Home Educazione Cinofila In cosa i cani sono diversi dagli umani?

In cosa i cani sono diversi dagli umani?

La domanda in cosa i cani sono diversi dagli umani è meno stupida di quello che potrebbe sembrare.

Abbiamo visto più volte che i cani sono molto simili agli umani per tantissimi aspetti.

Partendo proprio dall’inizio, è stato scoperto che cani e umani condividono l’84% del DNA e ricercatori della University of Chicago negli Stati Uniti ed altri istituti internazionali hanno scoperto che gruppi di geni degli umani e dei cani si sono sviluppati in parallelo per migliaia di anni. Tra questi, quelli che riguardano la alimentazione e la digestione (ne abbiamo parlato anche qui), i processi neurologici, e tante malattie, tra cui obesità, numerosi tipi di tumori, disordini ossessivo-compulsivi, ed epilessia.

La vicinanza tra cani e umani è tale che si parla addirittura di evoluzione convergente.

Per tanti altri aspetti, oltre quello fisico 🙂 , invece, i cani sono diversi dagli umani e un fenomeno curioso è che gli umani tendono a ignorare o negare ciò che i cani hanno in comune con gli umani e allo stesso tempo però li considerano e gestiscono come se fossero umani dove invece la loro caninità andrebbe riconosciuta e rispettata.

Conoscere e rispettare quello che i cani hanno in comune con gli umani è essenziale (ne abbiamo parlato ad esempio qui e qui). Ugualmente fondamentale però è conoscere e rispettare la natura più esclusivamente canina dei cani.

Un punto aiuta a capire bene la questione di come cani e umani sono simili e allo stesso tempo diversi ed è il cervello: la dimensione del cervello di cani e umani è diversa (quello dei cani è molto più piccolo) ma la struttura è molto simile.

Il discorso è estremamente complesso e lo toccheremo solo superficialmente ma penso che valga comunque la pena farlo per cui eccoci qui.

Cosa vogliono dire le caratteristiche canine per la vita dei nostri cani e la loro gestione?

Per rispondere potremmo citare un compagno di scuola che, interrogato in storia, alla domanda Cosa è successo il 14 luglio 1789? rispose ‘Tante cose‘ (fu premiato con un clamoroso 2 ma lo ricevette sostenuto da un tifo da stadio da parte del resto della classe) ma pur del tutto ascientifici cerchiamo di essere un po’ più precisi. Ecco alcuni esempi (sono in ordine casuale):

#. Il modo di essere

Per i cani conta il noi non l’io. Conta il gruppo a cui appartengono, non loro stessi come individui, motivo per cui la solitudine per loro è innaturale e lasciarli da soli una forma di maltrattamento. Nei vari gruppi sociali di cui fanno parte (la famiglia è il primo; l’amico x con il suo umano un altro; l’altro amico con il suo umano un altro ancora, etc.) loro sanno che ognuno contribuisce quello per cui è capace, ognuno fa il suo e il gruppo sopravvive, e possibilmente sta bene, proprio perchè tutti contribuiscono e c’è la certezza che lo facciano. Il benessere del gruppo dipende dal fare ognuno il proprio, motivo per cui per i cani fidarsi degli altri è fondamentale, e motivo per cui quando le esperienze di vita insegnano loro che non si possono fidare dei membri del loro gruppo, ad esempio degli umani che non gestiscono le situazioni, nascono i problemi (grazie a Cinzia per la chiacchierata dell’altro giorno), motivo per cui per loro la solitudine è innaturale e lasciarli soli ore e ore è una forma di maltrattamento.

