Pouf!
Come se fosse arrivato per magia i proprietari si rendono conto di avere il cane. Se ne accorgono perchè il cane si nota, non è un pupazzo come pensavano, si muove per casa, ha comportamenti che danno fastidio, deve essere gestito.
Quando il cane da fastidio si chiama l’educatore cinofilo e ci si aspetta che dica che il problema è il cane. Nella gran parte delle volte, però, la risposta che si riceve lascia quanto meno sorpresi: più spesso di quanto si pensi il problema non è il cane ma i proprietari e perchè la situazione migliori serve si facciano una serie di cose. La replica di molti proprietari è un secco ‘Non mi posso mica sacrificare per il cane‘.
‘Non mi posso mica sacrificare per il cane’
E invece sì, si deve: è la responsabilità, l’obbligo che viene con il cane quando lo si prende. E non si tratta di sacrificarsi per il cane ma di impegnarsi per il cane, per la sua vita e il suo benessere.
Il cane è impegno
Prima ancora di amore, presenza, compagnia, il cane è impegno: è impegno economico, psicologico, di tempo, di pazienza, di flessibilità, di adattabilità, di lavoro.
Quando si prende il cane le sue esigenze devono essere soddisfatte nei tempi e nei modi che servono all’animale, anche se è faticoso e anche se complicano la vita.
Chi non è disposto ad impegnarsi per il cane non lo deve prendere.
Chi considera impegnarsi per il cane un sacrificio, non deve prendere il cane.
Cosa vuol dire impegno per il cane
Prima di tutto, ogni cane è un individuo a se che oltre a predisposizione genetica (data dall’appartemere a quella razza o mix di) ha predisposizione individuale e alle esigenze dovute alla sua specie (essere cane), di quella razza (o mix di), unisce le sue caratteristiche individuali e, quindi, le sue esigenze individuali.
Tradotto, ogni cane richiede il suo impegno per cui, se anche a grandi linee si può sapere cosa comporta avere il cane, il tipo di impegno che il proprio cane richiede si svela solo vivendo con la creatura e conoscendone il carattere, la personalità, i gusti, la salute, etc.
Impegnarsi per il cane ha diversi aspetti, alcuni personali, altri pratici.
Le aspettative e la realtà
E’ molto comune prendere il cane sulla base di una idea preconcetta e con aspettative che si troveranno a confrontarsi con la realtà e le sorprese non sono necessariamente gradite.
Il primo impegno dei proprietari di cane è essere pronti ad adattare le proprie aspettative alla realtà del proprio cane perchè il cane può essere, probabilmente sarà, diverso da quello che ci si aspettava e che sia diverso non vuol dire che è sbagliato o strano, vuol dire che c’è un problema con le aspettative.
L’altro primo impegno dei proprietari di cane è adattare la propria vita alla realtà del cane. A questo sentiamo già il commento ‘Ah ma che dite, che idiozia, io lo faccio educare, addestrare e fa quello che dico io’.
No.
La realtà dell’educazione
Educare vuol dire preparare il cane alla vita e metterlo in condizioni di vivere serenamente nella società umana in cui si trova ad abitare, nel rispetto della sua natura, del suo carattere e della sua personalità.
Educare non vuol dire cambiare la fisiologia di base del cane, la sua genetica e la sua predisposizione individuale, non vuol dire forzarlo a conformarsi ad aspettative degli umani che sono in conflitto con la sua natura.
Il cane è diverso
Il cane può avere carattere, personalità e gusti diversi da quello che si desiderava, sognava, immaginava. In altre parole, il cane può essere diverso da come si pensava debbano essere i cani.
Scoprirlo è una sorpresa e, come accennavamo prima, più spesso che no è una di quelle sorprese non piacevoli, di quelle che cambiano letteralmente la vita.
L’idea di come devono essere i cani
Nell’immaginario collettivo (escludendo chi li pensa cattivi che mordono), i cani pensano solo alla palla e a mangiare, voglono essere toccati da tutti, abbaiano per disturbare, vogliono stare tutti tra di loro e come li metti, dove li metti e dove li porti, devono comportarsi bene.
La realtà
La realtà dei cani è ben diversa. Non esiste IL Cane, ogni cane è un individuo, unico, e ogni cane è da scoprire (e apprezzare e amare) nella sua individualità. Il cane può essere
- timido
- non amare essere toccato
- essere a disagio quando ci sono tante persone
- soffrire ad andare per negozi
- avere paura dell’acqua
- essere molto selettivo, con gli umani e con gli altri cani
- soffrire e reagire male in ambienti ristretti
- soffrire la macchina
- avere specifiche esigenze alimentari
- avere problemi di salute
- essere fobico
- essere cucciolo
- essere anziano
- essere adolescente
- essere insicuro
- e una o più delle altre migliaia di caratteristiche che i cani (come gli umani d’altronde) possono avere.
