Tantissima gente prende il cane nonostante sia convinta, o non abbia problemi a farsi convincere, che sia un antagonista e che debba essere trattato come tale.
Il punto è che al cane ‘bisogna far capire chi comanda’.
Collari con spunzoni che penetrano nel collo, collari che rilasciano scariche elettriche, collari a strozzo, strumenti che spruzzano prodotti negli occhi, botte e/o strattoni se non cammina al passo o abbassa la testa per odorare per terra, ribaltarlo con violenza, isolarlo, togliergli la ciotola del cibo mentre sta per mangiare, bloccarlo se cerca di passare per primo dalla porta, strattonarlo e tirarlo fino a strozzarlo se tira al guinzaglio. Questi e altri sono i trattamenti e gli strumenti che gli umani si sono inventati per difendersi dai cani, per ‘dominarli’ e ‘imporsi come capobranco’. ‘La tecnica’ come la chiama qualcuno.
Nella sostanza si tratta di maltrattamento e da un perverso punto di vista ha anche una sua ragione. Con una macchina da guerra non dialoghi. Affronti, attacchi, ti difendi o scappi ma scappare non avrebbe senso in questo caso visto che l’antagonista è stato cercato e volontariamente portato in casa.
Ok, non tutti considerano i cani come nemici. Tanti li considerano potenziali nemici. Da sempre hanno sentito dire che se non usano le maniere forti il cane fa il cane, quindi sono a rischio, e quindi le usano. Con il cane dominato, il pericolo è sventato.
Proponiamo uno spunto di riflessione.
Il cane è un essere di un’altra specie, per cui il ‘noi’ conta più dell’io; ha un suo codice di comportamento (molto rigoroso) in cui, tra gli altri, non si è agitati, non si corre addosso, non si fissa negli occhi, non si morde a caso ma uccidere non è un reato; può pesare anche 80kg e più e anche il più piccolo di loro ha denti capaci di triturare ossa.
Ha senso prenderlo, cosa a cui non ti costringe nessuno, se fosse veramente un antagonista da cui doversi difendere?
Non ha senso e infatti la realtà è che l’essere a quattro zampe, il fantomatico antagonista dominatore in realtà antagonista e dominatore non è.
Sono migliaia di anni che il cane ha deciso che vivere nell’orbita degli umani gli conviene. La vicinanza tra cani e umani è straordinaria, si parla addirittura di coevoluzione tra le due specie. Sono migliaia di anni che gli umani allevano cani e li ‘costruiscono’ a loro volontà e per decenni la scienza ha ritenuto i pets non interessanti perchè costruiti dagli umani.
Non poco schizofrenica la questione: cani e umani evolvono insieme, gli umani modellano i cani a loro utilità, la scienza lo conferma disinteressandosene ‘perchè sono finti’, nel frattempo dagli inizi del 900 circa si diffonde la convinzione che serve la coercizione per sottometterli agli umani e al loro volere, cosa che di fatto nell’immaginario collettivo trasforma i cani da specie amica a specie nemica.
Che ci sia qualcosa di strano in questo quadro lo dicono gli etologi, veterinari, biologi, antropologi dell’evoluzione, psicologi, zoologi (giusto per citarne alcuni) che si sono accorti che in realtà i cani sono molto interessanti e ovunque nel mondo si dedicano allo studio della loro natura, dei loro comportamenti e della loro relazione con gli umani.
La scienza ci dice tra l’altro che:
- i cani hanno predisposizione genetica (più spesso che no frutto di selezione da parte degli umani)
- hanno la loro visione del mondo
- hanno ognuno il suo carattere e la sua personalità. I cani possono essere timidi, riservati, sensibili, ipersensibili, esuberanti, insicuri, diffidenti, bulli, sicuri di sè, ansiosi, tranquilli, socievoli, meno socievoli, fragili, etc. etc. etc.
- hanno il loro codice di comportamento
- hanno la loro comunicazione
- non sono dominanti
- hanno e usano la memoria
- provano tanti sentimenti ed emozioni
- hanno consapevolezza di se e delle proprie capacità
- hanno stati d’animo
- devono essere socializzati
- c’è un momento giusto e momenti sbagliati per separarli dalla mamma e dai fratellini
- conoscono la paura
- hanno bisogno di conforto
- hanno bisogno di sentirsi realizzati
- non si piacciono tutti tra loro
- hanno bisogno di sentirsi capiti e apprezzati
- conoscono il dolore, fisico ed emotivo
- hanno gusti e preferenze
- si emozionano e si eccitano
- conoscono la gratitudine
- si imbarazzano
- conoscono la felicità e la tristezza
- conoscono la delusione
- sono tutti diversi uno dall’altro
- danno valore alle cose
- hanno straordinarie capacità adattive
- hanno importanti esigenze fisiche, emotive e mentali
- conoscono la frustrazione
- hanno simpatie ed antipatie
- l”aggressività’ è più spesso che no segno di insicurezza
- non hanno ambizioni di potere nè di dominio
- possono soffrire di malattie psicosomatiche
- hanno bisogno di essere educati alla vita
- hanno bisogno di sentirsi sicuri
- hanno sviluppato una comunicazione specifica con gli umani
- capiscono gli umani come nessun altro
- imparano a comportarsi relazionandosi con gli altri e dalle esperienze che fanno
- sfuggono il negativo
- la relazione tra cani e umani è comparabile a quella tra genitori e figli
Non solo, i cani lavorano per e con gli umani. Dalle terapie assistite alla caccia, dalla guardia alla protezione civile, dalla medicina all’assistenza ai privi di vista, dalla polizia all’esercito, dal salvataggio al supporto al pastore, i servizi che i cani fanno per gli umani sono incolcabili.
