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Capire i comportamenti del proprio cane

I cani sono straordinariamente vicini agli umani. Gli unici animali che vivono con noi e non solo accanto a noi, come diceva il grande etologo Irenäus Eibl-Eibesfeldt. Sono umanizzati eppure non sono umani, hanno la loro comunicazione, il loro codice di condotta, le loro motivazioni, e hanno i loro comportamenti, alcuni dei quali non capiamo, altri capiamo, altri non notiamo, altri ancora pensiamo di capire ma in realtà non capiamo, alcuni ci vanno bene, altri ci disturbano, altri non li sopportiamo.

Ok ma l’umano sono io, quindi decido io. Quello che mi piace lo può fare, quello che mi disturba non lo può fare e la questione si chiude qui.

Non proprio. Il motivo è semplice, i cani sono chi non cosa e il loro essere chi viene con comportamenti per loro naturali. Convivere con il cane parte dall’amare e apprezzare la sua natura animale e va da se che la soluzione per i suoi comportamenti che danno fastidio non è automaticamente sopprimerli.

Quando ci siamo occupati dei cani problematici abbiamo visto che non si può fare di tutta l’erba un fascio perchè i comportamenti difficili a volte sono problemi comportamentali, dovuti al cane [tra questi, separazione precoce dalla mamma, mancata o inadeguata socializzazione, criminalità dell’animale (termine per niente scientifico ma rende l’idea), problemi di sviluppo, etc.], ma molto spesso si tratta di comportamenti problematici, ossia comportamenti che pur essendo difficoltosi sono normali, spesso dovuti al contesto, oppure addirittura sono comportamenti che sono semplicemente normali ma percepiti come problematici da umani non pronti al cane e alla sua natura.

Posto che la serenità della convivenza è fondamentale, ci può essere solo nel rispetto della creatura quadrupede. Questo vuol dire non vedere i comportamenti del cane solo dal punto di vista umano – mi vanno bene quindi vanno bene, mi danno fastidio quindi non vanno bene – ma anche da quello canino – sono naturali? Sono normali? Perchè li ha?. Solo così si può capire la creatura e la si può gestire nel modo più corretto.

Un aspetto da considerare di cui si parla pochissimo è come si tende a tollerare, in alcuni casi addirittura a favorire, comportamenti anche non corretti dei cani di taglia piccola.

Facciamo qualche esempio (sono numerati ma l’ordine è casuale)

1. La predisposizione genetica

Il cane da guardia che approccia in modo difensivo chi viola lo spazio in cui vive. La sua predisposizione genetica è difendere e il suo comportamento è naturale e normale. Se chi ha preso il cane ha una vita sociale molto intensa per cui soffre il comportamento del cane o non ha proprio bisogno di un cane da guardia, percepisce il suo comportamento come problematico. Il problema però non è del cane – fa quello per cui è nato – ma degli umani che hanno scelto il cane sbagliato per loro e la loro situazione. Lo stesso comportamento in un contesto diverso non è percepito come un problema, anzi.

2. L’etogramma del cane

Il retriever che senza se e senza ma attacca per fare male tutti i cani che incrocia. Qui si tratta di un comportamento che che esce dall’etogramma del cane, è un comportamento patologico, oltre ad essere anche problematico per i suoi umani, ovviamente. Richiede l’intervento di un educatore cinofilo, che deve essere professionista, serio e preparato.

3. Gli effetti della solitudine

Il cane che resta solo tutto il giorno tutti i giorni e devasta la casa. Non è bello tornare e trovare la casa distrutta ed è facile cadere nell’errore di dare la colpa al cane, ma la povera creatura non ha responsabilità. Il suo comportamento è una manifestazione di malessere dovuto alla solitudine, per il cane innaturale, allo stress, alla sofferenza, alla mancanza di stimoli, alla mancanza di impegno, all’essere vivo senza esserlo. L’origine del problema sono gli umani non il cane.

4. La difesa delle risorse

Il cane difende le sue risorse. Anche per i cani, come per gli umani, ci sono risorse importanti e risorse di poco conto, e difendere quelle per loro importanti quando pensano siano minacciate è generalmente normale. La difesa delle risorse ha diverse facce: può essere un comportamento normale ma difficoltoso. Ad esempio, ci sono bimbi in casa che allegramente allungano la mano per portar via l’osso dalla bocca del cane, peccato che per il cane l’osso sia il bene più prezioso del mondo per cui il rischio di crisi è costante. A seconda del tipo di risorsa, è un comportamento su cui si può anche decidere di lasciar correre perchè non pesa sulla serenità della convivenza. E’ un comportamento difficoltoso ed un problema comportamentale quando mette a rischio l’incolumità degli umani e riguarda risorse come ad esempio il letto, il divano, una o più stanze, etc. Richiede in questo caso l’intervento dell’educatore cinofilo.

5. La ‘cattiveria’

Il cane è ‘aggressivo’ – ogni volta che incrocia un altro cane fa scene terribili. L’aggressività è un molto tema delicato. Spesso equiparata a cattiveria, più spesso che no è espressione di insicurezza. E’ un comportamento problematico, certo; per i proprietari è difficile ma si può dire che è un problema comportamentale? Dipende. Dipende da dove nasce l’aggressività. Trattare un cane ‘aggressivo’ perchè insicuro è una cosa, trattare un cane patologico è un’altra. Il comportamento può sembrare lo stesso ma le cause sono ben diverse e così i modi per affrontare il problema.

6. Il cane che monta

Il cane monta. Questo è uno di quei comportamenti per cui ci sono due pesi e due misure. Lo fa un cane di piccola taglia, generalmente si lascia correre, spesso si ride; lo fa un cane di taglia media o grande, la reazione è spesso violenta. Sa il cielo perchè il montare del cane di piccola taglia debba essere migliore di quello dei cani medi o grandi.

I casi da elencare sarebbero innumerevoli, tanti quanti i cani e i binomi-cani proprietari, per cui ci fermiamo qui sperando di aver reso almeno a sufficienza la sostanza del discorso. I cani hanno tanti comportamenti, alcuni ci vanno bene, alcuni ci danno fastidio, alcuni sono un problema, ma il nostro è solo uno dei lati della medaglia e capire il cane e le sue motivazioni è essenziale per capire i suoi comportamenti e quindi per gestirli adeguatamente.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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