I cani vivono in casa con i loro proprietari, dormono sul letto con loro, il legame e l’attaccamento che si formano tra i cani e i loro proprietari è comparabile a quello tra figli e genitori, si parla addirittura di coevoluzione tra cani e umani, e la vicinanza millenaria tra bipedi e quadrupedi ne ha influenzato anche la comunicazione, come spiegano gli autori di un recente studio dal titolo ‘Communication in dogs‘.
Quello che è successo nelle migliaia di anni di convivenza è che cani e umani hanno imparato a percepire, capire e rispondere correttamente ai segnali inviati da membri dell’altra specie e ciò perchè perchè il processo di coabitazione ha generato in entrambe le specie cambiamenti nel loro modo di comunicare e nelle loro capacità comunicative.
Il processo di coabitazione ha generato nei cani e negli umani cambiamenti nelle loro capacità comunicative
Fin da quando sono piccinissimi, i loro umani sono speciali per i cani
Fin dalla primissima età i cani capiscono le comunicazioni visive degli umani e ne sanno interpretare le intenzioni comunicative: capiscono che certi segnali (segnali ostensivi), come ad esempio è il contatto visivo, indicano una intenzione di comunicare
Gli studiosi ci dicono che i cani sono gli unici animali al mondo in grado di riconoscere i segnali ostensivi e questa loro capacità suggerisce un alto livello di adattamento all’ambiente sociale umano.
I cani riconoscono e distinguono i gesti umani e si rendono conto di quali sono diretti a loro e quali no. Questo vuol dire che valutano in modo diverso uno stesso comportamento se è o no accompagnato o preceduto da un segnale ostensivo.
Il modo in cui i cani usano lo sguardo con i loro proprietari rivela che hanno acquisito un modo di comunicare di tipo umano
Lo scambio di sguardi con i proprietari è speciale
Lo sguardo ha un ruolo importantissimo nella comunicazione e nella relazione umano-canina: il significato e la funzione dello sguardo nella comunicazione che i cani hanno con i loro proprietari sono diverse da quelle che hanno nella comunicazione con i cani.
In altre parole, il modo in cui i cani usano lo sguardo con i loro proprietari rivela che hanno acquisito un modo di comunicare di tipo umano.
I cani comunicano anche con le espressioni facciali
Il valore dello sguardo
Lo sguardo ha un valore importantissimo nella relazione umano-canina.
Sin da piccinissimi, nelle situazioni più diverse – da quando hanno difficoltà a risolvere un problema a quando mendicano cibo – i cani hanno la tendenza spontanea a guardare il viso degli umani e a stabilire il contatto visivo. La ricerca dello sguardo umano è interpretata come una ricerca di aiuto, di conferma, di sostegno.
E’ scientificamente provato che lo scambio di sguardi con i proprietari contribuisce allo sviluppo della relazione di affiliazione e del legame con i proprietari tramite lo stesso effetto mediato dall’ossitocina che esiste tra la mamma e i figli piccoli.
E’ scientificamente provato che i cani osservano la direzione dello sguardo degli umani per capire se sono attenti a loro e adattano il loro comportamento di conseguenza. E’ stato osservato, ad esempio, che quando gli umani prestano attenzione, i cani hanno diverse e più numerose espressioni facciali. Gli studiosi spiegano che è un fenomeno estremamente importante perchè rivela che nel produrre le espressioni facciali i cani hanno un intento comunicativo e mostra anche che i cani cambiano il loro comportamento a seconda che gli umani siano o no disponibili ad interagire con loro.
E’ anche scientificamente provato che i cani producono con insistenza segnali referenziali fino a che non ottengono una risposta soddisfacente da parte dei loro umani e se non lo ottengono, li interrompono.
Le espressioni umane
I cani vivono osservando gli umani e li sanno interpretare come nessun altro. Una chiave di lettura sono le espressioni del viso, che leggono, a cui rispondono e in base a cui modulano i loro comportamenti. Ciò significa che i cani non solo riconoscono la valenza delle emozioni umane ma ad esse rispondono.
Ad esempio è stato osservato che di fronte ad epressioni umane negative, i cani si leccano di più le labbra (segnale di stress o pacificazione) che di fronte ad espressioni positive, usando un comportamento comunicativo usato con gli altri cani per ‘pacificare’ chi ha l’espressione negativa. Visto che gli umani non sono altrettanto bravi a capire i cani e a controllare le proprie comunicazioni, c’è poco da sorprendersi se ci sono tante incomprensioni tra cani e umani.
