Vivendo con i cani ci si rende conto, spesso anche con un po’ di sorpresa, che hanno tante cose in comune con gli umani, e una di queste è la salute.
Anche i quadrupedi soffrono di malatte genetiche (e in una percentuale altissima le loro malattie corrispondono a quelle degli umani) per cui possono nascere con problemi fisici anche importanti; anche i cani possono perdere alcune loro abilità nel corso della vita ad esempio in seguito a malattie o incidenti, alcuni cani nascono con disabilità perchè il destino ha voluto così e altri invece per colpa di accoppiamenti sciagurati – un caso emblematico è quello dei cuccioli nati dall’accoppiamento di due merle*.
Esistono nel mondo, e in Italia, tanti quadrupedi disabili – ciechi, sordi, senza una o più zampe, con problemi più o meno gravi di mobilità.
Negli Stati Uniti sono chiamati Special Needs Dogs, in italiano potremmo dire Cani con Esigenze Speciali perchè per via della loro condizione hanno bisogno di attenzioni particolari da parte dei loro umani.
A differenza di quello che si potrebbe pensare non sono condannati e da un punto di vista affettivo non sono diversi dai loro compagni fisicamente più fortunati.
Ne abbiamo parlato con la super Cinzia Stefanini, rieducatrice cinofila, Master etologa, specialista della Rieducazione Comportamentale APNEC e practitioner TTouch.
Carissima Cinzia, grazie per il tempo che ci dedichi.
D: Quando si parla di cani con special needs, cosa si intende?
C: Si tratta di cani (ma anche di altri animali, volendo) che hanno un deficit motorio o sensoriale e che quindi senza speciali supporti potrebbero avere una peggior qualità di vita di altri loro simili.
D: Quali sono le disabilità più comuni?
C: Sordità e cecità ma sono diffusi anche deficit motori quali la tetraplegia, la mancanza di un arto e alcuni deficit neurologici. A parte, ma nella categoria special needs metterei anche i cani anziani, a volte molto anziani.
D: Come ci si accorge di disabilità non evidenti allo sguardo (ad esempio la sordità)?
C: Ci sono veri test audiometrici che il veterinario può effettuare. I bravi allevatori possono effettuare test anche sui cuccioli molto piccoli per testare le loro capacità uditive.
D: I cani possono soffrire anche disabilità mentali (ritardi, etc.) oltre che fisiche?
C: Certo. L’idrocefalo è una di queste. Questo rimane comunque un campo diagnostico strettamente veterinario. Alcuni problemi comportamentali possono avere origine da un ritardo o da una vera e propria disabilità mentale. Posso pensare anche alla Sindrome Degenerativa del Cane Anziano, assimilabile al nostro Alzheimer. In questi casi sia la valutazione sia la cura, rimangono di ambito strettamente clinico
D: Nella tua esperienza, sono molti i cani con qualche forma di disabilità?
C: Ne vediamo sempre di più perché in generale la qualità di vita e l’attenzione alla salute del cane sono diventate migliori. In passato si era riluttanti ad effettuare alcuni interventi e molto spesso di fronte alla disabilità la soluzione era di tipo drastico.
D: Si può parlare di diversamente abili, dei cani con disabilità?
C: Direi proprio di sì ed è una definizione che mi piace applicare ai cani soprattutto perché in loro non prevale la componente di commiserazione/tristezza/senso di inferiorità per cui riescono a sviluppare capacità inimmaginabili.
D: Il cane disabile può vivere una vita normale?
C: Dipende dal tipo di disabilità e da ciò che consideriamo una vita normale. Rispetto al passato, ora ci sono maggiori informazioni e conoscenze e anche la tecnologia è diventata migliore e più economica per cui è più possibile aiutare i nostri amici in difficoltà. Solo 20 anni fa cercare un tutore per un ginocchio di un cane era pura fantascienza, dovevi farti fare un modellino da un sarto ed adattare un tutore per umani – ora, solo per dirne alcuni, ci sono tutori, carrellini, supporti, scarpine che proteggono le zampe da lesioni, macchinari per la fisioterapia, etc. etc.
D: Come si può comunicare ed educare un cucciolo che non sente/non vede?
C: Con un cucciolo che non sente si usa la gestualità, comunicando attraverso un codice fatto di posture e di gesti; con il piccolo che non vede lo strumento è la voce.
D: C’è differenza tra un cucciolo nato disabile, e quindi abituato alla sua condizione, e un cane che perde abilità da adulto?
C: Sicuramente il secondo caso è molto più complesso da affrontare. Il cane si deve adattare ad una condizione totalmente nuova e quindi riadattare la sua vita ad una diversa percezione sensoriale.
D: Come si comunica con un cane che da adulto perde la vista/l’udito?
C: Imparando a comunicare con un codice diverso che spesso diventa l’unico possibile. Ad esempio, se normalmente si usavano voce e gesti in contemporanea, con un cane che perde l’udito, l’uso della voce diventa inutile – bisognerà imparare ad usare solo i gesti; con un cane che perde la vista, invece, i gesti sono inutili e la voce e i suoni diventano cruciali.
D: Cosa devono fare i proprietari per assicurare il loro benessere e garantire loro la vita più serena e ricca possibile alla loro creatura disabile (o diversamente abile)?
C: Non vederlo come malato o stupido. Il cane disabile ha ‘solo’ un modo diverso di percepire l’ambiente circostante. Tutte le sue istanze sono ancora presenti e vanno tutelate e garantite, con l’accortezza di non esporre il nostro amico a pericoli inutili.
D: Quali sono le reazioni che hai notato nei proprietari di cani che diventano disabili?
C: Spesso sconforto ed impotenza, come se non si fosse stati in grado di tutelare il cane. Paura e sofferenza sono altri due temi importanti e a volte rabbia per il destino. Ma come dicevo prima, un cane disabile ha il potenziale di vivere una vita ricca e soddisfacente, bisogna ‘solo’ metterlo in condizione di poterlo fare. Da parte del proprietario richiede molto impegno, spesso molto adattamento ma ci sono anche grandi soddisfazioni.
D: Nella tua esperienza, il proprietario di un cane disabile ha bisogno del supporto di professionisti specifici per gestire la sua creatura o si può fare da soli?
C: E’ normale che il proprietario si senta smarrito di fronte alla disabilità del proprio cane o sia impreparato a gestirla, particolarmente se è improvvisa; l’importante è non perdersi d’animo e sapere che ci sono ottimi professionisti a cui potersi rivolgere che aiutano ad identificare le nuove esigenze del cane e aiutano ad imparare come permettere al cane di vivere appieno la sua vita.
D: Chi decide di adottare un cane disabile (o diversamente abile), come può gestire al meglio la condizione della sua creatura?
C: Adattandosi alla sua condizione ma senza “ospedalizzare” la creatura. Le sfide e le avventure sono necessarie, così come è fondamentale soddisfare la voglia di esplorare e di giocare del peloso.
Grazie infinite.
*La variante merle è un tipo di manto che si presenta in alcune razze (Border Collie, Australian e Pastore scozzese, per citarne alcune) (Oban è un collie blue merle) con caratteristiche genetiche tali per cui l’incrocio tra due soggetti merle ha una percentuale altissima di cuccioli totalmente bianchi, sordi e/o ciechi. L’incrocio corretto è tra un merle e un tricolore.