Qualche giorno fa Obanino ed io siamo andati a trovare l’umano maschio di Oban nel suo nuovo ufficio (ha cambiato lavoro da poco).
Siamo andati a piedi da casa, più o meno 45 minuti di cammino nel trambusto della città che per l’animale è meno che ideale. Arrivati lì ha superato il portone, è entrato nell’ascensore trasparente e con fondo lucido che ci ha portato al piano (mentre andava, ha anche osservato con curiosità tutto quello che gli si muoveva intorno) e quando si sono aperte le porte è uscito con passo deciso sul marmo bianco e ha camminato fino alla porta dell’ufficio dove è entrato a testa all’alta, ha lasciato che le persone gli si avvicinassero e si è anche avventurato in un giretto esplorativo per i corridoi.
Il giorno dopo siamo stati da un falegname e per salire negli uffici bisognava prima attraversare il capannone e poi salire una scaletta in metallo. Lui è entrato, ha attraversato il capannone e arrivato alla scala mi ha guardata un attimo, poi si è girato verso la scala e si è avviato su senza esitazione.
Il 17 marzo sono 6 anni che il piccolo è con noi e lo festeggio raccontando questi due episodi che per un cane normale non sarebbero nulla ma per Oban e per noi sono straordinari.
Sono il segno di una trasformazione radicale sua, del nostro rapporto con lui e del suo con noi.
Non lo abbiamo mai detto esplicitamente ma forse si è capito che tanto di quello di cui ci occupiamo in questo sito è autobiografico: la vita con Oban, cane complicato fisicamente e psicologicamente, gli errori che abbiamo fatto, e il lavoro che facciamo per migliorare e per avere la migliore relazione possibile con il peloso e per dargli la miglior vita possibile.
I due episodi raccontati all’inizio incarnano tutto questo.
Ecco come.
Oban parte straordinariamente sensibile e riservato, con una bolla prossemica enorme, non ama essere toccato, ha paura delle persone, è stato aggredito più volte e in malo modo anche quando era piccino, ha la codina monca probabilmente dovuta alla mamma che lo ha tirato via in modo un po’ troppo violento al momento della nascita, ha una spondilosi vertebrale molto avanzata sin da quando ha circa 1 anno per cui non controlla bene le zampe di dietro e ha avuto una colite autoimmune molto violenta per cui è rimasto piccolo e molto sottopeso.
In cima a tutto questo, è finito con due umani (noi…) che non erano pronti a lui.
Non gli abbiamo dato quella fiducia, quella sicurezza e quella guida di cui aveva bisogno ed è stato un disastro.
Per lui gli altri cani erano una minaccia gravissima da cui doversi difendere; ogni pavimento una sfida mostruosa da cui usciva sconfitto gran parte delle volte (schiacciato per terra tremante in cerca della stabilità persa per via delle zampe di dietro che scivolano); ogni persona che si avvicinava una fonte di ansia; le scale sia in salita sia in discesa, una difficoltà insormontabile; ogni cosa nuova causava ansia e preoccupazione.
Con lui e per lui già uscire da casa era complicato, andare in giro per le strade era un problema, andare in qualsiasi posto era un problema, incontrare le persone era una difficoltà. In poche parole, la vita era molto difficile.
Per fortuna ce ne siamo resi conto e siamo intervenuti. C’è il lungo e faticoso lavoro con Cinzia, c’è la terapia omeopatica, c’è una gestione molto più attenta e consapevole di lui e delle sue esigenze e lui ha risposto come esprimono i due episodi incredibili descritti all’inizio.
Obanino non è più un piccolo calimero impaurito e tremante ma un cane adulto che ha acquisito consapevolezza di sè e delle proprie capacità, che ha imparato a gestire le sue paure e che si fida e si affida a noi e l’insieme di queste cose fa sì che riesca a passare attraverso situazioni che prima per lui sarebbero state penosissime o addirittura insormontabili.
Questo è successo perchè ha riconosciuto e accettato il nostro impegno per lui e a quell’impegno ha voluto rispondere dando il suo massimo. E’ un’emozione impossibile da descrivere a parole.