Gastone! Vieni!
Gastonee!! Vienii!!
Gastoneeeee!!! Vieniiiiiiiii!!!
Ma Gastone non va. Non c’è richiamo, urlo, o minaccia che lo convinca, lontano è e lontano rimane. I suoi umani sono anche sorpresi perchè a casa appena lo si chiama arriva con la puntualità di un treno svizzero.
Qual è il problema quindi?
Non è Gastone, come qualcuno potrebbe essere tentato di sostenere, ma è nel richiamo.
Abbiamo visto qualche tempo fa (qui) che per ottenere non basta chiedere, bisogna chiedere nel modo giusto, oggi vediamo un altro aspetto per cui il richiamo può non funzionare.
Un motivo per cui il richiamo non funziona
Una possibile ragione per cui Gastone quando è al parco non risponde al richiamo è che non sa farlo. ‘Ma come? A casa risponde.’ Esatto, a casa sa che quando è chiamato è previsto che si presenti ma se non è stato preparato a replicare il comportamento in contesti diversi dalla casa, come può essere ad esempio il parco, è normale che non risponda.
Cosa è il richiamo per i cani
Soffermarsi a pensare cosa vuol dire rispondere al richiamo per i cani serve per capire l’impegno che gli richiede ascoltarlo e dargli seguito. Rispondere al richiamo per il cane vuol dire:
- smettere quello che sta facendo;
- spostare la sua attenzione da quello che sta facendo (e quindi lo interessa e/o diverte) a chi lo chiama;
- volgersi verso chi lo chiama;
- avviarsi verso chi lo chiama;
- arrivare fino a chi lo chiama
Quanto contano le distrazioni
Rispondere al richiamo all’esterno è complicato dalle distrazioni, il profumo in un’aiuola, una pipì, gli altri cani, suoni, odori nuovi, pozzanghere, legni da sgranocchiare, il gioco con un amico, etc, etc. Le distrazioni sono un elemento che deve essere tenuto in considerazioni e il cui peso deve essere in qualche modo annullato quando si insegna il richiamo.
Un segreto del richiamo
Un segreto del richiamo è che si deve insegnare al cane a riconoscerlo e dargli seguito in qualsiasi situazione.
Non tutte le situazioni sono uguali
Come abbiamo visto prima, chiamare il cane quando è in casa a pochi metri di distanza e quando magari sente anche il profumo dello snackino che probabilmente lo aspetta, è una cosa, chiamarlo all’esterno quando è a distanze maggiori ed è circondato da stimoli e distrazioni, è tutta un’altra. L’entità della differenza tra le situazioni si coglie abbastanza bene con un esempio: per uno studente, una somma e una equazione non sono la stessa cosa, si parte imparando la somma e si arriva all’equazione di quarto grado facendo diversi passi intermedi. Per il cane il richiamo in diverse situazioni è molto simile, insegnargli a rispondere in casa, in un ambiente ovattato e senza stimoli, e aspettarsi che lo faccia al parco circondato da stimoli e distrazioni è come chiedergli di risolvere la equazione di quarto grado quando tutto quello che gli è stato insegnato è fare la somma.
La chiave
Il punto complicato della questione non è insegnare al cane il richiamo ma insegnargli a rispondere in qualsiasi situazione perchè, come abbiamo visto prima, che risponda quando nulla attrae la sua attenzione non vuol dire che faccia lo stesso quando sta giocando con il suo miglior amico, o quando sente l’odore di una lepre o sta mangiando qualcosa di specialissimo. Bisogna insegnare al cane a rispondere al richiamo in situazioni diverse e con diversi livelli di complessità.
Ci sono regole per il successo
La prima regola per avere successo nell’insegnare al cane il richiamo è esercitarsi in condizioni in cui si è certi che risponderà. Il motivo è semplice, se lo si chiama e non risponde e lo si va a prendere o se si insiste (inutilmente) a chiamarlo, impara che va bene non rispondere, che può rispondere solo quando ha voglia o anche che il richiamo è semplicemente un rumore di sottofondo a cui non prestare attenzione. Il richiamo deve essere certo e inequivocabile e un suono a cui rispondere senza indugio e perchè sia deve essere insegnato.
Esercitarsi in contesti diversi
Considerato che uno dei problemi per cui il cane non risponde al richiamo è che non lo conosce nel diverso contesto, fondamentale è insegnargli a rispondere in diversi ambienti, con diverse distrazioni e a diverse distanze.
Una parola magica: deve valerne la pena
Visto quello che richiede rispondere al richiamo, perchè il cane lo faccia deve aver imparato che ne vale, positivamente, la pena.
Le regole d’oro del richiamo
- Si vince giocando d’anticipo. E’ molto importante che il cane non impari che ignorare il richiamo vuol dire avere qualcosa di fantastico, come continuare ad inseguire un coniglio, proseguire la corsa verso lo stagno, rincorrere un altro cane, mangiare, etc.
- Iniziare facile: Iniziare ad insegnare il richiamo in contesti in cui non ci sono distrazioni per cui rispondere è più facile, e premiare riccamente nel momento in cui la creatura arriva (premiare dopo che arriva, non corromperla sventolando premi, imparerebbe a venire solo se ci sono premi)
- Aumentare gradualmente la difficoltà: esercitare il richiamo in contesti diversi, situazioni progressivamente più complesse, sempre maggiori e diverse distrazioni, e maggiore distanza.
- Ripetere, ripetere, ripetere e rinforzare, rinforzare, rinforzare: non ci sono mai abbastanza feste e complimenti per la creatura che risponde al richiamo.
- Non dimenticare che il passaggio all’adolescenza è difficile: diventato adolescente, il cucciolotto che rispondeva prontamente al richiamo molto probabilmente dimentica tutto quello che sapeva. Non bisogna farsi prendere dalla rabbia, dal panico o dallo scoraggiamento, tocca semplicemente ricominiciare. Un insegnamento ben condotto porterà grandi soddisfazioni.