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Capire i cani: il codice di comportamento

con Sara de Cristofaro, educatore cinofilo e autrice del best-seller Senti chi Abbaia

Il ‘cane bravo’ non è necessariamente un bravo cane. Come è possibile? E’ possibile perchè gli umani considerano bravi quei cani che si conformano ad un modello idealizzato di cane – scodinzola sempre, corre verso gli altri cani, si fa accarezzare da tutti, non abbaia, non ringhia, etc. etc. solo che il cane caninamene bravo non necessariamente è quello idelalizzato dagli umani.

Il cane veramente bravo è il cane che sa essere e comportarsi correttamente da cane: è il cane che conosce e usa correttamente comunicazione e comportamenti da cane.

Come abbiamo visto tante volte cani e umani hanno liguaggio diverso per cui leggere e giudicare con lenti umane i comportamenti dei cani espone al rischio di errori di interpretazione – tra cui attribuire al cane virtù o difetti che in realtà non ha, attribuire al cane intenzioni che non ha o intenzioni diverse da quelle che ha, non riconoscere certi modi di fare (un esempio è quello dei cani che provocano) – e relativi errori di gestione, con le conseguenze che questi hanno per se e per gli altri con cui si entra in contatto.

Il codice di comportamento

Essere un bravo cane, sapere cosa vuol dire essere cane e sapersi comportare da cane vuol dire conoscere e rispettare il codice di comportamento canino.

L’adulto è il figlio del cucciolo

Chi è il cane adulto e come si comporta non è casuale: fin da piccinisimo, stando con la mamma e i fratellini, il piccolo di cane impara cosa vuol dire essere cane e impara e comportarsi da cane.

Come sarà da adulto è influenzato da diversi fattori. Tra i principali sono:

Detto questo, cosa vuol dire sapere essere e comportarsi da cane?

Cosa vuol dire essere cane e sapersi comportare da cane

Sapere essere cane e sapersi comportare da cane vuol dire, come abbiamo accennato all’inizio, conoscere e rispettare il codice di comportamento canino; riguarda diversi aspetti della vita e delle interazioni sociali.

Alcune tra le regole più importanti del codice di comportamento canino riguardano:

  • La gestione del morso
  • L’avvicinarsi agli altri cani
  • I litigi
  • Il rispetto dello spazio degli altri
  • La gestione delle risorse
  • L’agitazione
  • La comunicazione delle proprie intenzioni (sia pacifiche sia offensive)
  • La comprensione delle comunicazioni

La gestione del morso

Dalla semplice schioccata dei denti al morso ritualizzato al morso singolo a quello trattenuto/ripetuto/ lacerante, etc. , l’uso del morso per i cani è tanto diversificato e importante.

Usare il morso è molto pesante, anche psicologicamente, ed il recupero è faticoso e richiede molto impegno da parte dei proprietari.

E’ tanto pesante da essere l’ultima risorsa, quella a cui il cane ricorre quando ritiene non ce ne siano altre.

Il cane competente, quello che conosce il codice di comportamento canino, non è quello che non morde (il ‘bravo cane’ agli occhi umani) ma è quello che ricorre correttamente al morso.

Una delle regole del codice di comportamento canino è che non si morde a caso, l’inibizione e la gestione del morso sono tra le competenze fondamentali che i cani imparano da piccinissimi stando con la mamma e i fratellini. Chi non vive correttamente quella fase della infanzia, perchè portato via troppo presto dalla mammma, perchè ha una mamma troppo giovane e quindi non competente e/o perchè la mamma non è una brava mamma, tra le regole fondamentali di cosa vuol dire essere e comportarsi da cane che non impara c’è la gestione del morso, e ne è condizionato negativamente per tutta la vita.

L’avvicinamento agli altri cani

Il cane competente – quello che sa essere e comportarsi da cane – sa che non si litiga a caso (approfondiamo nel prossimo punto) e un ruolo nei litigi ha l’avvicinamento.

Se non ci sono motivi per manifestare ostilità, l’avvicinamento deve essere lento e rilassato, possibilmente facendo una ampia curva ma va bene anche saltellando con un atteggiamento sereno e rilassato, occhi e muso rilassato, sguardo morbido e evitato (non si fissa), postura del corpo morbida, coda morbida.

