Leggo “cane”e al mio cervello arriva subito un input. Penso al dolce Oban: un amico molto speciale.
Purtroppo lo vedo poco ma è grazie a lui che ho scoperto un mondo meraviglioso. Un mondo senza parole, in cui ci si capisce senza dover perdere tempo in inutili e faticose spiegazioni, in cui la comunicazione e l’entusiasmo sono senza filtri, recite o fastidiosi salamelecchi. Un mondo in cui comanda ciò che senti.
Si dice che i cani siano specchio del loro padrone. In questo caso, significa che la padrona ha la coda corta e una pellicciona multicolor da spazzolare prima di uscire tutte le mattine! Ahahahhaaha, scherzo.
Oban è vivace, allegro e, per dirla con la sua piccola amica Giulia, “ha un rapporto bellissimo con l’uomo”. Certo è ancora un po’ cucciolo, quindi ogni tanto ne combina qualcuna ma è fedele, protettivo, giocoso, simpatico.
Dicevo che, purtroppo, lo vedo poco perché viviamo in due città diverse ma mi sento di dire che gli voglio proprio bene, un bene speciale da me ad Oban, da specie umana femmina a cane.
Penso anche di essere un po’ ricambiata perché quando mi incontra, all’inizio fa sempre il timido ma poi mi fa le feste e giochiamo sempre un po’ insieme. Corro, gli lancio la palla e lui me la riporta. Riconosce i miei figli e se si addormentano, si mette accanto a loro a fare da guardia. Come dire: “guarda che ci sono io, non ti preoccupare, li proteggo”. Mi sembra che capisca le situazioni anche se nessuno gliele ha spiegate: non c’è bisogno, capisce da solo cosa è essenziale.
I bambini impazziscono per lui, lo baciano, si fanno leccare, so che comunicano e si fanno bene a vicenda.
Mi piace avere un amico così.