Il mio cane capisce solo quello che vuole

E’ ben strana l’idea che tanti umani hanno dei cani, da un lato li considerano oggetti o poco più, senza carattere, personalità, cognizione, emozioni, sentimenti, stati d’animo, capacità; dall’altro, attribuiscono loro intenzioni maligne e danno per scontato che capiscano e facciano qualsiasi cosa si dice loro, anche se non l’hanno mai sentita prima e in qualsiasi modo la si chiede. Nemmeno dai computer si pretende tanto.

Pensare che i cani siano robot che in modo automatico e meccanico rispondono a chi chiede e comanda loro è un errore, fonte di frustrazione sia nei cani sia negli umani e di problemi anche importanti per la relazione umano-canina. E’ l’argomento di oggi.

L’importanza del dialogo

Il cane è un essere sensiente e cosciente che vive, come diceva l’etologo Irenäus Eibl-Eibesfeldt, con noi, dentro le nostre case. I cani dormono addirittura sul letto con noi. La relazione con il cane deve quindi essere impostata sulla comunicazione, il dialogo e, ovviamente, la comprensione reciproca. Dove mancano comunicazione, dialogo e comprensione, ci sono problemi.

Ogni cane è unico

Un errore che si fa comunemente è pensare che esista ‘il cane’, che le centinaia di milioni di quadrupedi che esistono al mondo siano sostanzialmente tutti uguali (salvo le diversità di aspetto). La realtà è che ‘il cane’ non esiste, ogni cane è un individuo a se e per insegnare e perchè impari, si deve entrare nella sua mente.

Nella mente di ciascun cane

Ogni cane ha il suo carattere, la sua personalità, la sua predisposizione genetica (data dall’essere di una o dell’altra razza o mix di), i suoi gusti, i suoi desideri, le sue motivazioni e i suoi perchè. Sono tutti fattori che lo rendono chi è, che contano sul suo relazionarsi con gli umani e sul suo apprendere e chi insegna deve conoscere chi ha davanti, nella sua individualità, e domandare e comunicare in un modo giusto per quello specifico individuo.

E’ vero che alcuni cani sono cretini e non capiscono niente?

No, se il cane non capisce non è perchè è cretino.

E’ vero che i cani capiscono solo quello che vogliono?

Per i cani, come per gli umani d’altronde, è più facile capire ciò che è nelle loro corde e per cui hanno maggiore interesse ma non è vero che capiscono solo quello che vogliono.

Quando i cani non capiscono, dove è il problema?

Quando i cani non capiscono il problema è nell’insegnante e nell’insegnamento. Ebbene sì, il problema sono gli umani, non i cani.

Perchè quando i cani non capiscono il problema sono gli umani?

Ci sono diverse ragioni per cui i cani hanno difficoltà a capire quello che gli umani vogliono da loro. Tra queste, il modo in cui le cose sono chieste; il contesto in cui si insegna; l’atmosfera durante la sessione di educazoine; lo stato d’animo di chi insegna e del cane; la stanchezza; le gratificazioni.

Cosa limita l’apprendimento dei cani?

Un primissimo elemento da considerare è che anche i cani hanno le loro giornate no; possono aver dormito male, sentirsi poco bene, essere stanchi, essere nervosi, essersi alzati con la zampa sinistra, etc. etc; imparare in queste condizioni è ovviamente complicato per cui piuttosto che insistere è meglio sospendere e aspettare un giorno migliore. Altri fattori che limitano l’apprendimento dei cani sono: confusione; mancanza di chiarezza; richieste assurde; in tempi assurdi; atmosfera negativa, con stress, ansia, rabbia, frustrazione; punizioni, fisiche /o verbali; violenza, fisica e /o verbale; pressioni; inflessibilità.

Cosa serve per avere successo quando si insegna ai cani?

Alcuni degli ingredienti necessari per avere successo nell’insegnare ai cani sono i seguenti: giornata sì, sia per gli umani sia per il cane; essere chiari e coerenti; fare richieste ragionavoli; in tempi ragionevoli; in un’atmosfera piacevole, gioiosa e giocosa; avere stato d’animo positivo, rilassato e paziente; comunicare in modo sereno e costruttivo; mostrare apprezzamento e sostenere il cane che si impegna; gratificare il cane che si impegna; essere flessibili e creativi, cercare e provare alternative nel caso non si notassero progressi; mettere il cane in condizione di avere successo; sospendere al momento giusto.

Le gratificazioni

Il cibo è considerato il premio migliore ed è il più diffusamente usato. In realtà non lo è necessariamente: è infatti scientificamente provato che per i cani le attenzioni, i complimenti e gli apprezzamenti dei loro umani valgono di più.

Quando i cani non fanno quello che si chiede loro, è perchè sono testardi e disobbidienti?

No. I motivi per cui i cani non fanno quello che si chiede loro sono diversi e non hanno a che fare con la testardaggine o la disobbedienza. Possono non rispondere, ad esempio, perchè non hanno capito cosa si è chiesto loro; oppure perchè non hanno sufficiente pratica con la richiesta; oppure perchè sono distratti (possibilmente da qualcosa di più interessante da quello che si sta proponendo); oppure perchè sono stressati o spaventati.

In conclusione

Se il cane non capisce, ‘capisce solo quello che vuole’, o non risponde, non accusarlo di essere stupido, disobbediente, testardo, etc. etc., non sgridarlo e non punirlo, non serve a ad altro se non stressarlo/inibirlo/impaurirlo/antagonizzarlo/confonderlo e a rendere il suo apprendimento e il suo rispondere come si desidera ancora più difficili e lontani. E’ opportuno, invece, ricordare che i cani, messi nelle giuste condizioni, sono contenti di collaborare con gli umani e, quindi, che bisogna metterli nelle condizioni in cui possono dare il meglio di se e mentre soddisfano le richieste dei loro umani, essere contenti anche loro del lavoro che stanno facendo.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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