“Qui e ora”, Hic et nunc (anche questo è un principio che abbiamo preso dagli antichi romani), è un’indicazione categorica, cogente che viene ripresa da molti filosofi, soprattutto gli esistenzialisti, e che in una nuova visione olistica ci indica di vivere non nel ricordo del passato, né in un’eccessiva progettualità, ma nel tempo presente.
L’essere umano spesso si proietta nel suo mondo delle ipotesi, sentendo crescere l’ansia e l’angoscia per un futuro del tutto ipotetico. Io stessa ho una bellissima registrazione di una musica per la meditazione in cui ogni tanto si può sentire la voce di Osho esclamare “Be here and now” e che riproduco nei momenti di maggiore difficoltà emotiva
L’inizio della libertà è la realizzazione che tu non sei «colui che pensa», ci suggerisce E. Tolle … ma come possiamo svincolarci, soprattutto in momento come questo, dal rimpianto di un passato più sereno oppure dalle preoccupazioni di un futuro alquanto incerto? E ’per l’uomo moderno molto difficile: ci servono spesso degli aiuti esterni: chi si affida alla meditazione, chi alla musica o alla danza, chi si affida a maestri o coach, altri molto semplicemente si fanno aiutare dai loro compagni animali. Chi più del nostro gatto o del nostro amatissimo cane può dire di vivere nel qui ed ora? Per loro il vero valore sta in quello che stanno facendo, nell’essere assolutamente autentici nelle loro emozioni e nelle loro azioni.
Quando tanti anni fa ho iniziato a modificare la mia alimentazione (per problemi di salute) e quindi la mia stessa vita, il mio medico-mentore mi ha detto mangi esattamente come il suo cane mangia il suo osso.
Questa frase mi ha molto colpita all’epoca e mi misi realmente ad osservare: Elsa mangiava il suo osso in posizione comoda e rilassata, concentrandosi sul masticare, modificando l’inclinazione della testa in base alle parti più dure o più cedevoli, attenta al sapore, fermandosi quando valeva la pena gustarne una zona particolare. Non avevo mai mangiato così: scomoda, spesso in piedi, disattenta, impegnata in conversazioni oppure in pensieri sul “dopo”, leggendo, scrivendo, parlando al cellulare. Non avevo mai mangiato qui ed ora. Che gusto aveva il piatto che avevo mangiato la sera prima?
Io credo che in questo periodo così complicato i nostri animali ci portino un grande contributo: ci fanno ridere, ci obbligano (o ci permettono) di uscire, ci tengono in contatto con gli amici, ci danno il calore di una famiglia, che spesso non c’è, o sarebbe meglio che non ci fosse, ci permettono un contatto rassicurante contro questa strisciante paura, ci ricordano la nostra anima naturale, quella che risiede ancora in noi nonostante tutte le nostre negazioni e ci ricordano il “qui ed ora”.
Sembrano suggerirci: Non importa quanto sia stato falso il nostro passato, non importa quanto sarà oscuro il nostro futuro, ora sei qui ed è questo quello che importa; perché questo lancio di pallina è unico, perché questa carezza è unica, perché questo momento di presenza è unico ed irripetibile