La scelta di far entrare un cane nella propria vita è di quelle epocali, parliamo di livelli di magnitudo tipo la decisione di sposarsi, separarsi, o avere figli.
Un cane ti cambia la vita e bisogna essere non solo disposti ma anche pronti ad affrontare ciò che porta con sè.
In altre parole, non ci può e non ci deve essere niente di estemporaneo nell’adozione di un cane, sia che si tratti di cucciolo o adulto di razza da un allevamento sia di cane di canile.
Quello che portano nelle nostre vite è così speciale e straordinario da essere quasi indescrivibile a parole, bisogna viverlo per saperlo, con una sola certezza, le rendono migliori. Ugualmente però ci sentiamo di dire che fino a che non li si vive non si sa realmente quanto sono impegnativi.
Di seguito 5 motivi per cui i cani sono veramente impegnativi.
1. L’impegno economico
Superato l’entusiasmo dell’acquisto o dell’adozione in canile, il mantenimento del cane è economicamente impegnativo: le cure veterinarie costano molto – basti un esempio, un farmaco per cani equivalente a quello per umani costa svariate volte di più; le pappe buone costano – se poi il cane ha necessità specifiche costano ancora di più; l’eventuale educatore, costa; la pensione se si parte e lo si lascia, costa; se lo si porta con sè molti posti richiedono un extra per il cane, etc.
2. Il tempo
Con il cane contano sia la qualità sia la quantità del tempo che gli si dedica. Persone con vite frenetiche che non hanno tempo per sè stesse avrebbero sicuramente problemi a trovarne per il quadrupede. A meno che l’arrivo della creatura non porti con sè un cambio radicale delle abitudini, magari atteso da tempo ma è una scommessa secondo noi un po’ troppo azzardata che mette a rischio il benessere del cane e quindi non dovrebbe essere fatta.
3. La pazienza
Da piccoli sono batuffoli irresistibili ma nella stragrande maggioranza dei casi tempeste di devastazione in casa, da adolescenti assomigliano tanto a ormoni anarchici a quattrozampe per cui sono difficili da gestire, da giovani adulti tirano fuori il carattere, e come per gli umani, se si è fortunati ci si trova bene con quello che spunta fuori, se si è meno fortunati non ci si trova bene e tocca capire se c’è qualcosa che non va, se sì cosa, e gestire.
5. Le frustrazioni
Si è fatto tutto il possibile, si è studiato, cercato, scelto con cura e ciononostante il cane non è ‘come dovrebbe essere’ – magari non è affettuoso come uno vorrebbe, oppure è litigioso, oppure è ‘troppo’ geloso, oppure è troppo esuberante, oppure mangia tutto quello che trova in giro con una passione per i depositi biologici… le possibilità sono numerose, tutte con un comune denominatore, il proprietario non è contento. Partendo dal presupposto che lui/lei non ha colpe, è compito del proprietario educare e guidare il cane, il suo evolversi in modo diverso da come si aspetta porta a mettersi in discussione, cosa avrò sbagliato perchè è venuto così? Cosa sbaglio ancora? Si mette (inutilmente,) in discussione l’allevatore che lo ha ceduto (i canili seri da questo punto di vista sono tutta un’altra cosa, non cedono il cane se non dopo un’accurata valutazione dei futuri proprietari) – mi ha tirato un bidone? E ci si trova a dover affrontare un percorso di comprensione di sè stessi, della creatura a quattrozampe, del rapporto e della comunicazione con lui/lei di cui si farebbe volentieri anche a meno. In fin dei conti ho preso un cane per dargli affetto e perchè me lo desse, la aspettativa non è così complessa. Ahnoi, si può scoprire che lo è.
Concludiamo con una ripetizione: avere un cane è meraviglioso ma non è facile, per cui la decisione di accoglierne uno nella propria vita deve essere presa con la massima serietà e consapevolezza di quello che comporta.