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Cane che tira al guinzaglio: come risolvere

Uscire con alcuni cani è un po’ come prendere lo skilift, non si cammina, si è trascinati.

Il bello è che nonostante le apparenze la taglia non conta nulla – fino a che non lo si prova è difficile immaginare quanto possono tirare i barboncini o i maltesi, per non parlare dei jack russell.

I cani di taglia piccola possono tirare tanto quanto i grandi

Il cane che tira al guinzaglio è uno dei problemi più comuni di cui si lamentano i proprietari e con un cane che tira e l’umano che cerca di trattenerlo le uscite che sarebbero un’occasione magnifica per stare insieme, divertirsi, fare attività fisica e stimolare la mente sono in realtà fonte di stress per entrambi.

Come si risolve il problema?

Prima di tutto trovando la causa perchè come abbiamo visto più volte, i cani non fanno nulla per caso e anche quando tirano al guinzaglio hanno i loro motivi.

I cani non tirano al guinzaglio perchè vogliono dominare il mondo e gli umani

E chiariamo subito, non tirano perchè sono dominanti, perchè vogliono essere capobranco o perchè vogliono comandare sugli umani.

I motivi principali per cui i cani tirano al guinzaglio sono tre:

#1. Eccitazione: Le uscite sono un momento emozionante ed eccitante per i cani per cui appena sono fuori vogliono andare verso il divertimento il più rapidamente possibile.

Il passo dei cani poi è molto più rapido di quello degli umani per cui andare alla lentezza umana, oltretutto quando tutto quello che vuoi è correre ed esplorare, richiede un notevole autocontrollo e non è da tutti.

#2. Successo: I cani che tirano hanno imparato che funziona. Se a forza di tirare arrivano dove vogliono, sanno che quell’azione porta il risultato desiderato e la ripetono.

#3. Paura: esperienze negative associate all’uscita e all’umano attaccato all’altra parte del guinzaglio possono portare a tirare con l’obiettivo di allontanarsi il più possibile.

Detto questo, i cani devono saper camminare al guinzaglio senza tirare.

Come si fa ad insegnarglielo?

I cani devono saper camminare al guinzaglio senza tirare

La violenza fisica e verbale, le punizioni e strumenti tipo collare a strozzo o peggio ancora collare con le punte rivolte verso l’interno oltre ad essere eticamente e moralmente discutibili non servono a nulla (per chi volesse approfondire, abbiamo visto il perchè qui).

Strozzando, strattonando, tirando, colpendo, gridando, picchiando non si corregge un cane che tira.

Per educare e correggere bisogna intervenire sul motivo per cui tira, lo stato emotivo che lo spinge (l’eccitazione) e sull’associazione che tirare non serve per ottenere il risultato desiderato.

Come si fa?

Sono utili la pettorina e un guinzaglio lungo (lungo, non allungabile), bisogna comunicare correttamente con il cane e infine servono disponibilità e flessibilità, pazienza, tempo, impegno e coerenza.

La pettorina tutela la salute del quadrupede mentre il guinzaglio lungo da maggiore libertà di movimento e quindi di fatto riduce la necessità di tirare. 

Comunicare correttamente serve per esprimere i propri desideri e per capirsi (i.e., ‘vorrei andare a odorare quel muretto, ok andiamo; voglio tanto leccare quella pipì laggiù, no piccolo dobbiamo proprio tornare a casa’, etc.)

Flessibilità e disponibilità servono per adattare le uscite anche ai desideri del cane (i.e., passare assolutamente da un cespuglio piuttosto che un altro, fare un sentiero piuttosto che un altro, fermarsi x minuti su una pozzetta invece di procedere, etc. etc.)

Pazienza, tempo, impegno e coerenza servono per implementare le azioni che porteranno il cane a smettere di tirare.

Facciamo qualche caso (che ovviamente non sono alternativi):

#1. Tenere sempre il guinzaglio morbido – un guinzaglio corto e tirato trasmette ansia e preoccupazione a cui il cane reagisce di conseguenza

#2. Leggeri colpetti ripetuti al guinzaglio (3 o 4) sono una comunicazione verso il cane a cui risponderà fermandosi e girandosi, quei pochi secondi preziosissimi in cui dirgli cosa ci si aspetta da lui/lei.

#3. Al contrario, strattonare porterà il cane a rispondere tirando ancora di più in quello che si chiama riflesso di opposizione (grazie infinite a Cinzia per la spiegazione e la dimostrazione).

#4. Per uscire aspettare che si sia smorzata l’eccitazione da uscita. Ad esempio, mettere la pettorina, fargli fare un po’ di ricerca in casa e solo che dopo che si è impegnato e distratto con la ricerca e quindi è più tranquillo, mettere il guinzaglio e uscire.

#5. Appena tira, fermarsi, e quando si ferma anche il cane, si gira e il guinzaglio diventa morbido, riprendere a camminare nella direzione opposta.

#6. Fare tanti complimenti quando cammina e il guinzaglio è morbido

#7. Appena tira, fermarsi, aspettare che il cane si giri e il guinzaglio diventi morbido e solo allora proseguire.

Riassumendo: tirare riflette uno stato d’animo e come tale deve essere affrontato. Quelli sopra sono alcuni suggerimenti generali ma visto che ogni cane è un individuo a sè, e come tale deve essere capito e gestito, per qualsiasi dubbio è utile rivolgersi ad un educatore cinofilo professionista serio e preparato che con le sue competenze e la sua esperienza aiuterà a interpretare la creatura e a rendere la vita insieme ancora più serena e arricchente.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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