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Cani buoni e cani cattivi

Gli umani amano giudicare e il comportamento è tanto antico e nefando che se ne parla anche nel Vangelo. Un esempio su tutti è quello della donna adultera e di Gesù che risponde ‘Scagli la prima pietra chi è senza peccato’ a chi la vuole lapidare (Giovanni 8,3-11).

Citare il Vangelo qui potrebbe sembrare strano ma introduce bene l’argomento di oggi.

Perchè i cani sono perennemente giudicati. Il giudizio più comune è ‘buono’/’cattivo’ e il metro di giudizio sono, in termini macro, le manifestazioni aggressive. Chi le ha è cattivo, chi non le ha è buono.

La realtà però è ben più complicata delle apparenze ed è il motivo per cui è utile occuparsi dell’argomento.

Posto che in assoluto giudicare i cani è sbagliato, oggi ci occupiamo specificamente del perchè giudicare i cani in termini di buono/cattivo è un errore. (Diversa ovviamente è la valutazione dei cani fatta dagli educatori cinofili professionisti).

Ecco alcuni motivi (l’ordine è casuale)

#. La comunicazione dei cani

#a. Il modo esprimersi dei cani è diverso da quello degli umani e i classici indici umani di ‘cattiveria’ (ringhiare, saltare addosso, mostrare i denti, ‘aggredire’) sono forme di comunicazione anche del tutto normali (per rendersene conto basta pensare al modo in cui le brave mamme educano i cuccioli o a come giocano i cani).

#b. Una parte importante della comunicazione canina è fatta di linguaggio del corpo – ad esempio leccarsi il muso, fissare, girare lo sguardo, odorare per terra, la coda eretta, la coda rigida, postura del corpo rigida, tenere gli occhi fissi, invadere lo spazio altrui, correre incontro, stendersi per terra (l”agguatino’), mettersi a pancia in su, mettere il muso sulla schiena, saltare addosso, le orecchie tirate indietro, la coda sotto le zampe, etc. etc.

Le comunicazioni possono essere sia positive (ad esempio, ho intenzioni pacifiche) sia negative (ad esempio, sono una minaccia), gli altri cani le leggono e rispondono come ritengono più opportuno e una scenata può essere il risultato di queste comunicazioni.

Gli umani tendenzialmente ignorano le comunicazioni tra i cani, vedono solo l’aggressione’ e giudicano – l’aggressore è cattivo, l’aggredito è buono. La realtà dei cani però è ben più complicata.

#. Le regole di comportamento dei cani sono diverse da quelle umane

I cani hanno un codice di comportamento molto rigoroso, chi lo viola è un villano e i villani non sono per niente apprezzati.

Un esempio spiega bene la questione: Una delle numerose regole del codice di comportamento canino è che non si corre verso gli altri cani e non si salta addosso. Un cane che vede un altro arrivargli contro a tutta velocità è normale che si irriti e lo accolga con ringhio, gengive sollevate, possibile snap dei denti (ma non morso), possibile anche che gli si lanci addosso.

Per gli occhi umani la scena è: un cane ‘buonissimo che vuole giocare con tutti’ (la descrizione che i proprietari regolarmente offrono del loro animale) è aggredito da uno cattivo.

La realtà però è diversa: il cane considerato ‘buonissimo’ è un gran maleducato e l’altro gli ha detto, caninamente, che così non ci si comporta.

#. I cani hanno il loro carattere e la loro personalità

Ogni cane ha il suo carattere e la sua personalità – ci sono i super pazienti, gli impazienti, i tolleranti, i rigidi, gli inflessibili, i frustrati, i più sensibili, i meno sensibili, i gentili, i non gentili, etc. – e ognuno ha il suo/i suoi irritante/i ( ad es: la minaccia ad un gioco, la minaccia al cibo, la violazione dello spazio personale, la postura un po’ arrogante, i maschi, le femmine, essere maneggiati, la maleducazione, etc. etc.).

Avere irritanti e a questi reagire non equivale a cattiveria. Ugualmente, essere molto tolleranti non equivale a bontà.

