Il detto Le apparenze ingannano è stato coniato per gli umani ma potrebbe egualmente essere stato pensato per i cani.
Una delle grandi complessità dei cani è che con loro le cose sono diverse da quelle che gli umani pensano, spesso sono addirittura l’opposto.
Ad esempio, piccolo e bianco non vuol dire buono, che aggredisce non equivale a cattivo, che non aggredisce non equivale a buono, che scodinzola non equivale a contento, che corre incontro e salta addosso non vuol dire giocherellone, che tira al guinzaglio non vuol dire dominante, e coercizione non vuol dire metodo di successo e corretto per (ri)educare i cani.
E’ l’argomento su cui torniamo oggi.
I fan della coercizione, o della ‘tecnica’ come la chiama qualcuno, non apprezzano che se ne parli e quando succede si scaldano. Peccato che i metodi coercitivi non abbiano basi scientifiche mentre la loro confutazione sì (ne abbiamo parlato, tra gli altri, qui) per cui chi li sostiene è un po’ come la chiesa cattolica che metteva a processo Galileo perchè diceva che la terra gira intorno al sole, deboli e patetici, oltre che violenti come i metodi che usano.
La comportamentalista ed educatore cinofilo Stephanie Rousseau della Pet dog Trainers of Europe spiega in modo chiaro il primo perchè dei metodi coercitivi e poi le diverse ragioni perchè sono sbagliati.
Hanno appeal, così come gli strumenti usati per applicarli, perchè tanti cercano soluzioni rapide ed efficaci ai problemi che hanno con i cani e metodi e strumenti coercitivi sono venduti come tali e la gente ci crede. La loro realtà, però, è molto più insidiosa.
Ecco alcuni perchè:
La violenza associata ai metodi e agli strumenti coercitivi causa dolore e/o genera paura nei cani, reprime la curiosità e la voglia di imparare, può portare il cane a chiudersi completamente in se stesso in uno stato che la Rousseau definisce di ‘incompetenza appresa‘, e mina nel profondo la relazione con gli umani.
E’ anche scientificamente provato che la coercizione porta ad un aumento della aggressività nei cani, sia come risposta immediata sia come effetto a lungo termine, e sia nei confronti degli umani sia nei confronti degli altri cani.
La relazione tra uso di metodi coercitivi e aggressività nei cani è tale che il Dr. Páraic Ó Súilleabháin, professore di Psicologia in Irlanda, ha scritto ‘I metodi coercitivi per addestrare i cani parrebbero essere un chiaro fattore di rischio per la salute pubblica‘.
La Rousseau si occupa poi della (in)efficacia dei metodi coercitivi spiegando che numerosi studi scientifici hanno mostrato come i cani educati con metodi basati sulla gratificazione soffrono molto meno di sovraeccitazione; che cani gestiti con la coercizione e la punizione (comprese le ‘sole’ sgridate verbali) soffrono di problemi da separazione più degli altri; che in nessun compito, i cani trattati con i metodi coercitivi hanno avuto più successo di quelli trattati con la gratificazione; che cani trattati con metodi ‘gentili’ sono risultati essere significativamente più obbedienti di quelli educati con la coercizione o con un misto di punizioni e gratificazioni.
Non solo, uno studio del 2008 su cani militari addestrati con metodi coercitivi hanno mostrato che gli animali avevano ridotte capacità di apprendimento rispetto a cani trattati con la comunicazione e la gratificazione.
L’uso di metodi coercitivi causa nei cani paura o dolore, o entrambi, e innesca la reazione ‘fight or flight‘ (e quindi stress) – combatti o fuggi.
Un po’ di stress si può gestire e un po’ può anche essere necessario per la sopravvivenza ma lo stress cronico (di cui soffrono i cani trattati con i metodi coercitivi) fa male e ha effetti negativi mentali, fisiologici e comportamentali.
Giusto per dare una idea degli effetti che ha lo stress cronico: tra gli altri, colpisce il sistema immunitario, il sistema gastrointestinale, il sistema endocrino e la tiroide, il sistema cardiovascolare.
Non solo. Il cortisolo ha effetti anche sul cervello, influenzando negativamente la memoria e la capacità di apprendimento, aumentando il rischio di ansia e depressione oltre che di comportamenti compulsivi.
La Rousseau spiega che l’uso dei metodi coercitivi infligge stress e dolore ai cani.
Perchè sono usati allora? Sono gratificanti per gli umani – che sfogano la loro rabbia sui cani e vedono che nell’immediato il comportamento del cane si interrompe – e sono anche la risorsa di chi non sa cosa altro fare ma, oltre ai danni che provocano, ai problemi che causano, e alle questioni etiche e morali che sollevano, i metodi coercitivi e punitivi hanno un limite fondamentale: non sono realmente efficaci nel cambiare nella sostanza i comportamenti dei cani.