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Come gestire le risse tra cani

Nelle risse tra cani va considerato il sesso dei litiganti: i litigi tra maschi tendono ad essere più frequenti e plateali e meno seri. I maschi tendono a mantenere il conflitto limitato e tendenzialmente vogliono evitare ferite e danni fisici. Le femmine litigano di meno, ma quando litigano tendenzialmente lo fanno per motivi seri e per fare male (Cinzia Stefanini, ne La differenza tra Cani Maschi e Cani Femmine).

Da notare qui è che più scena fanno meno vogliono fare male e che a volte il gioco tra i cani è tanto duro da sembrare rissa.

Qualunque siano i protagonisti, i litigi tra cani sono bruttissimi da vedere e fanno paura e devono essere gestiti nel modo corretto.

La prima forma di gestione è prevenirli.

E il modo per prevenirli è controllare i cani e prevenire le situazioni a rischio.

Controllare i cani vuol dire che non devono mai essere abbandonati a loro stessi. Una forma diffusissima di abbandono è lasciarli liberi, sempre, comunque e ovunque. E’ un errore grave: per alcuni cani, quella che gli umani vedono come libertà è fonte di insicurezza e un cane insicuro percepisce tutto o quasi come una minaccia e si difende (= attacca).

Altri cani invece sono semplicemente attaccabrighe e lasciati senza controllo vanno in giro a provocare gli altri cani. In quest’ultima categoria molto spesso rientrano i cani di piccola taglia a cui i proprietari lasciano fare veramente ogni nefandezza con la scusa che sono ‘piccoli’ e se succede qualcosa è sempre e comunque colpa di quello più grosso – i jack russell sono un caso esemplare ma non sono i soli.

Situazioni a rischio sono ad esempio quelle per cui  tra i cani può nascere competitività (as es: per il cibo o per un gioco), oppure senso del possesso e relativa necessità di difendere un bene (un cane gioca con la palla, si avvicina un altro, il primo sente minacciato il suo bene per cui attacca per difenderlo), oppure la necessità di difendere il proprio spazio personale (un cane si avvicina troppo, l’altro attacca chi ha violato il suo spazio personale).

Nella vita di tutti giorni, sostanzialmente succede che è molto più facile che ci siano risse con alcuni tipi di proprietari rispetto ad altri.

Posto che uno deve fare di tutto per prevenire i litigi, può capitare che, vittima o colpevole, il proprio cane sia coinvolto in una rissa e bisogna sapere che intervenire in una rissa tra cani è pericoloso, se si interveniene nel modo sbagliato ci si ferisce, anche in modo grave, per cui gestirle correttamente è molto importante.

Il primo pericolo è dato dai morsi, e nella stragrande maggioranza dei casi uno viene morso dal proprio cane.

Sorvolando sul danno fisico, che può essere più o meno grave, è facile sottostimare l’impatto psicologico dell’essere morsi dal proprio cane: è orribile e in tanti non si riprendono. Il proprietario si disamora e la relazione finisce. E in realtà il cane non ha colpe.

Nel caso il proprio cane sia coinvolto in una rissa (indipendentemente che l’abbia scatenata o sia stato aggredito) e che i due cani siano sciolti:

Non si deve gridare: serve solo a peggiorare le cose. I litiganti sono già in uno stato alterato e le grida umane non fanno che aumentare il livello di stress e di agitazione.

Non si devono infilare le braccia e le mani in mezzo ai litiganti: il rischio di essere morsi è altissimo.

Non conviene prendere il cane per il collare e tirarlo: si sentirà aggredito, girerà la testa e morderà chi lo sta attaccando da dietro.

Cosa si può fare (nulla di facile):

Obbligatorio mantenere la calma e valutare la situazione: generalmente le risse tra cani ‘normali’ sono relativamente innocue, con l’aggiunta che i cani più fanno scena meno vogliono fare male. Per quanto possa sembrare assurdo, quindi, a volte è quasi meglio che gli umani non intervengano. Detto questo, ci sono situazioni in cui bisogna intervenire, una è quando a litigare sono cani di dimensioni molto diverse – in questi casi la disparità di taglia è un fattore di rischio significativo. Cosa si può fare:

Tirare il cane per la coda (stando sempre attenti a che non si giri e morda)

Prendere il cane per le zampe posteriori e sollevarlo (con relativa delicatezza se no si rischia di fargli male) e portarlo via con attenzione

Rovesciare acqua fredda addosso ai cani, sfruttare il secondo di sorpresa per separarli e portarli via.

– Alcuni americani dicono che bisogna dare un calcio sui testicoli del cane. Il dolore li blocca per cui li si può agguantare e separare. Gli americani tendono ad essere abbasta estremi anche nella educazione cinofila e su questa cosa non mi sono confrontata con educatori italiani per cui non posso dire se è una soluzione accettabile.

La nostra esperienza diretta di risse è la seguente:

In 9 anni insieme, Eduard ha litigato una sola volta, quando eravamo già a Milano, con un Husky maschio che si è avvicinato a noi ringhiando e a coda alta mentre stavamo giocando insieme a palla. Lui si è molto infastidito, quell’altro un bel po’ tamarro ha continuato ad avanzare e il risultato è stata una scena madre che è però è durata pochi secondi e quando si sono separati (la proprietaria dell’altro era dell’idea che non si dovesse intervenire) nessuno dei due aveva nemmeno un graffio.