Il social referencing, o riferimento sociale
Osservando il viso dei loro umani i cani riconoscono le emozioni che stanno provando e usano le espressioni che vedonno per regolare i propri comportamenti: se vedono una espressione positiva, si avvicinano ad un oggetto sconosciuto o ambiguo; se vedono una una espressione negativa, se ne tengono lontani.
E’ stato osservato anche che nei casi in cui i proprietari non sono attenti, i cani alternano lo sguardo tra loro e l’oggetto di cui non sono sicuri cercando attivamente di attirare la loro attenzione per ottenere informazioni.
Questo vuol dire, ci dicono gli studiosi, che è scientificamente dimostrato che i cani hanno il social referencing – il riferimento sociale – ossia quel processo per cui i bambini usano il caregiver come referente emotivo in situazioni ambigue per cui usano le sue espressioni per stabilire come comportarsi nei confronti di oggetti, persone e situazioni.
I cani distinguono il riso dal pianto e si preoccupano quando sentono una persona piangere
Le vocalizzazioni nella comunicazione umano-canina
I cani capiscono anche il significato di tante parole – ad ora si sa che riescono ad imparare fino a 200 parole e ad associarle all’oggetto a cui si riferiscono – e percepiscono il contenuto emozionale delle vocalizzazioni umane.
E’ stato anche osservato che il cervello dei cani processa le vocalizzazioni umane in modo asimmetrico, usando prevalentemente l’emisfero destro per analizzare vocalizzazioni che hanno un valore chiaramente negativo (ad esempio paura o tristezza) e l’emisfero sinistro per analizzare vocalizzazioni positive. I cani distinguono il riso dal pianto e si preoccupano quando sentono una persona piangere.
Non solo, i cani usano il tono della voce degli umani per capire come percepiscono situazioni e oggetti e si comportano di conseguenza.
A loro volta i cani usano le vocalizzazioni per comunicare con gli umani, ad esempio per richiedere che si occupino di loro, per attirare l’attenzione, per chiedere aiuto quando devono affrontare un problema che non riescono a risolvere.
Il ruolo dell’olfatto
I cani riconoscono gli individui dal loro odore e per il controllo olfattivo sembrano preferire alcune parti del corpo rispetto ad altre, cosa che porta gli studiosi a pensare che gli odori specifici emanati dalle diverse parti del corpo trasmettano ai cani informazioni diverse.
I cani riconoscono gli umani dal loro odore, distinguono ad esempio due gemelli identici che vivono nello stesso posto in base al loro odore, distinguono i cambi metabolici dei loro proprietari in base all’odore e associano l’odore degli umani ad esperienze precedenti che hanno avuto con loro. Non solo, percepiscono e capiscono lo stato emotivo delle persone in base al loro odore e quello che sentono causa cambiamenti nei loro comportamenti e nell’attività cardiaca, in particolare in situazioni di paura.
In altre parole, i cani adattano il loro comportamento sociale verso gli umani secondo la valenza dell’odore che sentono, se è positivo o negativo.
Il contatto fisico
Anche il contatto fisico è una comunicazione ed è molto interessante come anche in questo c’è una grossa differenza tra il modo in cui i cani si comportano tra loro e come si comportano con i loro proprietari umani.
Il fatto è che tra cani il contatto fisico è solitamente di breve durata mentre gli umani tendono ad iniziare e a mantenere il contatto fisico con una frequenza maggiore e di maggiore durata. Alcuni cani apprezzano molto le attenzioni mentre tanti di loro sono sono poco rilassati durante le interazioni fisiche con gli umani, alcuni le tollerano pur non apprezzandole mentre altri segnalano il desiderio di spostarsi.
A volte il disagio nell’essere toccati è legato alla parte del corpo che sta essendo toccata – i cani in generale (ognuno poi ha i suoi gusti) non apprezzano essere toccati sulle zampe e sulla testa (il gesto può essere interpretato come un segnale intimidatorio) e preferiscono essere toccati sul fianco e sotto il mento.
Da sottolineare è che per i cani fa molta differenza se a toccarli sono i loro proprietari o comunque persone a cui sono affezionati o persone sconosciute o a cui non sono legati. Dai proprietari o persone amiche possono accettare attenzioni che dagli altri non tollerano.
Grazie a Sara de Cristofaro, educatore cinofilo, preparatore cani allerta diabete e autrice del best-seller Senti chi Abbaia per avermi aiutata a capire un po’ meglio questo argomento tanto affascinante quanto complicatissimo.