con Sara de Cristofaro, educatore cinofilo e autrice del best-seller Senti chi Abbaia
Alcuni aspetti dei cani
- Tutti i cani sono animali sociali (essere animali sociali vuol dire interagire con altri, aggregarsi, cooperare, litigare, comunicare, etc.) ma non tutti lo sono nello stesso modo, un elemento differenziatore è la predisposizione genetica (l’essere di una razza piuttosto che un’altra). Ad esempio, per i maremmani abruzzesi, geneticamente selezionati per stare con le greggi soli e/o in piccoli gruppi, gli animali che controllano diventano parte del loro gruppo sociale oltre ai loro stretti umani.
- Passare i primi due mesi della infanzia con la mamma e i fratellini è fondamentale per i cani, insegna loro cosa vuol dire essere cane e come ci si comporta da cane. Stare con la mamma è tanto importante che i piccoli separati prematuramente sviluppano gravi problemi che li affliggono per tutta la vita.
- Che i cani possano essere e comportarsi da cane è fondamentale per il loro benessere eppure per i cani pets [termine che usiamo per distinguerli dai cani liberi (ad esempio i cani di villaggio)] il gruppo sociale di riferimento è la famiglia umana a cui appartengono e una particolarità dei pets è il passare la maggior parte del loro tempo con gli umani piuttosto che con altri cani. Prendere due fratellini (o sorelline) di una stessa cucciolata però potrebbe non essere una buona idea.
- I cani hanno anche amici e gli amici possono essere umani ma sono soprattutto cani.
- Fare cose da cani è veramente possibile solo con i cani.
- Tra gli umani ci sono persone che pensano di fare il bene del cane facendo uscite in cui è sempre con altri cani (area cani, gruppi nei parchi, andare incontro ad ogni cane che si vede, etc) e altre persone che invece impediscono al proprio cane di interagire con i suoi simili.
- Ci sono alcuni professonisti cinofili che sostengono che i cani non amano stare con gli altri cani e che se potessero scegliere preferirebbero stare con i loro umani (è un fatto che l’individuo cane può dimostrarsi più o meno introverso) eppure la maggioranza dei cani da l’impressione di voler incontrare tutti i cani che incrocia, anche se poi non sempre gli incontri sono amichevoli.
La particolare posizione dei cani nel mondo
Abbiamo visto che la posizione dei cani è particolare e complicata: sono animali con i loro comportamenti, la loro comunicazione, le loro caratteristiche, le loro esigenze, dettate dall’essere cani, di quella razza (o mix di) e dall’essere quello specifico individuo, che vivono con gli umani nel mondo degli umani.
Gli umani occupano una posizione centrale nella vita dei cani ed è necessario chiedersi cosa bisogna fare perchè la vita dei cani sia adeguata alla loro natura e alle loro esigenze e, in quella vita adeguata, qual è il ruolo degli altri cani.
E’ quello di cui ci occupiamo oggi.
Essere cane nel mondo umano
La vicinanza millenaria agli umani ha fortemente influenzato i cani tanto che, ad esempio, con gli umani usano lo sguardo in modo umano (tra cani lo sguardo si usa in modo diverso) e leggono e interpretano le espressioni umani e capiscono cosa vogliono dire (vedono il viso degli umani e capiscono se è triste, contento, preoccupato, stressato, etc.), capiscono le parole, dormono sul letto.
Il ruolo degli altri cani
La dimensione umanizzata però non è la sola (nè è sempre la prevalente), convive con la dimensione puramente canina e, detta in parole poverissime, ci sono aspetti della natura canina che possono esprimersi solo con gli altri cani. Tra questi, alcune comunicazioni e alcune attività, ad esempio la esplorazione olfattiva (noi umani anche volendo farla non avremmo gli strumenti per poterla fare).
Ciò vuol dire che i cani hanno bisogno degli altri cani per poter essere e fare i cani.
Fa parte della crescita corretta del cane, sia cucciolo sia adulto, stare con altri cani competenti da cui imparare lezioni importanti di vita e di comportamento.