I primi due anni di Oban invece sono stati travagliati.

Quando era piccolissimo è finito in mezzo a due jack russell femmine che lo hanno sbatacchiato come se fosse un pupazzo; i proprietari non le hanno fermate e nonostante la scena orrenda, fisicamente non gli hanno fatto niente per cui non abbiamo dato molto peso alla cosa.

Quando era cucciolone – aveva circa 10 mesi – è stato attaccato da un Flat Coated maschio che è stato preso per la coda da un gentilissimo educatore che era lì con il suo cane. Appena è stato liberato dall’aggressore, Oban è scappato a gambe levate ma non aveva nemmeno un graffio.

Quando aveva poco più di un anno, in un’area cani è stato aggredito due volte nel giro di mezzora da due gruppi di cani – sì gruppi, lo hanno aggredito in 4-5 entrambe le volte. La prima volta i proprietari sono intervenuti, la seconda volta no e lui  è stato anche inseguito per svariati minuti fino a che non ha trovato un posto dove nascondersi. Due scene orribili ma ne è uscito senza un graffio.

Sereni che non si fosse fatto niente, non abbiamo dato peso alle aggressioni fino a che verso 1 anno e mezzo ha cominciato a odiare tutti i cani ed è emersa la realtà: le aggressioni che aveva avuto non lo avevano ferito fisicamente ma lo avevano rovinato psicologicamente.

Anche lui ha aggredito: due volte ed entrambe le volte cani molto più piccoli di lui (un jack russell e un meticcio) per cui abbiamo avuto il terrore che li avesse devastati e invece, nonostante le scenate orrende, in entrambi i casi non aveva lasciato nemmeno un graffio. In entrambi i casi sono intervenuta e nel secondo, in cui l’ho preso per il collo, si è girato per colpire e mi ha lasciato un segnetto sul braccio. Con nostro sconcerto (e sollievo), il veterinario che ha visitato il meticcio (il proprietario ha voluto portarlo per un controllo approfondito) è stato, ‘Non gli ha fatto niente. Il cane (Oban) è buono, è solo insicuro, se avesse voluto fare male avrebbe anche potuto ucciderlo’.

Un caso a parte è quello di un cane al guinzaglio aggredito da un cane sciolto.

Prevenire l’attacco richiede che di fronte ad un cane che si avvicina minaccioso, il proprietario del cane legato si fermi, si sistemi con la massima serenità e decisione accanto al suo cane, meglio ancora se davanti e aspettare. Così facendo invia un chiaro messaggio: se ti avvicini ancora te la vedi con me. Se il cane ha un minimo di cervello in testa cambia direzione ma non ci si può contare. Chi deve intervenire è il proprietario che deve prendere il cane, ma spesso sono assenti o disinteressati e quando intervengono, se lo fanno, è solo dopo che il loro cane ha già aggredito.

In ogni caso, nel momento in cui l’altro si gira o è legato dal suo proprietario, ci si può girare e ci si allontana prontamente.

Una cosa da non fare di fronte a un cane che arriva è girare le spalle e tirare via il proprio cane: il cane non fronteggiato più facilmente aggredirà alle spalle e il proprio cane, tirato via, si sentirà ancora più minacciato, oltre a pensare che il suo umano non è in grado di gestire la situazione per cui perderà fiducia nei suoi confronti.

Cosa fare quando il proprio cane al guinzaglio viene aggredito da uno sciolto è complesso. Mettere le mani in mezzo è richiosissimo. Bisogna mettere il proprio in condizioni di difendersi – vicinanza fisica per dare sostegno, guinzaglio morbido e lungo – e se ci si riesce prendere a calci l’aggressore fino a che non interviene il proprietario, consigliano gli educatori. Se il proprio cane aggredito è molto più piccolo dell’aggressore i rischi sono importanti e purtroppo non ci sono pratiche standard a cui fare riferimento.

Negli ultimi tempi Oban è stato aggredito molte volte, solo nell’ultimo anno almeno 8. Lui legato e loro sciolti e i cani erano più grandi di lui, piccoli, e piccolissimi. Una volta addirittura è stato aggredito da due insieme, un maltese e uno sgorbio di taglia medio-piccola, uno si è attaccato al collo e l’altro alla schiena.

In nessuna delle aggressioni sono riuscita a prendere a calci l’aggressore, con i grossi ho lasciato che rispondesse da solo fino a che non sono intervenuti i proprietari degli altri cani, con i due piccoli l’istinto è stato di trattenerlo ma avrei dovuto lasciare che rispondesse. Lui era stato aggredito e aveva tutte le ragion di difendersi e forse i proprietari degli altri cani avrebbero imparato che lasciare i loro animali liberi di fare quello che vogliono ha delle conseguenze e magari avrebbero iniziato a comportarsi in modo più responsabile. Non permettendo a Oban di rispondere le conseguenze le abbiamo avute solo noi, lui morso e molto provato per giorni mentre quelli la mattina dopo erano di nuovo in piazza con i cani sciolti come se niente fosse successo.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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