- Barboncino
- Barboncino toy
- Jack Russell
- Maltese
- Chihuahua
- Yorkshire terrier
- Bassotto
- Shih Tzu
- Pomeranian
- Cavalier King
- Bichon Frisè
- Pinscher
- Levriero italiano
- Basenji
- Bouledogue francese
- Shiba Inu
- Corgi
- etc.
Voglio il cane ma Non ho tempo/Ho la casa piccola/Non ho il giardino, etc. = prendo un cane di piccola taglia.
E’ un ragionamento corretto? Non tanto.
Un cane è un cane
Il primo punto da considerare è che un cane, indipendentemente dalla taglia. E’ un cane e quindi ha caratteritiche ed esigenze date dal suo essere cane, a cui si aggiungono quelle derivanti dal suo essere di quella razza (o mix di) e dal suo essere quello specifico individuo cane. In altre parole, essere di piccole dimensioni non vuol dire che il cane è meno cane, più facile e meno impegnativo.
Il cane, piccolo o grande o medio che sia, per stare bene deve poter essere e fare il cane.
Piccola taglia = Meno cane
E’ molto comune per i proprietari di cane di piccola taglia considerarlo meno cane degli altri:
- è piccolo e quindi non è pericoloso, quindi può fare tutto quello che vuole
- i suoi comportamenti sono innocui e/o divertenti, quindi non ha bisogno di essere educato
- non ha bisogno di uscire, gli si fanno fare i bisogni in casa
- non può interagire con gli altri cani perchè è pericoloso (qualche anno fa una signora mi ha detto, convinta, della sua Jack Russell che era una preda…)
- non è raro che sia considerato in termini di peluche/cuscino/soprammobile
I proprietari di cani di piccola taglia
E’ scientificamente provato che i cani di piccola taglia sono frequentemente trattati in modo diverso dai cani di taglia più grande. ad esempio:
- Comportamenti che non sono accettati dai cani delle altre taglie – come ad esempio saltare addosso, ringhiare, lanciarsi, abbaiare in modo eccessivo, snapping – nei cani di piccola taglia sono generalmente ignorati, a volte addirittura incoraggiati (non necessariamente in modo consapevole).
- Visto che non si da peso ai loro comportamenti si tende ad educare di meno, se non per niente, i cani di taglia piccola
- Si ritiene che i cani di piccola taglia abbiano minori, se non addirittura nessuna, esigenza in termini di attività fisica e mentale per cui sono impegnati e portati fuori molto meno dei loro simili di taglia più grande
- Si limitano, a volte totalmente, le interazioni con gli altri
- I proprietari di cani di piccola taglia tendono ad interagire e giocare poco con il loro animale
- In generale c’è meno attenzione da parte dei proprietari nei confronti della educazione, delle regole, del comportamento dei cani di taglia piccola rispetto a quella che hanno i proprietari dei cani di taglia media e grande
Cosa vuol dire per il cane
Le conseguenze dell’essere considerati meno cane, di essere poco educati, impegnati e stimolati è fonte di problemi per tutti i cani, e anche per i cani di piccola taglia. Zazie Todd, Ph.D, esperta in comportamento animale, parla di ‘Sindrome del cane di piccola taglia’.
Oltre a condurre vite non adeguate, con gli effetti nefandi che ha sul fisico e la mente del cane, è anche scientificamente provato che i cani di piccola taglia tendono ad essere più aggressivi, soffrire maggiormente di ansia, essere più emotivi, e più paurosi dei cani di taglia più grande.
Dai dati di un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Veterinary Behavior si scopre anche che appena il 67% dei cani di taglia piccola fa regolarmente i bisogni fuori casa.
Cosa fare
In termini generali, ciò che serve è trattare i cani di piccola taglia (cosa che bisogna fare per tutti i cani, d’altronde) da cani, dando loro la vita di cui hanno bisogno come cani, di quella razza (o mix di) e dall’essere quell’individuo cane.
Può sembrare strano che un piccolo Yorkshire ed un Pastore tedesco siano simili ed abbiano bisogno di condurre vite simili eppure è così: tutti i cani indipendentemente dalla taglia hanno bisogno di usare l’olfatto, di essere socializzati, di essere educati, di essere adeguatamente stimolati fisicamente e mentalmente, di interagire con i loro simili, di giocare, di essere rispettati (ad esempio, non forzare le attenzione e le carezze se li mettono a disagio) e perchè no, anche di fare scelte.
Ovviamente, come per tutti i cani, tutto deve essere adeguato, nei tempi, nei modi e nella intensità, alle caratteristiche ed esigenze specifiche di ogni individuo.
Non si devono ignorare e avallare comportamenti che nei cani grandi non sono accettati, non si deve ignorare se ringhiano (la taglia è diversa ma il messaggio è lo stesso), se sono sovraeccitati, se si nascondono, se si lanciano verso gli altri, se montano gli altri, etc. etc. In poche parole, i cani piccoli o grandi che siano, devono essere seguiti, educati, guidati, e controllati. L’essere di piccola taglia non è una licenza di villania.
Alla fine la taglia conta o no?
La risposta alla domanda se la taglia del cane conta è un clamoroso nì/sì ma/no ma.
La sostanza è che la taglia conta ma non conta da sola.
Conta per alcune questioni: ad esempio l’età dei proprietari, la forza che richiede tenere e trattenere il cane, la forza che richiede sollevarlo. Non conta perchè il cane sia un cane e non conta per le sue esigenze, quelle sono date dal suo essere cane, dalla sua razza, dalla sua predisposizione genetica, e dal suo essere quell’individuo cane
Due casi
Due casi esemplari sono il Jack Russell e il Bassotto: cani di piccola taglia sì ma da caccia, indomiti, indipendenti e pieni di energia con importanti esigenze di impegno fisico e mentale e spess(issim)o presi perchè piccoli e carini e poi, con l’idea che sono piccoli e quindi poco impegnativi, poco o niente educati e costretti a vite totalmente inadeguate.