Confrontarsi con la realtà del proprio cane
Confrontarsi con la realtà del proprio cane vuol dire impegnarsi e anche adattare la propria vita alle sue caratteristiche, ai suoi gusti e alle sue esigenze. Quindi, ad esempio:
- Per chi è timido, deve essere tutelato dalle attenzioni che lo stressano quando si esce e si incontrano estranei
- Per chi non ama il contatto fisico si devono gestire le attenzioni e la manifestazioni di affetto in modo che non siano fonte di disagio per il cane, sia da parte dei familiari (è vero che per i cani i loro umani sono speciali ma un cane che non apprezza essere toccato vivrà comunque le attenzioni fisiche in modo meno rilassato di uno che le ama) sia particolarmente da parte degli estranei
- Per chi è timido, non ama le folle, è sensibile ai rumori, bisogna selezionare le uscite in modo che siano in ambienti adatti, e quindi ad esempio scegliere posti non affollati e tranquilli, evitare i negozi, le strade caotiche, i mercati, i centri commerciali, etc. Un corollario è che può voler dire anche imparare a lasciarlo solo un paio d’ore
- Per chi ha paura dell’acqua, quando lo si porta al lago, al fiume, al mare, non bisogna forzarlo ad entrare in acqua e nemmeno pretendere che nuoti e si diverta. Bisogna prima di tutto dare alla creatura il tempo di cui ha bisogno per abiturarsi all’acqua e sentirsi a suo agio; se la situazione non cambia e il suo disagio con l’acqua permane, si deve pensare a cambiare meta.
- Per chi non ama gli altri cani o è selettivo, si devono evitare le aree cani, si devono gestire con attenzione gli incontri e le interazioni con gli altri cani e creare rapporti di amicizia con cani selezionati con cui fare passeggiate; si può dover imparare che i percorsi non possono essere predefiniti perchè sono dettati da incontri, situazioni o contesti che possono causare disagio e stress
- Per chi soffre gli ambienti ristretti, si devono evitare situazioni in cui il cane si sente stretto, ad esempio i viaggi in treno/autobus, il ristorante, etc.
- Per chi soffre la macchina, serve gestire il cane in modo da rendergli la vita meno penosa possibile
- Per il cane insicuro, serve dare sostegno e supporto, cosa che tra le altre richiede riconsiderare il guinzaglio. Per i fan del sempre sciolto, vuol dire scoprire il valore del guinzaglio, per i fan del sempre legato, vuol dire scoprire l’importanza della gestione della libertà. In altre parole, si deve imparare a valutare condizioni e situazioni in cui il cane può essere serenamente sciolto e quando invece ha bisogno di essere tenuto al guinzaglio
- Per il benessere fisico e la soddisfazione mentale del cane, si può dover cucinare appositamente per la creatura
- Ogni età (cuccioli, adolescenti, età matura, anziani), ha le sue esigenze di impegni, alimentazione e uscite e ad esse bisogna adeguarsi.
- Se il cane è malato può essere necessario rinunciare a fare vacanze, gite e si può dover cambiare il contesto in cui vive la creatura perchè sia adeguato alla sua condizione.
Sono alcuni esempi ma danno una idea di cosa può richiedere avere cane. Essere psicologicamente e mentalmente preparati rende più naturale impegnarsi come serve.
Il benessere del cane
Il benessere del cane richiede che le sue esigenze fisiche, mentali ed emotive siano riconosciute, rispettate e soddisfatte nei modi e nei tempi giusti per la creatura, anche se è scomodo, anche se è difficile, anche se complica la vita.
Alla pari degli altri
Vista, quindi:
- la natura dei cani
- la complessità delle loro esigenze fisiche, mentali ed emotive – comparabili a quelle dei membri umani della famiglia
- la complessità del loro carattere e della loro personalità – comparabili a quelli dei membri umani della famiglia
- la varietà dei loro gusti e delle loro preferenze – comparabili a quelli dei membri umani della famiglia
si può prendere il cane solo se lo si considera alla pari dei membri umani della famiglia e si considera dedicarsi a lui/lei l’impegno naturale che viene con il prendere il cane.
Chi considera occuparsi del cane un sacrificio non deve prenderlo.
In collaborazione con Sara de Cristofaro, educatore cinofilo, e co-autrice del best-seller Senti chi Abbaia