L’altro giorno stavo portando Oban al parco come al solito e accanto a noi è passato un uomo che correva e teneva al guinzaglio un cucciolo di barboncino.
L’uomo era alto almeno 1,85, il cucciolo era alto come è alto un cucciolo di barboncino di 4-5 mesi, circa 30cm quindi, il guinzaglio era di 1m per e il piccolo correva dietro l’umano – ovviamente, povero amore, come faceva a correre alla sua velocità? – il guinzaglio era tesissimo e tirava verso l’alto il collo del piccolo, strizzato dal collare.
Arrivati al semaforo l’uomo si è fermato un istante e anche se era rosso ha ripreso subito la corsa con il piccolo che arrancava dietro e che arrivato dall’altra parte della strada si è seduto per terra stremato.
Sentendo che qualcosa cambiava l’uomo si è girato, ha visto il piccolo seduto, l’ha sgridato, poi lo ha strattonato e ha ripreso a correre trascinandolo dietro.
Il cucciolo era stravolto, sorpreso da quello che stava subendo e troppo piccolo per difendersi.
Una scena da far venire le lacrime agli occhi, un ennesimo maltrattamento di cane in una di quelle forme meno clamorose della violenza più esplicita che si associa solitamente al maltrattamento ma non per questo meno grave e che purtroppo capita di vederne praticamente ogni giorno.
Che esagerazione, potrebbe obiettare qualcuno.
Non è una esagerazione.
Fisicamente un cucciolo è come un bimbo piccolo, non ha i muscoli nè le articolazioni sviluppati, non ha la forza nè la resistenza di fare un allenamento di corsa con un umano, per di più adulto e per di più allenato.
Nessuno sano di mente sottoporrebbe un bambino a una corsa ad alto ritmo, legato per il collo ad una persona almeno 5 volte più alta e almeno 10 volte più pesante e nessuno sano di mente deve sottoporre un cucciolo di cane ad uno sforzo simile.
Non si possono poi ignorare i danni alla salute del piccolo derivanti dal tirarlo per il collare: Il collo del piccolo è fragile, così la tiroide, così la schiena – lo sono negli adulti anche di grande taglia, figuriamoci di un piccolino di pochi mesi di piccola taglia – tirarlo e strattonarlo dal guinzaglio lo danneggia per tutta la vita.
Ci sono poi gli effetti psicologici di un trattamento del genere.
Per crescere sicuro, tranquillo, sereno, ed essere preparato ad affrontare la vita un piccolo ha bisogno dei suoi umani, ha bisogno della loro presenza fisica ed emotiva, ha bisogno di essere seguito e guidato, ha bisogno di essere sostenuto e confortato, ha bisogno di sapere che non è solo ad affrontare la vita, ha bisogno di sentire che i suoi umani lo amano, lo capiscono e lo supportano.
Come si sente e come cresce un piccolo ignorato e maltrattato dall’umano da cui dipende in tutto e per tutto, dalla persona che gli deve insegnare ad affrontare la vita, dalla persona di cui ha bisogno di fidarsi e a cui ha bisogno di sentire che si può affidare, dalla persona di cui ha bisogno di sapere che c’è, che quando ha un dubbio, una paura, una insicurezza, si gira e la trova, lì, pronta, sorridente e rassicurante?
La risposta è una sola: male.
E cosa succede se il cane inizia adessere considerato problematico perchè il suo malessere si esprime in comportamenti ‘difficili’ (potrebbe anche esprimerlo chiudendosi in sè stesso, per cui gli umani potrebbero pensare che è un cane straordinario che non da nessun problema)?
Il cane viene sgridato, punito, isolato dalla famiglia, etc. etc. – in altre parole, aumentano ancora di più i maltrattamenti in un crescendo di abusi che trasforma quella che può essere una delle esperienze più straordinarie della vita, quella di condividere la vita con un cane, in una convivenza bruttissima, fatta di violenze fatte e subite, difficoltà, frustrazioni e sofferenza.