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Educazione cinofila: il gruppo di sostegno

Vi ho raccontato che sono un  ragazzo un po’ complicato e faccio la scuola con la maestra Cinzia.

Di solito lo studente sono io, nel senso che si fa tutto per farmi imparare le cose (anche la mia umana impara le cose), ad esempio che non devo avere paura degli altri cani, oppure come posso sopravvivere a un pavimento nuovo, oppure come faccio a fidarmi degli umani, etc.

L’altro giorno vi ho raccontato che secondo me sono passato a un livello di scuola più difficile.

Educazione cinofila: come si svolge una lezione

Ecco, credo di averne avuto la conferma alla lezione dell’altro giorno ed è quello di cui vi voglio raccontare oggi.

Abbiamo fatto una cosa che non avevamo mai fatto prima: siamo usciti in gruppo!

Protagonisti a quattrozampe:

Scarlett, la labrador di Cinzia. L’avevo conosciuta una volta tanto tempo fa e mi piace molto. E’ grande, ha più di 12 anni pensate, ed emana una serenità incredibile. Si vede che conosce la vita e sa come ci si comporta. E poi ha lasciato che la annusassi senza dire nulla!

Ariel, una femmina della mia età più o meno, con un passato molto complicato. Credo di non esserle piaciuto. Appena mi sono avvicinato per odorarla mi ha abbaiato tantissimo. Ci ho provato un altro paio di volte ma poi ho capito che non era il caso. Lei come me ha bisogno di andare a scuola e Cinzia è anche la sua maestra.

Obanino (io), ragazzo insicuro e complicato che deve andare a scuola per imparare ad essere più sereno. Per l’occasione, visto che avremmo conosciuto una nuova amica (la mia umana sapeva tutto e non mi aveva detto nulla!), sono stato spazzolato per cui ero molto vaporoso. Mi mancava solo il profumo sotto le ascelle per essere un figurino.

Per avere un gruppo di cani serve che ne siano almeno 3, ed è venuta Scarlett perchè è così saggia e posata che con la sua sola presenza aiuta gli altri cani (Ariel ed io, in questo caso) ad essere tranquilli (uno si vergogna anche un po’ ad essere nervoso di fronte a lei, sembra proprio che sei un pivello).

Protagonisti umani:

La maestra Cinzia – ideatrice e coordinatrice della lezione. Senza di lei andiamo veramente poco lontano.

Stefano – l’umano di Ariel. Non ha cercato di accarezzarmi per cui gli sono stato molto grato e mi è piaciuto subito.

La mia umana – è la mia umana per cui non so cosa dire su di lei. Confermo che doveva tenere me.

Il posto (nel cinema si direbbe, la location): il parco che conosco bene vicino a dove abito (anche se non sembra è una informazione importante).

Il tema della lezione è stato (l’ho saputo alla fine): gruppo di sostegno.

Chi aveva bisogno di sostegno era Ariel, non io (incredibile ma vero!). La lezione di Ariel era riuscire a sopportare gli altri cani e le persone in un posto che non conosceva. Mi vengono i brividi solo a pensarci, vi immaginate che sforzo enorme?

E io che per una volta non dovevo essere sostenuto? Io che la mia umana ama definire l’anello debole della catena canina, cosa facevo lì?

Io avevo un ruolo!

Ebbene sì. Io, quell’Obanino che ha paura di tutto, avevo un ruolo, anche super importante! Il mio ruolo era di guida – ero l’unico maschio, sono anche adulto adesso per cui non posso avere paura come quando ero piccolo, e conosco il parco come la mia palla (benissimo), per cui dovevo fare in modo che il nostro giro fosse il più sereno possibile così da aiutare Ariel ad affrontare le sue paure (notare che ho scritto affrontare non superare, perchè le paure sono una cosa complicata e ci vuole tanto tempo e tanto lavoro per superarle, sempre che ci si riesca dal tutto poi). Mi sono tremate le zampe quando me ne sono reso conto.

Abbiamo camminato in giro per il parco, noi 6, Cinzia, Scarlett, la mia umana ed io abbastanza vicini, e Stefano e Ariel un po’ dietro perchè così per Ariel era meno difficile. Quando c’era qualcosa di interessante ci fermavano per odorare e quando incontravamo un cane o una persona che le davano fastidio ci fermavano perchè il suo umano potesse aiutarla a capire che non c’era motivo di essere preoccupata.

Vi chiederete cosa ho fatto io. Io che quando sento la pipì di un cane che non mi convince mi agito tantissimo, io che quando vedo un cane ho subito il terrore che mi mangi per cui mi irrigidisco tantissimo e ringhio sperando di cacciarlo via. Bene, quell’Obanino lì, nel suo ruolo di guida e con la responsabilità di far stare Ariel il meglio possibile, si è controllato: non ho mai ringhiato a nessun cane, non ho tirato per andare sul prato dove voglio giocare a palla, mi sono concentrato sugli odori del parco e ho cercato di far sentire ad Ariel che uscire può essere piacevole e non equivale necessariamente a diventare la merenda di qualcuno (cane o umano).

Finito il giro, che è stato bello lungo, la mia umana ha chiesto alla maestra Cinzia se poteva farmi giocare un po’ a palla e ci siamo fermati nel mio prato preferito. Ero contento, perchè giocare a palla mi piace tantissimo, ma posso dirvi? Sono stato proprio sollevato quando dopo un paio di tiri ha capito che volevo tornare a casa.

Ero stanchissimo! Trattenersi per il bene di qualcun altro è anche molto molto faticoso e la responsabilità stanca, mi sa che lo sapete anche voi, cari umani.

Quando siamo arrivati a casa la mia umana mi ha dato super squisitezza da mangiare (da cui ho capito che era proprio contenta di come mi ero comportato al parco) e dopo che ho mangiato mi sono messo a dormire. Io che di pomeriggio non dormo mai, ho dormito quasi fino a che non siamo usciti la sera.

Un’altra lezione super stancante ma bellissima. La prossima volta che faccio la scuola chiedo alla maestra Cinzia se anche Ariel è stata contenta nonostante la fatica, e spero proprio di rivederla, magari la prossima volta le piaccio!

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Oban

Collie blue merle dalla coda corta, un po' timido e riservato ma molto tenero, va matto per la pallina, le ragazze e le brioche alla crema. E' tra i fondatori di Dogdeliver. Blogger per passione racconta agli umani il mondo come lo vedono i cani.

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