Si tratta del cane, e quindi che vuole, deve comportarsi come dico io; sono anni che si sente dire che si comporta male perchè è dominante e deve essere sottomesso e con la vita che faccio non posso mica sacrificarmi per il cane per cui l’intervento risolutivo facile e veloce ha una attrattiva che non aveva nemmeno Paul Newman nei tempi migliori.
Solo che….
Solo che non è oro tutto ciò che luccica: i cani sono veramente complessi, richiedono impegno, dedizione e disponibilità importanti e quei risultati ottenibili in modo facile e veloce e prospettati come certi e mirabolanti sono ben altro.
Se ne è occupato recentemente l’Institute for Canine Psichology and Behaviour in un articolo pubblicato sul loro sito.
Quali sono le soluzioni facili e veloci?
La soluzione facile e veloce al cane che si comporta ‘male’ è la coercizione: l’uso di metodi e strumenti che si basano sulla punizione positiva, sull’infliggere dolore fisico e psicologico al cane per forzarlo ad essere come vogliono gli umani.
Perchè no agli strumenti coercitivi?
Tra gli strumenti coercitivi ci sono diversi tipi di collari disegnati e usati per infliggere al cane conseguenze spiacevoli, spesso dolorose, al suo comportamento così da costringerlo a cambiarlo.
Quello che non si dice è che se anche qualche risultato si può ottenere facendo male al cane, il dolore che si infligge deve essere forte e traumatico e non è privo di conseguenze, causa paura, ansia, aggressività, stress, addirittura impotenza.
Il costo è danneggiare gravemente il cane, spesso in modo irreparabile, sia fisicamente sia emotivamente. Non solo, si erode anche la fiducia del cane nei suoi proprietari ed accompagnatori e si causano, in aggiunta a quelli iniziali, altri importanti problemi che rendono i termini della situazione ancora più complessi da affrontare e migliorare.
Qual è il problema?
I comportamenti dei cani sono sintomatici, sono comunicazioni con cui i cani esprimono stati mentali, emozioni, sentimenti, stati d’animo.
Di fronte ad un comportamento effettivamente problematico del cane la prima cosa da fare è chiedersi perchè, perchè il cane fa così, cosa esprime con il suo modo di fare.
Chi ‘educa’ il cane, lo ‘mette a posto’ con abusi fisici ed emotivi, punizioni positive, grida, maltrattamenti non chiede perchè, non ha interesse e non conosce le ragioni del cane, non affronta la causa del comportamento e quindi, se anche riesce ad inibirlo, non lo risolve.
Il problema del cane è ancora lì e il comportamento che lo esprimeva è praticamente certo che si ripresenterà, aggravato. Non solo, il legame tra cane e umano è tanto compromesso che rende interventi futuri ancora più difficili.
Anche i proprietari non sono risparmiati
Abbiamo visto prima che metodi e strumenti coercitivi minano la fiducia del cane nei confronti dei suoi proprietari e compromettono profondamente la relazione umano-canina.
Riconquistare la fiducia del cane, passo necessario per ricostruire la relazione e migliorare la situazione, è un impegno complesso, impegnativo e di lunga durata e non è detto che ci sia riesca pienamente.
Perchè no alla proposta di soluzioni facili e veloci?
Ci sono diverse ragioni per cui ricorrere a quelle che vengono presentate come soluzioni facili e veloci – e quindi l’uso di metodi e strumenti basati sul causare dolore fisico e psicologico al cane per ‘metterlo a posto’ e/o ‘trasformarlo’ – è una cattiva idea.
Le principali sono:
- Educare non vuol dire snaturare, forzare a conformarsi a un modello, spesso addirittura irrealistico
- Per vedere qualche effetto serve un livello di forza e di violenza molto alto, doloroso e traumatico per il cane e causa di paura, distress, ansia, aggressività, addirittura impotenza appresa
- Non è vero che è possibile modulare la coercizione
- La causa del comportamento non apprezzato del cane (sempre poi che si tratti effettivamente di un problema comportamentale) non è indagata, affrontata nè risolta.
- La forza e la violenza possono inibire un comportamento e possono inibire il cane, annullarlo anche, ma non risolvono e non insegnano, motivo per cui i comportamenti si possono ripresentare, spesso aggravati, in qualsisi circostanza, nei confronti di chiunque e anche inaspettatamente.
- La forza e la violenza causano paura, stress, ansia, aggressività nel cane
- La punizione positiva non insegna, il cane non impara cosa ci si aspetta da lui/lei; impara a non fare nulla per paura delle punizioni.
- Il costo della coercizione è veramente alto sia per il cane sia per i proprietari:
- La coercizione causa al cane danni tanto gravi da essere spesso irrecuperabili
- La coercizione causa alla relazione umano-canina danni tanto importanti da essere spesso irrecuperabili
Qual è l’alternativa?
- C’è problema e problema, alcuni comportamenti dei cani che non sono apprezzati sono realmente un problema, altri sono assolutamente normali e naturali
- Il cane deve essere educato, ha bisogno di avere le competenze per vivere bene nel mondo umano in cui è inserito
- Educare vuol dire insegnare competenze ed incanalare competenze
- E’ dovere e responsabilità dei proprietari volere e garantire il benessere mentale e fisico del cane.
- L’uso di metodi che rispettano il cane e la sua natura, basati sulla comprensione del cane, della sua natura e dei suoi comportamenti, è la strada da percorrere.
- A volte la soluzione può essere facile, a volte può essere anche rapida anche se rispettosa del cane, della sua natura e delle sue esigenze, ma spesso non lo è ed è normale che sia così: i cani sono creature molto complesse, con la loro comunicazione, i loro comportamenti, il loro codice di comportamento, sentimenti, emozioni, stati d’animo ed esigenze, animali che hanno una relazione specialissima con i loro proprietari (basti pensare che il legame tra cani e proprietari è come quello tra figli e genitori) e occupano una posizione molto difficile nel mondo. Nulla di loro è semplice, pochissimo è come sembra agli occhi umani e l’impegno e la complessità sono due elementi costituenti della straordinarietà che sono la relazione e la vita con il cane.