Home Il Benessere dei Cani La stanchezza mentale nei cani

La stanchezza mentale nei cani

Abbiamo visto che i cani come gli umani devono imparare a controllare i propri impulsi.

L’esercizio però non viene gratis, come si dice. E’ stato scoperto infatti che l’autocontrollo è una risorsa limitata che si consuma con l’uso (uno non ne ha all’infinito), e che l’esercizio dell’autocontrollo è molto impegnativo, stancante ed impatta sui comportamenti successivi.

E’ scientificamente dimostrato che dopo aver resistito per un certo periodo di tempo ad una ‘tentazione’ (anche all’apparenza poco importante come non mangiare qualcosa che si desidera) si hanno difficoltà a risolvere problemi, si ha meno controllo sui propri impulsi, si è più nervosi ed è più facile che si abbiano comportamenti aggressivi – gli scienziati ipotizzano che ciò dipenda dall’esaurimento delle risorse mentali con cui normalmente si controllano gli impulsi aggressivi.

Questo vale sia per i cani sia per gli umani.

Per i cani è anche scientificamente provato che, quando sono affaticati per lo sforzo fatto per autocontrollarsi, tendono ad agire impulsivamente e ad essere più proni a mettersi in situazioni di pericolo.

Posto che, come abbiamo visto, i cani (come gli umani) devono sapersi controllare, è molto importante per i proprietari sapere che l’autocontrollo non è una risorsa illimitata e che i comportamenti del cane che si è trattenuto risentiranno dello sforzo fatto per trattenersi.

Metaforicamente potremmo descrivere la questione dell’autocontrollo con l’antico detto ‘Non tirare troppo la corda‘ – a forza di tirare, la corda si rompe; a forza di trattenersi, uno funziona male ed esplode.

Per il benessere del cane e per la serena convivenza umano-canina, bisogna quindi tutelare il cane ed evitare che consumi la sua riserva di autocontrollo. Il compito e la responsabilità sono dei proprietari.

Praticamente cosa vuol dire?

  1. Prestare attenzione al proprio cane.
  2. Bisogna conoscere il suo carattere e la sua personalità, i suoi gusti, le sue fisime, sapere quello che gli piace, quello che lo disturba, quello che lo fa scattare, etc.
  3. Bisogna prevenire, evitando il più possibili le circostanze che lo disturbano (quali sono le occasioni ovviamente dipende dal cane, per Oban ad esempio sono gli incontri con gli altri cani e gli spazi affollati)
  4. Bisogna limitare le occasioni in cui l’autocontrollo deve essere esercitato – sempre prendendo il caso di Oban, ad esempio, sappiamo che dobbiamo accorciare l’uscita se in giro ci sono tanti cani
  5. Bisogna essere allineati con lo stato mentale del cane, ossia sapere cosa vuol dire per il cane quello che ha fatto fino a quel momento ed essere preparati a come si potrà comportare. Facciamo due esempi con protagonista sempre Oban, cane poco socievole e che diffida dei suoi simili. Se siamo stati in montagna dove ha razzolato felice per ore e non ha avuto bisogno di controllarsi per niente, quando incontriamo un altro cane ci possiamo aspettare che l’autocontrollo prevalga sulla tentazione di assaltarlo. Se invece siamo stati in giro per la città e abbiamo incrociato un cane ogni 100 metri e non ha mai reagito, all’ennesimo cane siamo preparati perchè sappiamo che si lancerà. Ha finito le riserve di autocontrollo e stremato per essersi trattenuto fino a quel momento si comporta di conseguenza. Ci piacerebbe fosse diverso? Sì… E’ normale? Per lui sì… Possiamo farci qualcosa? Ringraziare che sia stato tanto bravo da trattenersi nelle altre occasioni e lavorare perchè quello che lo fa esplodere sia il 15esimo cane e non il terzo, in fin dei conti fino a poco tempo fa usciva di testa già al primo.
  6. Un discorso a sè meritano i bambini, che nella stragrande maggioranza dei casi sono una sciagura per i cani perchè li devastano e quando i quadrupedi sfiniti dalle molestie (anche inconsapevoli ovviamente, ma purtroppo sempre molestie) reagiscono, la colpa ovviamente non è dei bambini ma del cane.

Riassumendo: un cane, e ricordiamo di nuovo che per gli umani il discorso è simile, che ha esercitato il suo autocontrollo per un periodo di tempo più o meno lungo, arrivato ad un certo punto esaurirà la sua riserva, e a quel punto sarà stanco, probabilmente nervoso, più prono a ricorrere all’aggressività e a mettersi in pericolo. Compito dei proprietari è tutelarlo e prevenire l’escalation negativa.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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