Nell’800 Charles Darwin ha rivelato che l’esperienza emotiva degli animali è simile a quella degli umani e la sua teoria è ormai universalmente accettata e confermata.
Il passo successivo dell’ammettere che gli animali hanno emozioni è stato riconoscere che possono soffrire di disturbi della sfera emozionale e scoprire che i disturbi spesso sono gli stessi di cui soffrono gli umani.
E quindi, ad esempio, ansia, fobie, comportamenti ossessivo-compulsivi, e l’ampia gamma di problemi legati allo stress e alla depressione.
Ne parla Stanley Coren.
I sintomi tipici della depressione nei cani sono la perdita di interesse per ciò che solitamente li stimola, ridotta attività, dormire continuamente, essere giù di morale, perdita dell’appetito, insicurezza, irritabilità, a volte anche fare i bisogni in casa.
Le cause della depressione nei cani possono essere diverse.
E’ scientificamente provato che la morte del proprietario o di un eventuale compagno cane possono provocare nel cane cambiamenti nel comportamento e sintomi di quella forma di depressione che negli umani è definita come lutto.
I cani sono anche molto sensibili a ciò che avviene intorno a loro per cui cambiare casa o il trasferimento in un’altra città, possono causare depressione.
Alcuni cani cadono in depressione quando tornano alla vita normale dalle vacanze durante le quali hanno vissuto la vita dei loro sogni.
I cani possono soffrire di depressione anche a causa di un trauma fisico, oppure per una malattia, oppure ancora perchè sono maltrattati.
I cani sono estremanente empatici e interpretano quello che succede nel mondo in base ai comportamenti dei loro umani per cui se quando li osservano percepiscono ansia, stress e angoscia, è possibile che ne deducano che la vita è difficile e piena di problemi e quindi cadano anche loro in depressione. In altre parole, i cani cadono in depressione perchè il loro proprietario è depresso.
Posto che anche per i cani esistono gli psicofarmaci, Coren spiega che per aiutarli a combattere la depressione una ottima soluzione sono i trattamenti comportamentali (oltretutto modellati su quelli per umani) che comprendono un aumento dell’esercizio fisico e l’aumento delle interazioni e del gioco e a volte anche l’inserimento di un nuovo cane nel nucleo familiare, la cui presenza è una nuova compagnia e offre una nuova vicinanza e un nuovo sostegno sociale, porta ad un miglioramento importante nelle condizioni del paziente.
Detto questo, qualora il proprio cane manifestasse comportamenti anomali è bene rivolgersi in primis al veterinario per controllare lo stato di salute fisica e se tutto è a posto e i proplemi continuano, rivolgersi ad un esperto (ad esempio un rieducatore cinofilo o un veterinario comportamentalista) che farà una valutazione approfondita e indicherà, se lo riterrà necessario, il percorso da seguire per aiutare il peloso a riprendersi.