Relazionarsi con altri cane serve al cane per confrontarsi con altri come lui/lei e anche per acquisire consapevolezza del proprio modo di essere cane. Un parallelo con gli umani aiuta a spiegare il punto: l’umano sa di essere umano ma prende consapevolezza di se, di quale umano è, che tipo di persona è, stando con altri umani e confontandosi con loro. Lo stesso è per i cani: stare con gli altri cani serve a ciascun cane per rendersi conto di chi è e di cosa serve per poter fare pienamente il cane.
Visto questo, è giusto pensare che il cane deve frequentare il più possibile gli altri cani?
Il cane deve frequentare il più possibile gli altri cani?
La risposta è un sì condizionato.
Deve frequentare gli altri cani quanto possibile, sì. Serve, come abbiamo visto prima, al suo essere e fare pienamente il cane.
Il sì è però condizionato perchè bisogna considerare l’individualità di ciascun cane e come ci sono cani molto socievoli – per carattere/personalità/ predisposizione genetica – ce ne sono altri che sono poco socievoli o selettivi (anche molto selettivi) e non ci devono essere forzature.
E’ una buona idea far parte di un gruppo al parco?
Anche qui la risposta è un nì.
I gruppi, se ben costituiti, hanno il loro aspetto positivo (senso di appartenenza, amici con cui stare e con cui fare il cane e una situazione in cui fare esperienze relazionali importanti, non da ultimo imparare a litigare e a fare pace) ma hanno anche aspetti negativi, tra cui la ripetitività e l’abitudine che alla lunga rendono i cani inflessibili e incapaci di affrontare i cambiamenti, anche il più piccolo.
Le aree cani?
Le aree cani sono da evitare perchè sono molto rischiose: ci si trova chiunque, sono chiuse per cui limitano enormemente le possibilità di scelta del cane, stimolano la competività, l’ansia, il controllo, la noia. etc.
Si può pensare all’area cani come un passaggio di pochi minuti, una annusatina veloce, prima di fare o dopo aver fatto un bel giro con cani simpatici. Che sia l’unica modalità di uscita è terribile.
Altri cani a casa
I cani non hanno senso dell’ospitalità, per loro un altro cane che arriva in casa causa ansia e preoccupazione: Mi porta via casa mia? Mi porta via il mio cibo/i miei giochi/i miei umani? Invade i miei spazi!
Portare in un appartamento un altro cane non amico, poco conosciuto o molto conosciuto ma poco simpatico, non è quindi una buona idea.
Portare un altro cane è fattibile in spazi aperti, in un giardino, organizzando l’entrata e la permanenza con attenzione e togliendo di mezzo possibili oggetti del contendere (giochi e cibo prima di tutto), comunque prestando sempre molta attenzione a segnali di disagio e stress.
Altri cani sì ma come? La soluzione da preferire
La soluzione migliore per i cani sono gruppi piccoli e flessibili, di cani e persone con cui sono a loro agio, che si incontrano in spazi aperti e variano le uscite sia in termini di orario sia di posti.
E’ meglio avere due cani che uno solo?
Anche questa è una questione delicata.
Il primissimo aspetto da considerare è che avere due cani non è come averne uno: ogni individuo cane ha le sue esigenze e i suoi gusti e dare ad ognuno la vita adeguata vuol dire raddoppiare l’impegno. Si è pronti al raddoppio dell’impegno?
Se la risposta è sì, ci sono comunque altre questioni da considerare. Tra le principali:
- Se il cane già presente in casa è felicissimo figlio unico, forse è meglio che rimanga tale
- Prendere due fratellini di una stessa cucciolata è rischioso e può non essere una buona idea
- Prendere un cucciolo quando si ha già un cane anziano è spesso presentata come una svolta, una specie di elisir di giovinezza per l’anziano. Può essere ma non è scontato: età diverse vuol dire esigenze diverse non necessariamente conciliabili, contanto le dimensioni dei cani (l’anziano è di taglia piccola e il giovane già da cucciolo è enorme rispetto a lui/lei?), l’esperienza di vita – l’anziano è sempre stato un figlio unico o è abituato ad altri cani in famiglia? Se è sempre stato figlio unico, l’inserimento di un altro cane potrebbe fare tutto meno che bene.