Sono una volontaria e so come funzionano le adozioni. Ma per la prima volta oggi mi sono trovata dalla parte dell’adottante e non di chi “decide”.
Settimana scorsa, un annuncio su facebook mi ha colpita (e affondata). Due occhioni fantastici mi guardavano attraverso lo schermo, un pelo tutto macchiato, grigio nero, e uno sguardo che mi ha trafitto il cuore. Mi son detta subito: “E’ lei… chiamiamo!”
Un sms al mio compagno, il suo “Si, prendiamola! Chiama subito!”, il cuore pieno di gioia, e di ansia… le richieste so che saranno tantissime e la mia paura è che sia già troppo tardi. Fa niente chiamo con la speranza di poterla andare a conoscere… e poi purtroppo la realtà: abitiamo troppo distanti per poter adottare quel cucciolo, o altri di quella cucciolata. Da volontaria so come funziona, anche in canile da noi affidiamo i cani prevalentemente nella nostra zona o comunque nella nostra Regione. Facciamo da sempre, per prassi, controlli anche dopo l’affido, quindi più o meno so come vanno le cose… Ma oggi questa “limitazione” mi pesa.
Attenzione, la mia non è una critica, il lavoro di queste associazioni è tantissimo e avere la responsabilità di scegliere la famiglia giusta per un cane che hai cresciuto e accudito fino a quel momento non è per nulla semplice. Sulla mia pelle ho provato gioia, paura e anche una punta di “dolore” vedendo andar via alcuni cani… ci si affeziona è inutile negarlo, e si spera SEMPRE che il nostro sesto senso abbia funzionato, che le nostre mille domande invece di scoraggiare gli adottanti li incentivino per un’adozione davvero consapevole.
Il cane è una scelta, nessuno ci obbliga, nessuno ci impone di averne uno. Lo vogliamo, lo desideriamo… e io continuo a sognare, desiderare a amare, quegli occhini che mi hanno così tanto colpito, e ancora non ho smesso di sperare nonostante (purtroppo) conosca già la risposta.