Home Educazione Cinofila 8 domande che si fanno i proprietari di cane

8 domande che si fanno i proprietari di cane

1. Crescerà mai?

Di fronte all’xesimo deposito in casa, al divano ridotto a brandelli, al tappeto diventato una toilette, ai risvegli notturni per tenergli compagnia, il proprietario di cucciolo si domanda se la creatura diventerà mai adulta e smetterà di essere un flagello. La risposta è ovviamente sì, e l’ironia è che quando il quadrupede sarà diventato grande ci si troverà a sognare di averlo cucciolo.

2. Chi me l’ha fatto fare?

La domanda di solito viene quando la creatura a quattrozampe entra nell’adolescenza e si trasforma in un irriconoscibile anarchico che pare aver dimenticato sè stesso e ogni forma di educazione che aveva imparato. Chi ce l’ha fatto fare? Loro stessi, senza cui la nostra vita non sarebbe la stessa, e sarebbe molto più povera di amore ed emozioni.

3. Ma perchè?

La domanda generalmente sorge quando nel freddo buio delle mattine invernali, sotto le acque torrenziali delle tempeste di pioggia, nel caldo torrido delle giornate estive, si prendono guinzaglio e palla e ci si dirige con passo deciso verso il giardino. La risposta al perchè è, la creatura ne ha bisogno e la padrona premurosa fa di tutto per lui/lei.

4. Ma mi vuole bene?

Con tutto quello che faccio per lei/lui, vuole bene solo alla mia metà che non se ne occupa per niente. Sembra così ma non è vero. La questione è diversa, ogni cane ha il suo carattere e pur essendo capaci di provare sentimenti molto forti, come tra gli umani ci sono i più e i meno espansivi, così tra i cani ci sono i festosi e i riservati e le vie di mezzo – non è mica garantito che tutti manifestino clamorosamente il loro attaccamento. La risposta quindi è, certo che ci vogliono bene ma ognuno ha il suo modo di mostrarlo.

5. Ma si renderà conto (e quindi è grato) di tutto quello che faccio per lui/lei?

Bella domanda… Si rendono conto che per noi è impegnativo soddisfare i loro bisogni, ad esempio quello di farli ‘lavorare’? Molto probabilmente no, ma è anche giusto che sia così. Da un bambino non ci si aspetta che sia grato perchè gli si da da mangiare, perchè gli si comprano i libri per la scuola, o perchè gli si da un letto per dormire. Ugualmente non sarebbe corretto aspettarsi da un cane che sia grato perchè viene portato fuori sempre e comunque, o perchè organizziamo la nostra vita in modo tale che non rimanga da solo nemmeno un minuto. Alla domanda quindi risponderemmo così: sono grati per tutto quello che facciamo per loro? No ma fanno molto molto di più: pur di stare con noi si adattano alla nostra vita – ad esempio accettano sorridendo che giocare su un misero prato di città con una palla vale lo stesso che lavorare per ore e ore con le pecore nelle Highlands scozzesi – e fanno di tutto per soddisfare quello che ci aspettiamo da loro.

 6. Sono io che sogno o mi capisce quando gli parlo?

Altra bella domanda, che ha due risposte, una emotiva e una scientifica. La parte emotiva dice che chiunque ha un cane ‘sa’ che lui/lei lo capisce – non è un caso che li inondiamo di chiacchiere; la parte scientifica dice che i cani non capiscono i nostri discorsi ma hanno una straordinaria empatia ed intelligenza emotiva ed è provato che sentono e capiscono i nostri stati d’animo come forse nessun altro.

7. Ma sono normale che quando non c’è mi manca tantissimo?

La presenza dei quadrupedi nella nostra vita è fortissima ed intangibile – un esempio su tutti, basta che siano stesi in silenzio nella stessa stanza in cui siamo noi per farci sentire che siamo in compagnia – e altrettanto si fanno sentire per l’assenza quando non ci sono. E’ normale? Secondo noi sì, altrochè.  Lo capiscono tutti? Mmmm, questo meno, ma è anche normale perchè è vero che chi non ha mai avuto un cane non sa cosa vuol dire.

8. Ma sono normale che quando lo/a guardo non vedo un cane?

I tanti amici diversi che hanno il cane a parte possedere il quadrupede hanno una cosa in comune: con il passare del tempo quando lo guardano e comunicano con lui/lei, non vedono un cane ma l’incarnazione sotto un nome (il suo) di amore, tenerezza, affetto, senso di protezione, legame. In altre parole, con il passare del tempo quando vediamo il nostro compagno a quattrozampe non vediamo più le sue sembianze canine ma tutti i sentimenti che proviamo nei suoi confronti. Questa era difficile per cui possiamo solo sperare di essere riusciti a spiegare in modo comprensbile cosa volevamo dire.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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