A questo si aggiunge l’ovvio, che i cani dipendono in tutto e per tutto dagli umani, a cui sono, già semplicemente nascendo, sottomessi. Basti pensare, giusto per dirne tre proprio basilari, che senza gli umani non possono nemmeno bere se hanno sete, nè fare la pipì nemmeno se stanno scoppiando, nè leggere il giornale (= l’odore) che vogliono per quanto vogliono perchè c’è sempre la possibilità che siano trascinati via.
Il forte sospetto è che chi si pone in modo antagonistico nei confronti dei cani lo faccia perchè vuole esercitare potere in forma di abusi e violenza (e come avviene tra gli umani, abuso e violenza anche nei confronti dei cani non sono necessariamente scenografici ) e che la natura dei cani non c’entri nulla, o meglio, c’entri ma per motivi diversi da quelli che si raccontano – i cani sono un obiettivo facile. Ci sono ragioni psichiatriche che spiegano il fenomeno ma vanno ben oltre la nostra competenza.
Insulti vari e ‘Come la mettiamo con i cani aggressivi, i cani disobbedienti, i cani ribelli, i cani distruttori, etc. etc. ?’
Parecchi anni fa girava una serie di pubblicità di una banca internazionale che mostrava che una stessa cosa ha un significato anche fondamentalmente diverso in diverse culture. Tra i tanti, c’era l’esempio di un insetto, in Cina una raffinatezza culinaria, in Europa un parassita, in Asia un simbolo religioso, e veniva usato per mostrare come per muoversi correttamente con gli altri è necessario sapere chi sono e conoscere cosa vogliono dire le cose per loro.
Traslato, con i cani è la stessa cosa.
Ad esempio, la testa che si abbassa per odorare il terreno, per il cane è un’esigenza mentale e una esperienza sensoriale, l’umano che lo strozza per impedirglielo vuole vederlo come un segno di indisciplinatezza da punire; tirare al guinzaglio per il cane è l’espressione di uno stato d’animo (tra i tanti diversi che possono spingerlo a tirare), l’umano che lo strattona, lo strozza, lo calcia, per ‘insegnargli’ a non farlo, vuole vederlo come un tentativo di dominanza; difendere il letto, per il cane è difendere una risorsa preziosa, l’umano che lo sbatte per terra per ‘insegnargli chi è il capobranco, vuole vederlo come segno di dominanza.
E’ evidente che ridurre la complessa natura dei cani e i loro comportamenti ai minimi termini di dominanza e sottomissione è etologicamente e scientificamente sbagliato e soffocare la natura dei cani per mallearli al volere umano è una violenza (che oltre a colpire i cani priva gli umani dell’arricchimento che la loro natura porta nelle nostre vite).
Detto questo, le situazioni di difficoltà con i cani ci sono. Alcune sono oggettive – cani criminali, cani sociopatici, cani con problemi mentali, etc. etc. ma tante sono relative e dipendono fondamentalmente dagli umani, causate tra gli altri, da scelta sbagliata del cane, approccio sbagliato al cane, gestione sbagliata del cane, aspettative irrealistiche. La risposta non è relazionarsi con i cani con la coercizione, ossia l’equivalente del puntare la pistola alla testa, che è un abuso della posizione di potere che naturalmente gli umani hanno sui cani ed è un tradimento della relazione umano-canina, oltre a non avere basi scientifiche e ad essere uno svilimento della intelligenza umana.
Dire che non si devono abusare i cani non equivale a sostenere che devono fare tutto quello che vogliono e men che mai vuol dire che tutto si risolve con amore, baci e abbracci.
Considerato quello che la scienza ci ha detto e ci dice sui cani, sulle loro capacità cognitive ed emotive, sulle caratteristiche della relazione umano-canina e su tutto quello che i cani fanno per gli umani, dobbiamo loro il rispetto di trattarli con i metodi non coercitivi. E il bello è che non si tratta di buonismo, di etica o di morale, è scientificamente provato che sono più validi.