Abbiamo visto in più occasioni che i cani sono animali sociali e una delle caratteristiche degli animali sociali è la necessità, e quindi tendenzialmente la capacità, di comunicare efficacemente con gli altri individui.
I cani hanno anche una posizione molto particolare nel mondo animale perchè sono vicinissimi agli umani, addirittura si sono evoluti con gli umani, e degli umani conoscono, riconoscono e capiscono cose come nessun altro al mondo (ne abbiamo parlato, qui e qui).
Per certi aspetti si può addirittura dire che gli umani sono un libro aperto per i cani.
La comunicazione è un caso esemplare e un esempio pratico dovrebbe spiegare bene la questione.
Un umano grida al suo cane ‘torna qui‘ e si aspetta che il cane torni. Il cane, pur non essendo sordo, rimane dove è.
Perchè?
Ha sentito le parole, ma ha anche ascoltato il tono con cui sono state dette, ha sentito l’odore dell’umano mentre le diceva, ne ha osservato la postura e l’espressione, ha poi relazionato quei segnali ad esperienze passate e si è formato una opinione sul significato della comunicazione e in base a quella ha stabilito che è meglio non tornare.
L’umano non ne ha idea. Pensa che il cane sia testone, disubbidiente, dominante o tutte e tre le cose, si arrabbia, grida ancora di più e in risposta il cane si lecca il muso e odora per terra ma non si avvicina.
C’è un problema di comunicazione: L’umano ha parlato ma in realtà ha comunicato, senza saperlo, ben più delle parole e il cane ha risposto non alle parole ma alla intera comunicazione.
Già da questo si capisce come la comunicazione dei cani è molto complessa.
Tanto quella degli umani è fatta principalmente di parole, quella dei cani è un insieme di segnali visivi, sonori e olfattivi.
La comunicazione dei cani è fatta di feromoni, secrezioni delle ghiandole, abbai, ringhi, squittii, gemiti, posizione e movimento della coda, stato delle orecchie, posizione delle zampe, postura, stato degli occhi, gesti (ad esempio i segnali calmanti), espressioni, etc. La comunicazione canina comunica certamente lo stato d’animo del cane, tra gli studiosi ci sono invece opinioni discordanti sul se comunica intenzioni o azioni. Personalmente non so come si possa dire che i cani non comunicano intenzioni, un esempio super evidente è quello del gioco. Un cane che vuole giocare lo segnala e e gli altri capiscono il suo intento, interpretano in quei termini le azioni successive, particolarmente quando sono un po’ forti (ad esempio saltare addosso, usare i denti, addirittura montare).
A tutto ciò si aggiunge (visto che non era abbastanza complicato…) che anche tra i cani c’è chi è bravo a esprimersi e chi non è bravo e quindi ad esempio comunica cose diverse da quelle che sente e per quello si mette regolarmente nei guai.
Abbiamo visto qualche tempo fa che i cani sono magnificamente articolati e complessi e la loro vicinanza agli umani è straordinaria. Capirsi, possibilmente bene, è fondamentale per la felicità e la pienezza della vita insieme.
Visto quello sopra viene il dubbio che non sia impossibile capire le comunicazioni dei cani ma in realtà è possibile, almeno un po’.
Capire le comunicazioni canine – e quindi anche essere in grado di anticipare i loro comportamenti – richiede, oltre a conoscenze almeno di base dell’etologia canina, grande capacità di osservazione e totale apertura mentale perchè, ulteriore ciliegina sulla torta, ogni cane è un mondo a sè e il modo di esprimersi può cambiare anche da cane a cane.