#1. Sceglierli in base all’aspetto
Il detto L’abito non fa il monaco sembra creato apposta per i cani. Chi sono non è dato da elementi visibili – l’aspetto, la taglia, il colore del pelo – ma da fattori intangibili e invisibili agli occhi – la genetica, la personalità, il carattere, l’educazione e la storia personale. Ciononostante, l’errore più comune che si fa con i cani è sceglierli per come appaiono, con conseguenze anche molto gravi per la relazione umano-canina.
#2. Giudicarli
Inutile e dannoso è giudicare i cani. Il loro mondo e le loro interazioni sono regolate da un codice di condotta molto rigoroso, canino, e le loro regole sono altre e diverse da quelle umane. Il rispetto dei cani richiede che lo si tenga bene a mente. Facciamo alcuni esempi che dovrebbero chiarire il punto: nel mondo canino, un cane da guardia che assale chi entra nel suo territorio non è cattivo, fa quello per cui è nato; un cane che ringhia a un altro che si è avvicinato troppo, non è cattivo, manifesta il suo disagio; un cane che aggredisce un altro che minaccia le sue cose non è cattivo, difende i suoi beni; un cane che in una rissa uccide un altro, non è cattivo, nel loro mondo uccidere non è un reato; una mamma che mette al loro posto i cuccioli indisciplinati non è cattiva, fa (bene) il suo dovere di mamma. E’ evidente che ai fini di una serena e felice convivenza la questione non deve essere giudicare i cani secondo regole umane ma, invece, valutare la compatibilità dei loro comportamenti con le situazione sociali in cui sono inseriti e aiutarli ad integrarsi al meglio così da vivere tutti nel modo migliore. La premessa di tutto ciò è scegliere il cane giusto perchè, ricordiamolo, loro non scelgono nulla della loro vita e la responsabilità è tutta degli umani – se ad esempio una persona socievole e festaiola si prende un cane da guardia che non fa entrare nessuno in casa, il problema non è il cane ma l’umano che ha preso il cane sbagliato.
#3. Non rispettarli
Rispettare un cane vuol dire sapere che è un cane, conoscerne il carattere, la personalità e i gusti, e le necessità e permettergli di esprimere sè stesso e non metterlo in situazioni che gli causano stress e disagio.
#4. Cercare di accarezzarli tutti
Vedendo un cane il primo istinto è accarezzarlo, magari sulla testa. Alcuni poi hanno il cosiddetto physique du role, vederli e non toccarli è impossibile. Obanino è un esempio, il suo pelliccione vaporoso e multicolor con prevalenza di bianco e albicocca lo rendono irresistibile. Il problema è che per lui essere toccato è una vera sofferenza, appena vede allungarsi una mano abbassa la testa, si sposta, se può si allontana. Ovviamente non sono tutti come lui, ci sono cani che adorano essere accarezzati, ma non è nemmeno il solo ad essere così e un primo segno di rispetto nei confronti di tutti i cani, è assicurarsi che apprezzino le attenzioni prima di allungare le mani per toccarli.
#5. Non impegnarli
I cani sono intelligenti, curiosi, e amano lavorare. Un errore molto comune è non impegnarli e far vivere loro una vita di mollezza e pigrizia che sfinisce i meno forti e stressa i più energici. Un cane sereno deve stare bene sia fisicamente sia mentalmente, il che vuole anche dire che deve essere impegnato. E quindi oltre al normale esercizio fisico, via di esercizi di attivazione mentale, attività di ricerca (nose work), sheepdog, dog dance, far cercare il cibo, etc.
#6. Pensare che il proprio cane di piccola taglia è ‘buono’ e gli altri ‘cattivi’ e ‘pericolosi’
Il pensare che il resto della popolazione canina è un nemico pericolosissimo è particolarmente diffuso tra i proprietari di cani di piccole dimensioni che tendono a comportarsi come se i loro quadrupedi fossero angeli scesi in terra, perenni vittime della ferocia altrui. Solo che non è così. Tutti i cani possono avere comportamenti provocatori e quando si trovano a subire le conseguenze delle loro azioni, la responsabilità è di nessun altro che del loro proprietario che avrebbe dovuto controllarli e prevenire i guai.
#7. Non controllare il proprio cane
Ci sono tanti proprietari che lasciano bradi i loro cani perchè ‘è buonissimo’, ‘vuole solo giocare’, ‘è solo curioso’, etc. etc. Il problema con questo approccio è quello che vedevamo all’inizio, le regole di interazione tra cani sono diverse da quelle umane e non tutti i cani sono uguali e apprezzano le stesse cose per cui ad esempio, un ‘giocherellone’ che arriva a tutta velocità sul muso di un altro cane in realtà è un gran maleducato e ha poco da sorprendersi se si becca una sgridata clamorosa dal destinatario delle sue attenzioni, oppure un cane che si avvicina ad un altro che sta per conto suo perchè ha una bolla prossemica molto ampia magari anche ignorando i segnali di avvertimento che gli sono inviati, non deve sorprendersi se viene aggredito. Le risse tra cani, specialmente quelle tra maschi, se anche straordinariamente scenografiche la gran parte delle volte sono senza danni gravi ma non si può mai sapere e bisogna evitarle (anche perchè sedarle è difficilissimo) e uno dei primi modi per prevenirle è controllare sempre il proprio animale.