Avvicinarsi correndo sparati dritti verso l’altro cane è maleducato (e non da simpaticone che vuole giocxare con tutti come amano pensare gli umani); Avvicinarsi con una andatura lenta e rigida, accompagnata da una postura rigida, coda alta e sguardo fisso è chiaramente ostile e l’altro cane si predispone di conseguenza.

Si può dire che l’ostilità non è prevista nel codice di comportamento canino? No ma il cane competente sa quando serve e sa usarla correttamente; il cane competente non ha un atteggiamento ostile ‘a gratis’, come si dice.

I litigi

Abbiamo accennato prima ai I litigi, che sono un altro tema delicato e molto spesso male interpretati dagli umani.

I litigi sono impegnativi, faticosi, costosi e rischiosi: si rischia di farsi male, di non essere più capace di funzionare, di essere estromessi dal gruppo.

Il cane che sa essere cane e sa comportarsi da cane sa che non si litiga inutilmente e si comporta in modo da non provocare nè essere coinvolto inutilmente in litigi.

Detto questo, abbiamo usato il termine inutilmente, non è un caso: il cane competente, che sa essere e sa comportarsi da cane, non è quello che non litiga mai (a differenza di quello che pensano gli umani), è quello che litiga se è veramente necessario.

Il rispetto degli spazi

Una delle regole del codice di comportamento canino è che si rispetta lo spazio degli altri: non ci si calpesta, non ci si passa sopra e anche nelle esplorazioni olfattive congiunte, si rispetta lo spazio altrui.

Questa regola ha un elemento di relatività dettato dall’età: i cuccioli si travolgono, si calpestano, si siedono addosso e fanno lo stesso anche con gli adulti con cui interagiscono. Il comportamento è tollerato o addirittura accettato finchè sono piccinissimi ma appena crescono e si comportano così con cani più grandi sono sgridati (è uno dei motivi per cui è importante che gli adulti con cui i piccini hanno a che fare siano pazienti e tolleranti il giusto, non troppo e non sempre, perchè non insegnano ai piccoli regole importanti come il rispetto dello spazio personale degli altri).

La gestione delle risorse

Ogni cane è un individuo a se, con il suo carattere, la sua personalità, i suoi gusti e anche la sua più o meno protettività nei confronti delle risorse (giochi, oggetti, cibo): c’è chi considera tutto di tutto, prende e condivide con disinvoltura; c’è chi non ama condividere nulla, chi difende solo i giochi, magari un gioco specifico, chi il proprietario, chi i bastoni, chi il cibo, etc.

Posta la individualità di ciascuno, una delle regole del codice di comportamento canino è che non si ruba dagli altri se non li si vuole provocare.

Detto questo, anche la regola del non si ruba ha una sua dimensione di relatività: tra i piccoli e tra amici, il furto, lo sfoggio del bene, l’inseguimento, è una forma di gioco, anche molto divertente.

I cani lo fanno anche con i loro umani (ad esempio quando prendono le calze) per suscitare una reazione e così fanno con i loro simili per provocare e sfidare o anche per giocare.

La agitazione

L’agitazione non è apprezzata nel mondo canino: chi è agitato, chi abbaia in modo forsennato, chi salta addosso, chi corre avanti e indietro, in generale chi non è calmo, disturba e se ha questi modi in presenza di altri cani è molto probabile che sia redarguito perchè si comporti in modo adeguato.

L’agitazione va messa in atto nel giusto contesto – individuare una situazione di pericolo, di eccitazione o di cambiamento – e da essere letta chiaramente da tutti gli invidui presenti.

In conclusione

Il cane bravo per davvero, non bravo perchè gli umani lo considerano tale, conosce e rispetta il codice di comportamento canino.

Ciò vuol dire che si sa comportare in modo adeguato alle situazioni e al contesto – ad esempio non litiga inutilmente, non minaccia le risorse altrui, non esprime ostilità se non serve, non provoca, si avvicina correttamente, rispetta gli spazi degli altri, è calmo, etc.

Ovviamente, il bravo cane sa anche comunicare e leggere correttamente gli altri cani e se un comportamento è percepito in modo errato il bravo cane sa porre rimedio con un cambio di comunicazione.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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