Abbiamo visto che nel mondo dei cani la comunicazione è un affare complicato (ne abbiamo parlato qui e qui) ma sapere cosa comunicano i cani è cruciale per gestirli correttamente e per sviluppare una relazione profonda e consapevole con loro per cui tocca impegnarsi per capirli.
I cani comunicano con il loro corpo (il famoso linguaggio del corpo, in cui facciamo rientrare anche i gesti e le espressioni, ad esempio i segnali calmanti), con le vocalizzazioni (abbaio, pianto, gemito, ringhio, ululato, etc.) e con gli odori.
Gli odori non sono il nostro forte (il nostro olfatto è nulla rispetto a quello dei pelosi ed è difficile che un umano si metta con il naso per terra a odorare pipì o infili il viso sotto la coda dei cani per odorare i popò) per cui per sapere cosa ci dicono i cani dobbiamo concentrarci su quello che vediamo e sentiamo. Dei suoni dei cani abbiamo parlato tra gli altri, qui, qui e qui e oggi ci dedichiamo al linguaggio del corpo.
A grandi linee il linguaggio del corpo riguarda
- la postura (posizione e stato generale del corpo)
- la posizione e il movimento della coda
- la posizione e lo stato degli occhi
- la posizione delle orecchie
- la posizione della testa
- la posizione delle zampe
- le espressioni facciali
- i gesti
In termini molto generali si possono inserire le comunicazioni dei cani in alcune macro-categorie di riferimento:
#1. Calmanti/pacificatori: tra questi, sbadigliare, odorare per terra, grattare, starnutire, leccarsi il muso, girare la testa, abbassare la testa, socchiudere gli occhi, posizione dell’inchino, sgrullarsi, dare il fianco o la schiena.
#2. Stress, disagio, nervosismo: tra questi, sbadigliare, leccarsi il muso, bloccarsi (nei secondi che servono per decidere come agire), sopracciglia corrucciate (il muso è evidentemente teso), mascella rigida, vibrisse agitate, tremori, salivazione eccessiva, sudore dai polpastrelli, coda abbassata, occhi in cui si vede molto bianco, leccare, pupille dilatate, orecchie tirate indietro, coda che si muove lentamente, dare la zampa
#3. Difesa e offensiva: tra questi, corpo rigido, eretto o spostato in avanti, bocca in tensione, labbra sollevate, coda rigida e alta, occhi rigidi e fissi, piloerezione.
#4. Paura: tra questi, corpo ricurvo, coda bassa, orecchie abbassate, occhi impauriti
#5. Tranquillità e serenità: tra questi, bocca leggermente aperta, lingua rilassata, espressione rilassata del muso, occhi rilassati, coda morbida, orecchie morbide
#6. Felicità: tra questi, coda che scodinzola veloce, spesso anche roteando (a ‘elicottero’), intero posteriore che si muove come se scodinzolasse, salti
#7. Allerta: tra questi, corpo spostato in avanti (quasi come se stesse sulla punta dei piedi anteriori), bocca chiusa, orecchie attente, coda orizzontale che può muoversi lentamente a destra e a sinistra, occhi attenti, muso liscio.
Detto questo, ci sono alcune cose che è importante tenere a mente:
#1. Anche tra i cani, come tra gli umani, ci sono quelli che sanno comunicare bene e quelli che non sanno comunicare bene per cui inviano messaggi inadeguati o addirittura sbagliati per le situazioni in cui si trovano. Chi non sa comunicare bene ha problemi nelle interazioni con gli altri.
#2. Ogni cane è un universo a sè e si possono differenziare anche nel modo in cui comunicano (il nostro Eduard, ad esempio, quando era felicissimo di vedere umani suoi amici, ringhiava quando il ringhio dovrebbe essere un segnale di avvertimento dovuto a fastidio/disagio).
#3. Per capire cosa sta comunicando il cane bisogna osservarlo nella sua interezza e nel contesto/situazione in cui si trova (non basta, ad esempio, guardare come si comporta la coda e fermarsi lì).
#4. Segnali che possono apparire simili possono avere significati anche molto diversi a seconda del contesto in cui sono inviati.
#5. La comunicazione svela lo stato d’animo del cane e, se compresa, può permettere di anticipare i possibili comportamenti che a quello stato d’animo sono associati. Ad esempio, un cane con la coda bassa, la testa bassa, le orecchie tirate indietro che cerca di farsi piccolo piccolo comunica che ha paura (stato d’animo) e le tre risposte più comuni alla paura sono la fuga, il ‘freeze’ (congerlarsi) o l’attacco (comportamento).
#6. La comunicazione, oltre allo stato d’animo, può svelare le intenzioni del cane – ad esempio il desiderio di giocare.
#7. Le comunicazioni non sono necessariamente plateali, anzi, spesso sono sottili, sottilissime, spesso impercettibili agli occhi umani non esperti.
#8. I cani leggono le comunicazioni degli altri cani molto molto più degli umani. In altre parole, tra i cani passa molto molto molto di più di quello di cui gli umani si rendono conto.
#9. All’interno di una medesima situazione, le comunicazioni del cane possono cambiare con il cambiare della sua percezione della situazione – ad esempio, riceve uno stimolo e risponde con eccitazione, poi decide che quello stimolo è un pericolo e ha paura o diventa difensivo, per cui invia segnali di paura o aggressività o entrambi.
#10. Tra cani e umani e tra cani e cani c’è tanto margine per le incomprensioni.
Concludiamo con una precisazione.
Quanto detto sopra è solo indicativo, un punto di partenza per osservare i cani con occhi diversi perchè cambia tutto quando si vede un cane sapendo che uno sbadiglio non è sonno ma un segnale di ansia o di pacificazione, che una zampa alzata non è un numero da circo ma un segnale di stress o che una coda alta e rigida è un segnale non amichevole.
La comunicazione dei cani però si può imparare a conoscerla, almeno un po’, solo vivendola ma è estremamente complessa per cui serve una guida che accompagni nei suoi misteri. Ecco perchè vale veramente la pena investire in un po’ di uscite con un educatore cinofilo professionista serio e preparato che nel corso delle camminate insieme aiuterà a capire il proprio cane e gli altri cani. E come si sa, più si conosce meglio è e più si conosce, meglio si gestisce 🙂