Oltre al dolore e ai danni alla salute fisica e mentale degli umani, il Covid si sta rivelando un problema importante anche per i Cani.
Il Covid e la corsa al Cane
Uno degli effetti immediati del Covid è stata una specie di corsa collettiva a prendere il Cane, visto come strumento di libertà perchè con il cane, seppure a condizioni stringenti, si poteva uscire.
Per tanti prendere il cane è stata una decisione presa sull’onda della emotività da Covid, una scelta opportunistica, fondamentalmente inconsapevole di chi è il Cane e di cosa comporta avere il Cane e come tanti professionisti del mondo cinofilo avevano previsto si sta rivelando molto problematica, in primis per i quadrupedi ma in qualche modo anche per i proprietari.
Lo rivela un recente studio del Royal Veterinary College che preoccupa.
Gli ingredienti di una vita bella con il Cane
Un Cane sereno che vive bene nel mondo umano in cui è inserito non è scontato, perchè la vita a 6 zampe possa realizzarsi nel suo magnifico potenziale bisogna volerlo e bisogna impegnarsi seriamente.
Gli ingredienti principali della vita bella con il cane sono:
- Che i proprietari vogliano veramente il Cane e ciò che avere il cane comporta
- Che i proprietari scelgano il Cane giusto, il Cane con caratteristiche ed esigenze compatibili con loro e la loro vita
- Che il Cane sia stato ben allevato, basti pensare che una infanzia difficile segna il Cane per tutta la vita
- Che il Cane sia stato preso al momento giusto
- Che il Cane sia considerato un vero e proprio membro della famiglia
- Che il Cane sia gestito correttamente fin dal primo momento in cui arriva nella famiglia umana, compresa la socializzazione e la educazione
- Che i proprietari siano consapevoli del Cane e delle sue esigenze e si impegnino al massimo per dare al Cane ciò di cui ha veramente bisogno (che non necessariamente è quello di cui i proprietari pensano che il cane abbia bisogno)
I cani del Covid
Con il Covid è mancato molto e tra i diversi problemi che hanno afflito i Cani presi durante il periodo del Covid c’è la mancanza di socializzazione.
La socializzazione è quel processo, fondamentale per la vita dei Cani (e di conseguenza per i proprietari), di esposizione positiva a quante più esperienze e situazioni possibili (tipi di persone, tipi di cani, altri animali, ambienti, pavimenti, mezzi di trasporto, luoghi, etc. etc,) nelle settimane magiche della infanzia.
I Cani con socializzazione inesistente, inadeguata o scorretta diventano Cani con problemi di comportamento, la cui qualità di vita è compromessa, la cui relazione con i proprietari è compromessa e, non di rado, la vita stessa è messa in pericolo.
Lo studio del Royal Veterinary College
Lo studio del RVC si è concentrato su quattro aree:
- Percezione che i proprietari hanno dei proprietari di problemi di comportamento nei Cani
- Quali metodi di educazione/addestramento sono usati
- Quali sono le aspettative dei proprietari rispetto alla realtà in riferimento ai comportamenti dei cani e all’educazione/addestramento
- Presenza dell’educatore/addestratore
I comportamenti percepiti come problema
E’ stata fatta una lista da cui è emerso che sono 24 i comportamenti dei cani che i proprietari più comunemente considerano come un problema. Tra questi:
- l’84% ha indicato problemi di controllo, tra cui tirare al guinzaglio (per il 67% dei proprietari) e non rispondere al richiamo (per il 52% dei proprietari)
- il 77% ha indicato la ricerca di attenzioni, tra cui saltare sulle persone (per il 57% dei proprietari) e la ‘appiccicosità’
- il 41% ha indicato comportamenti di paura e di evitamento, tra cui ansia/paura degli altri cani, paura delle persone, paura dei suoni
- il 25% ha indicato la aggressività, verso altri cani e/o persone
Il 97% dei proprietari intervistati ha dichiarato che il loro cane da piccolo aveva almeno un problema di comportamento, a 21 mesi i problemi erano diventati in media 5, che nel 20% dei casi erano addirittura 8.
In sunto, i comportamenti che i proprietari più comunemente considerano un problema sono:
- Tirare al guinzaglio
- Saltare sulle persone
- Non rispondere al richiamo
Mettere le cose nella giusta prospettiva
Qualche tempo fa abbiamo visto che la questione dei comportamenti cani che i proprietari vivono come un problema è complessa, prima di tutto perchè esiste una dimensione importante di relatività in ciò che è realmente un problema.
Se reali problemi di comportamento sono una possibilità, infatti, molto numerose sono le situazioni in cui comportamenti del tutto normali e naturali sono considerati problematici dai proprietari.
Il VRC sottolinea anche che comportamenti che sono effettivamente difficoltosi generalmente esprimono una difficoltà del cane (il cane non sa come gestire la situazione, non gli è stato insegnato qual è il modo giusto di comportarsi, conduce una vita inadeguata etc.) e sono riconducibili ai proprietari, non sono una volontà intenzionale del Cane di comportarsi in modo che gli umani non apprezzano.
Il fascino malefico delle soluzioni facili e veloci
Lo studio del Royal Veterinary College conferma le difficoltà importanti per i Cani presi durante il Covid che numerosi professionisti cinofili avevano anticipato e aggiunge un elemento di grossa preoccupazione: l’80% dei proprietari usa uno o più metodi avversivi sui cani e il 39% usa strumenti di coercizione tra cui pistole ad acqua, collari con le punte, collari a strozzo, spray, ed altri.
E ciò nonostante tutto quello che si sa sui Cani, la loro natura, la loro relazione con gli umani, la loro mente, le loro capacità emotive e cognitive, e gli effetti nefandi che i metodi avversivi hanno sui Cani e sulla relazione umano-canina,
E’ scientificamente provato che relazionarsi con il cane in modo avversivo, usando metodi e strumenti che si basano sulla punizione positiva è deleterio per i Cani e i loro comportamenti – rende i cani ansiosi e paurosi, aggrava i problemi esistenti e ne crea altri tra cui aggressività e impotenza appresa – e danneggia spesso in modo irreparabile la relazione umano-canina.
Quello che sta accadendo è che tanti Cani sono stati presi in modo inconsapevole, per soddisfare una esigenza temporanea degli umani, e a fronte delle inevitabili – perchè alla fine si tratta di questo – difficoltà che sono emerse, i proprietari ricorrono in grandi numerosi a quelle che sono presentate come soluzioni facili e rapide ma che in realtà sono solo apparentemente efficaci, eticamente e moralmente aberranti e un tradimento della relazione umano-canina.
E’ scientificamente dimostrato che se non si usano i metodi corretti basati sulla comunicazione e il rinforzo positivo ma si adottano metodi avversivi, un problema anche piccolo del Cane si trasforma rapidamente in un problema grave, motivo per cui gli esperti si dicono fortemente preoccupati da quanto sia diffuso il ricorso a metodi avversivi per relazionarsi con i Cani.
Una buona notizia c’è
Dallo studio del RVC è emerso che proprietari informati e consapevoli dei metodi per educare/addestrare i cani, informati su quali sono i metodi scientificamente validi e su quali sono i fattori di rischio per lo sviluppo di problemi di comportamento nei Cani, di cui l’uso di metodi avversivi è uno dei fattori di grande peso, tendono ad orientarsi verso metodi scientificamente validi e rispettosi dei Cani.