#. Il modo di conoscere il mondo

Gli umani conoscono il mondo prevalentemente con la vista. I cani conoscono il mondo tramite l’olfatto (la parte del loro cervello dedicata agli odori è circa 40 volte più grande di quella degli umani). La differenza è fondamentale come ci si rende facilmente conto e ha implicazioni immediate per i proprietari e la gestione dei cani. Una tra tutte: per permettere loro di conoscere il mondo e chi lo abita e tenersi infomati su ciò che succede bisogna permettere loro di odorare. Come non si strappa un giornale dalle mani di chi lo sta leggendo, non si porta via il telefonino da chi lo guarda e non si spenge la tele a chi la sta guardando, così non si strappa via il cane da quello che sta odorando. Le uscite devono essere adeguate anche alle esigenze sensoriali dei cani.

#. La comunicazione

Un aspetto in cui i cani sono diversissimi dagli umani è la comunicazione. Abbiamo visto tante volte che i cani sono grandi comunicatori. A differenza nostra che ci affidiamo alle parole, loro comunicano con il corpo, con la posizione degli occhi, delle orecchie, delle zampe, della coda, con gli sguardi, con le espressioni, con i movimenti, con i comportamenti, con gli odori (quanto raccontano ad esempio una pipì lasciata su un palo, o un sottocoda) e un po’ anche con i suoni – ad esempio il ringhio. I suoni per i cani però, a differenza che per gli umani, non sono la forma principale di comunicazione. Un esempio interessante sono le uscite tra cani che si conoscono e si trovano bene insieme. Chi li osserva potrebbe pensare che si ignorano perchè si muovono in silenzio (e gli umani tendono a ritenere che il silenzio sia nulla) e poi perchè sembra che ognuno faccia la sua cosa per conto suo. In realtà dietro il silenzio e il fare ognuno il suo ci sono una comunicazione intensissima e dinamiche ben chiare. Da notare che anche in una stessa uscita le dinamiche tra i membri del gruppo possono cambiare.

#. Il modo in cui si relazionano tra di loro

Mediamente gli incontri tra cani che non si conoscono durano 6-8 secondi, si odorano, scoprono chi sono e poi ognuno per la sua strada. C’è un modo giusto e tanti modi sbagliati di avvicinarsi, lo stabilisce il codice di comportamento canino. Non c’è l’umano ‘vuole fare amicizia con tutti’, ‘vuole giocare con tutti’. I cuccioli sono un po’ diversi e devono raffinare le loro maniere e solitamente quando sono piccinissimi c’è un po’ di tolleranza nei loro confronti ma già a pochi mesi ci sia aspetta che abbiano buone maniere e chi si comporta da maleducato (corre incontro dritto, salta sul muso, salta sulla schiena, calpesta, ruba le cose, morde, etc.) viene ripreso.

#. Non lottano per il potere

Il detto Cumannari è megghiu di futtiri (comandare è meglio che fottere) è degli umani non dei cani. Tra i cani il potere e quindi il comandare (dominare, in umano) non ha attrattiva. Quelle che esistono per i cani sono le risorse e a seconda del valore dato loro, a fronte di eventuali percepite minacce, si impegnano per difenderle. Su quest’ultimo punto non ci sono differenze con gli umani. Chi non si prepara a difendere la sua bella collanina se vede uno che si avvicina con aria minacciosa? Per i cani non è una collanina ma un legno, un osso, una merenda, la cuccia, etc.

#. I cani conoscono l’amicizia eppure per loro, a differenza degli umani, avere ospiti a casa non è una bella esperienza (ricordiamo che si parla in generale dei Cani come specie, poi ognuno ha le sue individualità). Perchè? Perchè è motivo di insicurezza. La casa, la pappa, la cuccia, i giochi sono risorse preziose, un altro che viene potrebbe metterle a rischio – il ragionamento è più o meno questo ‘Quello viene, quella che pensavo fosse casa mia non la è; quelle che pensavo fossero le mie cose non lo sono, aiuto, non ho più certezze‘ – quindi insicurezza, quindi disagio (come sempre, un grazie di cuore a Cinzia per la chiacchierata dell’altro giorno). E ricordiamo, che non manifestino lo stress o che gli umani non si accorgano del loro disagio, non vuol dire che non ci sia.

Condividi

Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

Back to top
error: Content is protected !!