Ti voglio bene (è un po’ sussurato perchè ha un ottimo udito).
La dichiarazione è accolta con sguardo interrogativo, testa inclinata, e orecchie più o meno pendule, sembra che stia aspettando qualcosa invece di averla appena ricevuta. No no, non sto parlando della mia dolce metà – le sue orecchie ancora non sono pendule 🙂 🙂 – ma del nostro quadrupede con cui insistiamo a comunicare (anche) a parole.
Che gli vogliamo tanto bene da essere quasi assurdo è certo, che gli parliamo anche se le parole non sono il suo forte è ugualmente certo. Ma perchè mai? Condivido il processo di ragionamento con cui provo a spiegarmi queste due cose, partendo dalla prima e dal saluto.
L’anno passato ci ha lasciato il nostro primo cane, si chiamava Eduard ed è stato il nostro compagno per 9 anni. Abbiamo sofferto così tanto che non lo non avrei creduto possibile se non lo avessi vissuto di persona. La ragione è che da quando lo abbiamo preso al canile già grandicello (aveva 10 mesi circa) e molto riservato ci siamo pian piano conquistati a vicenda e lui è progressivamente diventato parte integrante della nostra vita pratica e affettiva – lo abbiamo portato sempre ovunque, anche quando ci siamo sposati era in mezzo a noi due! – e quando se n’è andato ci ha lasciati con un vuoto che sarà per sempre incolmabile.
Perchè la verità è che l’affetto è il centro della vita canina e con un essere che non comunica a parole il rapporto che si stabilisce è solo di sentimento e può diventare intensissimo. I cani hanno bisogno di affetto, lo chiedono a modo loro e la relazione si stabilisce quando uno li capisce, riesce a dare loro quello che cercano e loro premiano lo sforzo che hai fatto facendoti sentire molto speciale. Una vera storia d’amore.
Diverso è il motivo per cui intavoliamo con loro discorsi a parole che sono necessariamente a senso unico. Forse si spiega solo con la soddisfazione di poter dire quello che si vuole ed avere dall’altra parte qualcuno che sente ma non contraddice!