#. Le apparenze ingannano

  • quelle che agli occhi umani sembrano manifestazioni di pericolosissima aggressività sono spesso normali, magari anche educative, interazioni canine.
  • più sono clamorose le scene che fa, minore è l’intenzione del cane di fare male. L’umano vede la sceneggiata e giudica – il cane è cattivo – ma la realtà canina è diversa.
  • ci sono cani caninamente provocatori (fatto che normalmente gli umani ignorano) che lanciano il metaforico sasso ma non danno seguito all’atto con comportamenti che gli umani riconoscono e giudicano riprovevoli per cui sono considerati buoni e bravi ma in realtà, per citare Asterix e Obelix, sono disseminatori di zizzania.
  • ci sono i cani polli (Oban ad esempio è membro onorario della categoria): non provocano ma reagiscono ad ogni provocazione, anche la più minuscola. Sono i re e le regine delle scene apocalittiche per cui sono diffusamente additati come aggressivi o, peggio ancora, come cattivi ma in realtà non sono nè l’uno nè l’altro, sono invece polli, cascano in ogni trappola.
  • un cane che non fa (non difende le sue cose, non ringhia, non ‘aggredisce, etc.) non vuol dire che non vorrebbe fare. L’umano non lo sa e lo giudica ‘buono’ in base a quello che vede ma non è necessariamente corretto.

#. L’origine dei comportamenti dei cani ‘cattivi’

Gli umani tendono a fare l’associazione manifestazioni aggressive = cattiveria e non manifestazioni aggressive = bontà.

Posto che i cani cattivi esistono, non sono la norma mentre le manifestazioni ‘aggressive’ invece sono comuni. Questo vuol dire che equiparare le manifestazioni aggressive con la cattiveria non è corretto e che, vista la comunicazione e la etologia dei cani, le manifestazioni aggressive possono avere cause ben diverse dalla cattiveria. Ad esempio:

  • un cane insicuro può essere ‘aggressivo’ : si sente costantemente in pericolo, ha bisogno di difendersi e aggredire è uno dei modi che ha a disposizione per farlo;
  • un cane che si sente lasciato solo dai suoi umani può essere ‘aggressivo’: non ha nessuno che lo tutela e lo aiuta e fa quello che può, mostrarsi aggressivo è una delle opzioni che ha a disposizione;
  • la difesa delle risorse si può esprimere in aggressività: quando il bene prezioso è minacciato, il cane lo difende;
  • un cane che soffre può reagire in modo aggressivo a chi gli si avvicina;
  • la predisposizione di razza influisce sul modo in cui i cani interpretano il mondo e affrontano le situazioni
  • un cane stressato può avere manifestazioni di aggressività, così come uno pauroso.

In sintesi, la realtà dei cani è molto molto complessa e categorizzare loro e i loro comportamenti con gli umanamente ‘buono’/’bravo’ e ‘cattivo’ è superficiale e rischioso.

Detto questo, ci sono almeno altre 6 questioni:

– se anche parlare di buono/cattivo non è corretto, è un dato di fatto che ci sono cani più facili e cani più complicati

– i cani fanno parte della società umana e la convivenza tra bipedi e quadrupedi deve essere serena per cui i proprietari devono gestire responsabilmente i loro pelosi, nel rispetto di tutti, il cane, gli altri cani, gli altri proprietari e le persone in generale.

– anche se aggressione non equivale a cattiveria, c’è sempre il rischio che degenerino e il modo migliore di gestire le risse è evitarle.

– una ‘aggressione’ educativa insegna e non spaventa (il ricevente deve avere una reazione tipo ‘oh diamine cosa ho combinato, non lo farò mai più). (come sempre, grazie a Cinzia per la spiegazione).

– nessun proprietario deve girare con il cane come se fossero soli al mondo, nemmeno i proprietari dei ‘buoni/bravi’ (‘i patatoni’, come si sente dire a Milano). Abbiamo visto che le apparenze possono ingannare, che i proprietari possono non avere idea di come è caninamente il loro cane e che i cani possono provocare problemi senza che gli umani se ne rendano conto.

– i proprietari consapevoli di cani complicati fanno più fatica degli altri e, purtroppo, spesso sono messi in ulteriore difficoltà dai proprietari dei cani ‘buoni e bravi’. E, allucinante, esistono anche proprietari di cani manifestamente complicati che se ne sbattono di come si comportano i loro animali e girano per strade e parchi come se ci fossero solo loro, con le conseguenze che si possono immaginare.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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