- Sappiamo che prendere il cane vuol dire assumersi una enorme responsabilità e un importantissimo impegno, emotivo, pratico ed economico.
- Sappiamo che la educazione del cane, la vera educazione, è una delle responsabilità e degli impegni dei proprietari
- Sappiamo che i cani sono molto sensibili allo stato emotivo degli umani tanto che esiste il contagio emotivo tra umani e cani; un caso è quello dello stress, i cani si stressano se gli umani sono stressati
- Sappiamo che i proprietari sono veramente fondamentali per i cani
- Sappiamo che la voce dei proprietari è speciale per i cani
I punti elencati sopra si uniscono nell’argomento di oggi: anche il tono di voce che si usa nel relazionarsi con il cane conta.
Se ne è occupata una recente ricerca.
Toni diversi per situazioni diverse
A seconda delle circostanze, il tono di voce che si usa cambia: ad esempio si è formali in occasioni lavorative mentre si è più sciolti con gli amici, si usa un tono con gli adulti e un altro con i bambini.
Con i neonati e i bambini piccoli è comune usare quello che è comunemente definito baby talk, o motherese, caratterizzato da un tono alto, quasi musicale, ripetizioni e diversi cambi in armonia, spiega Stanley Coren.
Il motherese è il tono che usano le mamme con i loro piccoli, ma è usato diffusamente da chiunque interagisce con un bimbo piccolo.
Bambini, Cani e motherese/baby talk
Uno studio di diversi anni fa – si risale agli Anni ’80 – condotto alla University of Pennsylvania negli Stati Uniti aveva osservato che il linguaggio che si usa quando si parla con i cani è molto simile al baby talk e altre ricerche condotte successivamente hanno osservato che i bambini e i cani prestano più attenzione quando ci si rivolge loro parlando in motherese.
Lupi, domesticazione, Cani e baby talk
Al Wolf Science Center della Università di Medicina Veterinaria di Vienna hanno studiato cosa è successo nel processo di domesticazione che ha cambiato i lupi selvatici nei cani pets e, se lo hanno avuto, quale è stato il ruolo degli umani in questo processo.
Hanno quindi studiato il comportamento di un gruppo di cuccioli di lupo grigio e di cani meticci gestiti nello stesso modo dalla primissima età e il loro comportamento durante le lezioni di training giornaliere, basate sul rinforzo positivo, in cui le creature imparano una serie di richieste, tra cui il seduto, il fermo, ‘a terra’, etc., fanno esperienza con diversi apparati scientifici e imparano ad usare uno speciale touch screen su un computer.
Cosa è stato scoperto
I ricercatori hanno analizzato i toni di voce usati nelle interazioni con i cani e con i lupi, la ricerca ha generato una enorme mole di dati statistici relativi alla risposta che gli animali hanno dato ai diversi toni e quello che è emerso è:
- Parlare in modo gentile con un tono di voce alto genera una risposta emotiva positiva sia nei cani sia nei lupi – scondizolìo positivo, maggiore vicinanza all’umano e in generale, segnali di essere a proprio agio. E’ anche emerso che maggiore la durata e la frequenza del parlare con voce gentile, più contenti sembravano gli animali.
- Toni duri e severi hanno avuto l’effetto opposto sia nei cani sia nei lupi: le code erano più ferme e le creature cercavano di porre quanta più distanza possibile tra se e gli umani. Anche in questo caso maggiore la durata e la frequenza delle comunicazioni con questo tono, maggiore il disagio degli animali.
- Il tono di voce usato (alto rispetto a basso) faceva cambiare comportamento. In questo caso sono state osservate differenze tra i cani e i lupi, con i cani che hanno avuto cambi comportamentali maggiori in risposta a toni alti e contenti e i lupi che invece hanno risposto maggiormente a toni bassi e negativi.
- I diversi toni hanno mostrato di avere un effetto sull’esito dell’insegnamento: più a lungo e più frequentemente erano usati toni duri e severi, peggiore era la performance degli animali (misuata in risposte corrette alle richieste).
Conclusione
Gli studiosi concludono dicendo che i risultati della loro ricerca suggerisce l’uso di un approccio positivo ed amichevole ai cani, anche nel caso in cui la creatura offra una risposta diversa da quella che è stata chiesta, perchè crea una atmosfera positiva che sviluppa nell’animale una disposizione emotiva più favorevole e ne favorisce l’apprendimento.
In altre parole, dice Coren, se si vuole che il cane non solo si senta bene ma impari meglio, ci si deve rivolgere in modo gentile e dolce.