esigenze di base siano soddisfatte, deve avere essere amato, rispettato, sentirsi sicuro, avere alimentazione di qualità, condurre una vita in cui fisico e mente sono correttamente ed adeguatamente soddisfatti e in cui può mettere in atto i suoi comportamenti naturali.
Solo se le condizioni di base sono soddisfatte si può sapere se un comportamento che non va bene è stato appreso e può essere disimparato oppure se il comportamento corretto non è mai stato imparato.
La forza della scelta
La Guttridge spiega che l’educazione positiva consiste nell’offrire scelte al Cane e associare un risultato positivo (per il Cane) a quelle corrette. Per facilitare la scelta giusta si può eventualmente intervenire sull’ambiente per rendere più difficile scegliere le opzioni che avrebbero un esito meno favorevole.
Nella sostanza, si tratta di creare situazioni tra cui il Cane può scegliere e ricompensare le scelte giuste ed eventualmente manipolare l’ambiente perchè le scelte non giuste siano più difficili da prendere; con ripetizioni, coerenza e costanza la scelta giusta diventa naturale.
Creare occasioni da ricompensare
La Guttridge fa l’esempio del Cane che salta addosso perchè vuole attenzioni.
E’ molto probabile che salti addosso perchè ha imparato che questo comportamento porta su di sé l’attenzione degli umani e visto che per lui/lei anche un sospiro, un no, o una piccola spinta sono una interazione e che dal suo punto di vista un coinvolgimento anche se piccolo è meglio di niente, qualsiasi reazione che ottiene al suo comportamento è un rinforzo. Se vuole attenzioni e quando non salta addosso è completamente ignorato si capisce perchè salta addosso e perchè nel tempo la scelta si rinforza.
Un Cane che salta addosso non è piacevele, si può fare qualcosa per correggere il comportamento? La risposta è certamente sì, si tratta di insegnare al Cane una alternativa. Insegnare un comportamento alternativo è più efficace che semplicemente chiedere di non fare qualcosa; non fare lascia un vuoto comportamentale che l’alternativa riempie (nel caso del Cane che salta per avere attenzioni, può voler dire insegnare, ad esempio, a chiedere attenzioni dando un colpetto con il naso o sedendosi).
L’apprendimento via i sentieri mentali
La Gutteridge spiega che il cervello dei Cani è predisposto, come quello umano, a percorsi di scelta che si formano e rafforzano tramite le ripetizioni e il rinforzo.
Fa un esempio: C’è un prato circondato da un alto muro, l’erba è alta, arriva circa alle ginocchia del Cane, e da una parte del muro ci sono tre cancelli, ognuno che porta ad una diversa destinazione. Dietro un cancello c’è la proprietaria, che chiama il Cane; dietro un altro cancello c’è un Cane amichevole, che scondinzola contento; dietro il terzo cancello c’è un altro prato.
Il Cane (che, ricordiamo, è chiamato dalla proprietaria), ha una scelta da fare, Va dalla sua umana che lo chiama (sarebbe la scelta corretta) o va dal Cane amichevole (o corre verso l’altro prato?)?
La sua scelta dipende fondamentalmente da quanto è motivato ad andare dalla proprietaria. In questo caso sceglie la proprietaria e corre verso di lei, mentre corre schiaccia l’erba sotto i suoi piedi e quando raggiunge la proprietaria è accolto con carezze, complimenti, un gioco speciale, forse una squisitezza (qualsiasi cosa sia, è qualcosa di grande grande valore per il Cane). Un percorso ha iniziato a formarsi.
Ora immaginiamo che la situazione si ripete più volte, alla xesima volta l’erba, che all’inizio era alta e scomoda, ora è piatta e andare verso la proprietaria è diventato il percorso più naturale e facile. La scelta di andare dalla sua umana quando lo chiama è consolidata.
Torniamo ora alla prima corsa, la proprietaria chiama ma il Cane sceglie un altro cancello. Prova a chiamarlo ancora senza cambiare approccio e il Cane continua a scegliere l’altro cancello e ogni volta l’erba che porta verso quella destinazione diventa più piatta e più comoda e con il tempo è quella scelta non corretta che diventa naturale e si consolida.
Rimodellare i percorsi
Questi esempi mostrano come le vie neurali si formano nell’apprendimento del Cane: nella mente del Cane che era chiamato ripetutamente dalla proprietaria e non ha risposto ha creato un percorso sbagliato, il suo cervello si è abituato a scegliere le distrazioni e non la persona che lo chiama.
Per cambiare questa situazione è necessario rendere la scelta corretta più facile per il Cane: lavorando sulla motivazione (che non vuol dire corrompere il Cane (‘se vieni ti do’) e sul risultato (per il Cane), lo si aiuta a stabilire i percorsi corretti e nel tempo, con costanza, coerenza, e le giuste gratificazioni, il percorso della scelta giusta diventa automatico.
La Gutteridge spiega che questa è la sostanza di come i Cani imparano ed è il motivo per cui una educazione attenta e competente è così efficace: i percorsi positivi diventano la scelta naturale, automatica, del Cane.